mercoledì 29 maggio 2013

Dresdnerin Returns

Era da un po' che non sentivo la cara vecchia Dresdnerin, un mesetto buono di sicuro. E durante i convenevoli, sapete il solito tira e molla del "come va? come non va? bene! benissimo!", le ho raccontato del mio Wochenende a Trieste e della mia più che positiva impressione a riguardo. "Vacci -le ho detto- non ne resterai delusa! Sarà sicuramente un angolo d'Italia insolito, ma che merita di essere visto."

"Uh a marzo sono andata a fare snorcheling in Egitto! È stato così eccitante...l'acqua cristallina...i pesci colorati...la barriera corallina...wunderschön!"

"Ah...mmhh...che bello..."

"E ora a giugno il mio ragazzo ed io abbiamo già organizzato un tour on the road del Canada. Partiremo da Vancouver e lo attraverseremo tutto in due settimane, abbiamo già noleggiato la macchina e vedremo un sacco di parchi naturali, zone incontaminate, il Québec, Toronto e tante altre cose..."

"...ah...mmhh...che meraviglia...che bello viaggiare...i viaggi sono sempre qualcosa di speciale e prezioso..."

"SI!! Vediamo se a ottobre riusciamo a convincere un'altra coppia di amici a tornare con noi in Egitto a fare snorcheling...non vedo l'ora..."

Durante la conversazione facevo di tutto per non scoppiare a ridere. Cioè a novembre dell'anno scorso mi ha fatto una testa così perché non voleva spendere, perché non trovava soluzioni economiche e tutto era troppo caro. Ora è appena tornata dall'Egitto e pronta per farsi il gran tour del Canada. Ah signor mio, abbi pietà di lei ché non son degno ^^ Vai cara, vai, e che il Canada ti accolga a braccia aperte!

Ad ogni modo posso finalmente presentarvela (complice un vecchio cd riemerso durante le pulizie di primavera). La Dresdnerin infatti è la gemella tedesca della cantante francese Alizée, quella che ha esordito con Moi...Lolita. Questo nome non vi dice niente?? Massì dai, questa qui:



Ecco, la Dresdnerin è sputata di Alizée. Faccia, colori, taglio di capelli, denti. Tutto. Mica male eh?!

martedì 28 maggio 2013

Regali subliminali

Ieri, rientrata dalla sua periodica razzia delle librerie del centro, la Torquimamma mi ha lasciato sulla scrivania in camera un "regalino". Questo: 


...è un velato invito a vestirmi come Enzo comanda?? 
 

venerdì 24 maggio 2013

Un'estate al mare - 7

"Eh ma allora sei scemo!!" infierisco senza pietà non appena il malcapitato riemerge sfregiato dal roseto.

"Volevo fare qualcosa di acrobatico...per stupirla..."

"E c'era bisogno di sfondare un roseto con addosso infradito, bermudine e canotta?? Quelle son rose vere, non quelle che compri dal fioraio!"

"Non credevo che le spine facessero così male..."

Povero Infoiato! Era davvero un pessimo spettacolo: gambe e piedi sfregiati, costume mezzo strappato, canotta in brandelli, faccia ricoperta di strisce sanguinolente alla Rambo e una manciata di foglie tra i capelli. Un reduce della guerra del Vietnam.

La sensibile Ipocondriaca non regge la vista di tutti quegli sfregi e si accascia in preda ad un attacco di panico sulla panca. Filosofo, armato di un bicchierino di vodka panna e fragola magicamente estratto da non si sa dove, la rianima in un secondo e lei, con lo sguardo di chi è appena stata salvata da un annegamento, abbraccia appassionatamente il suo improvvisato infermiere. Lì accanto Golfista si mangia le mani e si batte ripetutamente la testa al grido di battaglia di "cretino, cretino, cretino".

La bella semisvenuta si rimette sulle sue malferme gambe e torcendosi le mani afferma: "Troppe emozioni per me in poco tempo, ho bisogno di fare quattro passi per ossigenarmi il cervello e prendere aria. Crocerossino ti va di accompagnarmi?".

"Non vuoi che ti accompagni io?" chiede speranzoso Golfista.

"NO!"

