mercoledì 30 novembre 2011

Primi passi per l'integrazione

Facendo un rapido conto die giorni sono qui a Monaco da due settimane e mezzo. Sembrerá incredibile, ma non ero mai stato lontano da casa per cosí tanto tempo. Mi ero assentato dal mio bel quartiere adagiato tra le colline al massimo per una settimana, otto giorni dandogliela tutta. Con oggi invece fanno 18 giorni tondi tondi che ho preso la valigia, ho salutato tutti e sono salito sul treno.
18 giorni che mi sembrano una vita, tutta una quotidianitá. La qualitá del tempo, delle esperienze hanno alterato il tempo reale. Misuro tutto secondo un mio tempo interiore. Io sono qui da anni. Anni che mi hanno donato un´assuefazione a un nuovo ambiente che ora armeggio abbastanza bene. Le metro, gli autobus, passeggiare da Marienplatz fino a Stachus o sedermi pensieroso su una delle mille panchine che affollano il giardino della Residenz. E stare semplicemente li. Tutto mi è familiare, come se qui ci fossi nato. Magari le vere sfide sono ancora da venire, ma fin´ora non ho ricevuto grossi traumi (tranne la ricerca alloggio su cui ho speso giá un milione di parole). La metro è facilissima da girare, la sua efficienza piacevolissima. La gente silenziosa, finalmente si puó pensare in santa pace anche per strada o alla fermata dell´autobus. Qui si legge e non si parla al cellulare. Questo è un costume che ammiro e stimo senza riserve. Ogni tanto se sono di buona si mettono a fare conservazione, ma poi non ti attaccano la pezza per tutto il tragitto, non appena arriva la metro o il bus ognuno si fa gli affari suoi. Dio ti ringrazio di tanta grazia.
Considerando tutta questa increibile amalgama di positivitá, accoglienza e immediata familiaritá, è stato per me del tutto naturale cercare di adattarmi il piú possibile agli usi degli autoctoni. Non piú tardi di mercoledí o giovedí scorso mi sono recato da Hugendubel a Marienplatz (sei piani di libri è il paradiso in terra per il sottoscritto) e ho girato tutta la libreria con la ferma intenzione di non uscire da li senza non aver comprato un libro da poter leggere in metro e tramite cui migliorare il mio tedesco. Insomma qua o un giornale, o un e-book o un libro vero e proprio è richiesto per cominciare bene la giornata. A tale meraviglioso, educativo e commovente costume dovevo adattarmi. Cioè loro leggono e io no??? Non sia mai. Gira che ti rigira ho trovato il libro che fa per me. Appena l´ho visto sullo scaffale ho pensato che era li che mi aspettava. Curiosi di sapere che libro è? Facile, ve lo dico subito. La Storia Infinita di Michael Ende. Anzi, meglio detta Die Unendliche Geschichte. Ora alla mattina prendo la metro e quando riesco a sedermi la tiro fuori dalla mia tracolla e mi metto li a leggere. Cominciare cosí ogni singolo giorno è una sinfonia. In questo modo arrivo in ufficio giá con qualche infarinatura di tedesco e mi sento meno arruginito del giorno prima.
Alta cosa che non mi ha creato alcun problema di adattamento è farmi bellamente colazione alla scrivania. Il primo giorno sono arrivato a digiuno, guardandomi attorno per studiare un po´l´atmosfera e capire come ci si muove in un ufficio non italiano. Dopo aver visto che tutti mangiavano e trangugiavano come luridi comodamente seduti alla scrivania, mi sono semplicemente adattato. La mattina dopo nella Ostbahnhof ho adocchiato un baracchino self-service con cornetti di tutti i tipi a 50cent, ne ho preso uno e me lo sono mangiato alla scrivania. Nessuno ha fiatato, anzi, la mia tutor mi ha augurato buona colazione. Da quella mattina li io mi compro la brioche in stazione e me la magno alla scrivania. Semplice e tranquillo.
Qui non frega a nessuno dove vai. Da noi devi avvertire se vai in bagno, se vai a bere, se vai a mangiare, se vai a prendere una boccata d´aria. Insomma avverti per qualsiasi cosa che non credano che te ne vai e scappi in Guatemala. Qui no. Devi andare in bagno? Senza fiatare o avvertire nessuno, ti alzi, infili la porta e vai in bagno. Punto. Quando hai fatto torni e tutti felici come prima. A questa felice usanza mi sono acclimatato dal primo giorno. E meno male che qui funziona cosí.
I languorini spopolano. Come detto ieri a mezzogiorno cascasse il mondo si fa in mensa, si augura Mahlzeit ai colleghi, e ci si rivede tra una mezz´ora. Rientrati dalla mensa peró lo stomaco non è ancora del tutto a posto. Ecco allora comparire i RitterSport o, non piú tardi di ieri, la torta di noci e cannella con rivestimento di pastafrolla. Si mette sul bancone a disposizione di tutti e quando se ne vuole un pezzo, senza tante cerimonie ci si serve. E nessuno fiata.
O giá come l´impressione che finiti i sei mesi mi fermeró qui…
Adoro stare qui. Monaco non ti lascio piú.

1 commento:

  1. Ciao, sono contento ti trovi bene e ti auguro una buona prosequzione.

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