Mentre i due si avviano, Colomba mi si avvicina e propone anche a me di accompagnarla in una passeggiata. Colombo non ne aveva voglia e preferiva restare a medicare le ferite d'amore di Infoiato armato di cotone idrofilo e acqua ossigenata. Colomba ha però altro in mente che non un'innocente passeggiata. "Seguiamo quei due che non me la raccontano giusta. Qua c'è puzza di bruciato". Mantenendoci a una certa distanza di sicurezza e appostandoci dietro ogni albero, ogni tenda, ogni staccionata, appostandoci dietro qualsiasi cosa insomma, li pediniamo cercando di fare il minor rumore possibile.

Dopo dieci minuti di inseguimento li vediamo fermarsi, mano nella mano, guardarsi attorno furtivi (e circospetti) e, dopo un breve momento in cui si perdono nel reciproco sguardo, baciarsi impetuosi, dandoci dentro di lingua e mandibola, anche a rischio di strapparsi i muscoli della mascella. Le guance, come mantici sotto sforzo, si alzano e s'abbassano ripetutamente a ritmo febbrile.

"Porca putt..." esclamo sottovoce "si stanno studiando le cavità gengivali, è un check-up completo delle fauci quello. Un pulizia completa delle protesi, si staranno assicurando di eventuali carie indesiderate! Non so, le tasta le tonsille in cerca di placche, controlla che le corde vocali non le si siano ritirate dallo spavento??"

"No cocco bello, di più! Quello ha appena richiesto l'amicizia alla sua panfulla."

"Hai capito te il furbetto! Galeotta fu la gita a Grosseto...e ce li ho portati io! Oddio sono un paraninfo e non lo sapevo..."

"Macché, chissà da quant'è che va avanti la storia. Vuoi vedere che ha mollato Golfista per quel bel pio li?? Mi raccomando acqua in bocca! Che se tanto mi da tanto il ragazzo ha già delle ramificazioni in testa mica da scherzo. A quest'ora c'avrà un bosco li sopra, il parco nazionale del Pollino, una riserva naturale protetta per la biodiversità."

"Torniamo al bungalow va', abbiamo visto anche troppo."

Ma se credevo di aver visto e vissuto abbastanza per quel giorno mi ero sbagliato di grosso.

Continua...

martedì 21 maggio 2013

Un'estate al mare - 6

"Perchè non ti vesti da spiaggia stamattina? Cos'è, fai lo sciopero del bagnante?" mi sfotte Colombo la mattina dopo quando mi vede vestito "in borghese" e non in costume.

"Sei simpatico come un riccio nelle mutande, lo sai? E comunque no, stamattina vado a trovare mia zia a Grosseto. Crocerossino e Ipocondriaca si sono offerti di accompagnarmi, così finché visito la cara parente loro fanno un giro per la città". Colombo grugnisce e si getta l'asciugamano sulle spalle. 

Ogni tanto il Signore guarda in basso e in quell'occasione in particolare aveva avuto misericordia di me. Fortuna aveva voluto che la Torquizia (sorella di Torquipapà) nei suoi anni d'oro si fosse innamorata coma una pera cotta di bel toscano di Grosseto e che per amore di lui ci si fosse trasferita. La parentela è un movente inattaccabile con cui assentarsi dalla spiaggia impunemente. Golfista ci aveva salutato intristito e con lo sguardo umido. Prima di lasciarci partire aveva sussurrato all'orecchio di Crocerossino: "Tieni d'occhio per me la mia principessa". Datemi una lametta che mi taglio le vene... 

Le visite tra parenti che non si vedono da un certo tempo durano molto, soprattutto se si fa di tutto per prolungarle il più possibile. Cosa che io ovviamente ho fatto. Deliberatamente e intenzionalmente. D'altronde i miei accompagnatori non mi avevano dato un limite di tempo. Mi avevano detto solo di fargli uno squillo quando ero pronto che sarebbero passati a riprendermi. Loro si sarebbero sollazzati con un allegro giro di shopping improvvisato in centro. 

Era più o meno tardo pomeriggio quando tornammo al campeggio. I bungalow erano chiaramente chiusi e i nostri compagni assenti. Mentre li aspettavamo notammo che qualcuno aveva piantato una tenda giusto di fronte al secondo bungalow. Di sicuro un galletto tedesco (o olandese) ruspante che, zaino in spalle, era calato in Italia in cerca di italienische Frauen e italienische Sonne. Immane la nostra sorpresa quando invece, davanti a un piatto fumante di farfalle, il nobile circolo di principi buzzurri ci informò che l'abitante della minuscola tenda era una ragazza romagnola, capitata lì per lavoro. 

"Ma che siete andati subito a romperle le balle appena avete visto che è donna e che respira?" li pungolo.

"Ma va' cretino, è venuta a chiederci l'olio perché non ne aveva. E da lì una parola tira l'altra e..." risponde prontamente Neurone Solitario

"No comunque è figa" puntualizza Infoiato Cronico. "Ma figa figa" rincara. 

"Sé, figa e maleducata!" s'inserisce Colomba "c'ha chiesto l'olio e se n'è fatta fuori mezza bottiglietta. Ce ne ha lasciato giusto un dito. Ho dovuto andarlo a comprare nuovo prima di andare in spiaggia. Dimmi tu se si chiama educazione questa. Ci faceva più bella figura, guarda, a tenerselo tutto a 'sto punto."

"Io mi sa che ci provo" continua imperterrito Infoiato "chissà che freddo deve avere in quella tendina di notte. In due ci si scalda a vicenda." Eh bhe, se lo dice la termodinamica!

E dato che si parlava del diavolo...

"Ehi ciao ragazzi" s'intromette una perticona tutta shorts in jeans e toppino di carta velina "che bello che state mangiando! Uuuuuuh le farfalle, le mie preferite! Grazie ancora per l'olio oggi. Siete stati troooooooooooooooppo gentili!" I maschi la guardano in trance, imbambolati, s'indovinano chiaramante le bolle da ubriachi che gli escono dal naso. Qualcuno sospira estasiato.

"Se vuoi c'è avanzata un po' di pasta. Ti andrebbe?" propone Neurone Solitario.

"Bhe, perché no! Ci facciamo compagnia dai" e si siede sinuosa. Colomba e Ipocondriaca si voltano in contemporanea verso Neurone che resta raggelato dallo sguardo omicida delle due, i cui occhi, ridotti a due fessure feline, sprizzano elettricità statica.

Per tutto il resto della cena si sentono solo le fusa dei principi buzzurri e gli strusciamenti sensuali sulla panca della sconosciuta ammaliatrice che prima di lasciarci si presenta: "Grazie, era tutto buonissimo. Oddio ihihihihih sono proprio una cafona, non mi sono ancora presentata!! Piacere, Costanza. Ma voi chiamatemi pure Tanzy!" Neurone e Infoiato, ammaliati da tanta grazia femminea, si tengono la testa tra le mani, con lo sguardo trasognato e quando lei si alza e se ne va, la salutano con un leggerissimo movimento della mano (neanche gli avesse trasformato le ossa in burro).

Appena la seduttrice ci ha lasciato, Colomba e Ipocondriaca vomitano addosso a Neurone tutto il loro disgusto, la loro furia e il loro sdegno per la "sciacquetta che si è appena sbafata la nostra pasta senza tanti complimenti." È nel bel mezzo di questo sfogo che Infoiato si accorge che Tanzy ha dimenticato il cellulare sul tavolo e nel tentativo di impressionarla, lo afferra, si lancia all'inseguimento della sua bella e per dimostrarle la sua agilità nonché sprezzo del pericolo si scaglia attraverso il cespuglio di rose che divide il nostro "cortile" dalla sua tenda. 

Prima ancora di aver il tempo di realizzare cosa sta per fare l'incosciente, un urlo di dolore squarcia la quiete silenziosa del campeggio...

sabato 18 maggio 2013

Di blogger e di (possibile) invidia

invidiaAttenzione: come ogni singolo post pubblicato sul Projekt Dresden, anche questo è da intendersi in senso ironico. Niente di serio passa su queste pagine.

Ogni tanto essere blogger mi mette in crisi. Sembra facile, ma trovale tu le idee, lo stile, il taglio giusto per ogni singolo post (soprattutto per i perfezionisti maniaci feticisti dell’insieme equilibrato come il sottoscritto). Ti fa venire le paturnie quando vedi che i commenti non rispecchiano lo sforzo che tu senti di averci messo. E ti arrovelli alla ricerca dell’equazione perfetta del perfetto post che faccia morir dal ridere (invitando, così, di sfuggita, pure alla riflessione), che sia brillante, ben scritto e dal sapore immediato. Uno di quei post insomma che ti appenderesti volentieri sul frigo come mantra o come lettura del buongiorno.

Quando ricevi i primi commenti però vai subito in brodo di giuggiole, ti senti notato e interessante. Come quando la ragazza a cui sbavi dietro ti dice che la camicia di oggi ti sta bene. Da lì a una gita stellare fino a Saturno e ritorno è un attimo. E quando ti commenta un collega blogger poi non c’è storia: vai subito a sbirciare il suo di blog, alla ricerca di punti di forza e debolezza. Dei suoi fiori all’occhiello e delle sue epic fail. Vai a spiare la concorrenza. Fai una statistica mentale dell'indice di gradimento. Prendi le misure di quello che il mercato offre. Nel confronto alcuni ti fan sentire un polletto da combattimento perché senti di avere più “argomenti” da trattare e in maniera migliore (no dico, vogliamo mettere??); altri ti gettano nella disperazione della soggezione. Leggi un loro post e ti senti fulminato, invasato, strabiliato. E consapevole che mai potrai essere come loro. Inarrivabile. Inavvicinabile. A quel punto non ci sono mezze misure: o ti scatta l’emulazione (chiamata volgarmente scopiazzo su larga scala) o una feroce, logorante invidia.

Anch’io ho avuto i miei momenti di invidia. Di lacerante invidia. Momenti in cui avrei voluto avere la scrittura brillante di Pancri; gli alti interessi politici ed etici di Redpoz; la vita movimentata (esclusa la gravidanza) e il numero spropositato di lettori di Machedavvero; le idee originali di Eireen; il senso della moda e dell’avventura per l’esotico (con tanto di reportage) di Piperpenny; l’inossidabile tenacia di Momo; il partner di un’altra nazionalità come Bianca-Hamburg.

Una sorta di prototipo del Blogger Perfetto. Che subito potrebbe spopolare, meravigliare, far svenire le anime semplici con uno solo dei suoi articoli. Ma poi, diciamocela tutta, verrebbe a noia. Chi la vuole troppa perfezione??

Molto meglio così come siamo. Stupendamente imperfetti.

Balengamente Torqui.

Di cui, per fortuna, ce n’è uno solo! Diffidate dalle imitazioni.

mercoledì 15 maggio 2013

Un'estate al mare - 5

Una delle poche regole da osservare in un campeggio è, oltre a quella di non rompere i maroni al tuo vicino, l’ora di silenzio. Ovvero un’ora, di solito dalle 2 alle 3, in cui è obbligatorio muoversi con passo felpato, parlare a bassa voce, fare pipi pianissimo e non tirare lo sciacquone nel timore di svegliare qualcuno dalla pennichella. Il passeggiare è permesso, ma non incoraggiato (passeggia tu alle 2 del pomeriggio a luglio e poi ne riparliamo) come pure l’andare subito in spiaggia (ma chi è quello scellerato che in piena digestione gioca tra le onde??).

Noi, in quell’ora di riposo, facevamo come i vecchietti dei circoli di quartiere: giocavamo alle carte. Carte da cui non ci separavamo mai, ce le portavamo appresso come un talismano (il mio contro la noia). Abbiamo esplorato tutte le possibilità di gioco conosciute: scala reale, scala quaranta, briscola, macchiavelli, rubamazzo, solitario. Ci mancava solo da provare lo streap-poker, ma oltre ai magri premi in palio (i nostri striminzitissimi costumi), più svestiti di così c’era solo il nudo integrale e speravo proprio di non assistere a certi spettacoli.

Avevamo da poco scoperto che al centro del campeggio c’era una piscina. Quale gioia, quale gaudio per Ipocondriaca quando la notizia la raggiunse. “Potrò farmi una nuotata senza scorticarmi all’istante! Potrò mettere i piedi in acqua e trovare tregua a questo caldo opprimente” commentò versando una lacrima. Ovviamente quale suo chaperon toccava a me accompagnarla e devo dire che la cosa non mi dispiaceva. Piuttosto che stramazzare dal caldo in spiaggia cercando di frenare gli istinti suicidi rimirando la risacca, la piscina era, in confronto, una mano santa. “E ho sentito che dalle 18 in poi offrono pure l’acqua gym, con tanto di musica e animatori!!” continuò giuliva. “Si bhe io ti guardo sgambettare dalla sdraio a bordo piscina, sia ben chiaro” puntualizzo. Accompagnare l’inferma ok, farle anche da balia no!

Alle 3.05 gli altri, nel timore che nell’attesa il mare si fosse prosciugato, si avviano verso la spiaggia. “Che siamo già in ritardo” incalza Colombo. Ipocondriaca ed io restiamo sotto i salici a sorvegliare i fortini. “Mi raccomando” ci istruisce Filosofo “guardateli bene, che li dentro ci sono le nostre robe e i ladri si aggirano ovunque”. “E cosa vuoi che rubino? Le pentole che non avete lavato?” vorrei rispondergli, ma mi morsico la lingua (maledetta educazione!). Il nobile consesso di principi buzzurri infatti, oltre a dettare legge in fatto di porzioni, menù e gusti, non si degnava di lavare le pentole. Erano convinti che bastasse lasciarle sporche nel lavandino perché la cara fatina delle tubature provvedesse a pulirle in tempo per la cena. O che in virtù della proprietà transitiva dell’uguaglianza bastasse lasciarne una pulita perché le altre seguissero il suo esempio e si pulissero da sole.

All’ora stabilita ci dirigiamo verso la piscina. Tremenda visione! Sembrava in tutto e per tutto uno dei fiumi danteschi: un orrendo ribollire di membra umane, di acque gorgoglianti e agitate, di arti levati in aria e micro costumini in lycra che non lasciavano spazio a dubbi. Di fronte a quella zuppa di cozze umane una nausea terribile mi assale, un ribrezzo incontenibile controbilanciato dall’entusiasmo della mia accompagnatrice. “Non è bellissimo??? Cerchiamo una sdraio dove mettere giù le robe e poi via in acqua! Oddio non vedo l’ora!!”. A me invece si erano crepate le lenti degli occhiali dal disdegno, ma vabbè, quisquiglie. Dopo una breve scazzottata con un marmocchio marchigiano ci siamo accaparrati e colonizzato una sdraio con le nostre misere cose. Io avevo già sfoderato il libro onde ribadire il messaggio e cinque minuti dopo vedo un’estatica Ipocondriaca sguazzare nella Palude Stigia.

“L’acqua gym è bellissima!! E l’istruttrice è troppo simpatica, domani torno eh, ah si, eccome se torno” mi narra al termine dell’esperienza che le ha risvegliato i sensi. Quando torniamo ai bungalow sono tutti là che ci aspettano, con sguardi assassini negli occhi e facce contorte dalla rabbia.

“No dico avete visto che ore sono??” attacca subito Single Incallito.

“Son le 7 e 15, perché?” faccio io innocente.

“Eh perché…com’è che non c’è pronto niente?? Neanche l’acqua per la pasta avete messo su. C***o avete fatto finora? E adesso quando mangiamo? Alle 9? Cioè non so, non mica siete normali!” ci sbraita addosso.

Dopo un primo momento di sbalordimento totale e cieco stupore, Ipocondriaca ed io passiamo al contrattacco. “Eh e voi dove siete stati? In spiaggia a divertirvi anche voi, belli miei. E se avevate fame tornavate dieci minuti prima e l’acqua la mettevate su voi. Non siamo né il servo né la serva di nessuno. Il tempo che ci avete aspettato con le mani in mano pronti ad aggredirci lo potevate benissimo usare per accendere il fornello. Siamo in vacanza anche noi sapete, mica solo voi perché andate in spiaggia e noi no. E le mamme vostre carissime le mani ve le hanno fatte o sono di cristallo?”. Nel silenzio che segue si sentono i denti stridere e i coltelli affilarsi.

Interviene Golfista a smorzare in toni: “Massì dai raga non è successo niente, adesso mettiamo su per tutti e il tempo che l’acqua bolle e la pasta si fa, abbiamo il tempo per cambiarci ed apparecchiare”. Sbuffi da una parte sbuffi dall’altra, facciamo quel che suggerisce. Per tutta la sera resto intrattabile e aggredisco chiunque mi si avvicini. Sono un gatto pronto a sfregiare il muso del primo sprovveduto.

Poi un’idea. Avvicino Crocerossino e gli propongo una gita per l’indomani (mi serviva un’autista e essendo la scelta obbligatoria tra lui e Golfista, la decisione era già presa). “Massi, perché no! Hai un posto dove vuoi andare?”. Guadagnato un’autista alla mia causa, non mi resta che passare alla seconda fase del piano: “Pronto? Zia? Sei a casa domani? No perché io sono qua a Cecina al mare per tre, quattro giorni, se mi dici che domani non hai impegni passo da Grosseto a trovarti…”

Continua…

domenica 12 maggio 2013

Un'estate al mare - 4

Ecco, se devo proprio tirare fuori un aspetto positivo dell’andare al mare è il dormire. Di notte al mare si dorme da dio. Non cominci a trasudare appena sfiorato il materasso, non riduci a una spugna la foretta con il sudore dei capelli (che tempo due minuti è come se neanche li avessi lavati), non ti svegli già appiccicaticcio e incazzato perché non hai dormito una mazza, persino le zanzare ti sembrano meno rumorose. Quasi quasi le tolleri come parte integrante della stagione.

Ed è così che mi sono svegliato la mattina dopo. Fresco. Riposato. Sereno. Deliziosamente rincoglionito dai fumi del sonno. In armonia con i miei sette chakra, il mio unico karma e le mie dieci dita. Apro i miei occhietti cisposi da talpa e Golfista è lì, con gli occhi sbarrati che mi fissa. Screeeeeeeek ha ululato il giradischi che nella mia mente suonava una di quelle canzoni da pubblicità sulla colazione.

“Buongiorno” saluta il guardone.

“Gio…giorno…Ma che…eehehm…sei già sveglio?”

“Si, stavo guardando Ipocondriaca mentre dorme…Non è bellissima???”

Promemoria, promemoria per me. Quando si va al mare con dei mollati recenti, mai e poi mai dormire in camera con loro. In alternativa portarsi il sacco a pelo e dormire sotto le stelle. Nella peggiore delle ipotesi dotarsi di mutande di titanio.

La mattina d’estate o t’ammazza subito di caldo o ti regala una leggera frescura carica di aspettative. E di piccoli vizietti: la brioche e il thé al bar del campeggio, i vialetti silenziosi, gli asciugamani che dondolano lenti lenti alla brezza mattutina. Peccato che quelli che t’accompagnano tempo due minuti che hai finito di mangiare cominciano con i piagnistei: “Voglio andare al mare! Andiamo al mare? Dai che andiamo al mare! Voglio andare al mareeeeee”. Maremaremaremaremaremaremare ripetono come un mantra.

E già li tutta la serenità confuica che avevo acquisito con una meravigliosa nottata di sonno è evaporata, prosciugata. Armato di santissima pazienza mi sono infilato le ciabattine da spiaggia, mi sono strizzato nel mio costumino imprestato, messo l’asciugamano in spalle e voilà, pronto per la graticola.

Appena arriviamo in spiaggia gli altri si commuovono. “Guarda quant’è bello ‘sto mare” dice Colombo estasiato. “Guarda quante fighe” osservano Neurone Solitario, Single Ruspante e Infoiato Cronico compiaciuti. “Vogliamo trovarlo un posto o stiamo qua a far le belle statuine??” polemizzano Colomba e Ipocondriaca pratiche. “Ma chi me l’ha fatto fare!” penso io sconsolato.

La spiaggia è già affollata di persone. Di lucertole con sembianze umane. La sabbia, nera, nerissima al nero di seppia, scotta come i carboni ardenti. Il sole picchia come un disperato. Bon, visto tutto, sperimentato tutto, io sarei già pronto per tornare alla frescura dei salici. Macché. Oltre al danno la beffa. Conoscendo il mio odio atavico per il mare mi hanno eletto all’unanimità Badante di Ipocondriaca, a mia insaputa. La poverina soffre infatti di una terribile reazione allergica all’acqua salmastra, il cui solo contatto è sufficiente per trasformarla in una pustola ambulante, condizione aggravata dal fatto che le basta un raggio di sole, uno di numero, per farle prendere un’insolazione. Porta occhiali da sole speciali per impedire che le si bruci la retina con il riverbero dell’acqua e cammina con scarpe su misura per le sue caviglie fragili. A completare il tutto lamenta un leggero principio di scogliosi che la obbliga a camminare a braccetto di qualcuno per mantenersi eretta. Praticamente un Picasso, un’opera astratta, un essere umano destrutturato. Golfista s’era dimostrato ben felice di farle da infermiere, ma lei aveva declinato con garbo adducendo come scusante: “Non stiamo più insieme, ora tocca a qualcun altro starmi dietro”. Tiè.

Prevedendo che mi sarei annoiato a morte mi ero portato dietro un paio di libri, a ‘mo di consolazione. Non avevo nemmeno sfiorato la copertina che è scattata la sessione psicanalitica. “Come devo fare con Golfista??? Mi dispiace che ci stia così male, ma era la cosa migliore da fare…bla bla bla…spero che riusciremo a restare amici…bla bla bla…che il nostro affetto si evolva…bla bla bla…”

“Dio mio, ma che ore sono??” penso tra me e con un’abile mossa sbircio l’orologio. Che??? Sono passati appena 15 minuti???!!! Qualcuno venga a salvarmiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!

E in effetti qualcuno viene in mio soccorso. È Crocerossino che dopo un'abbondante nuotata torna a riva ad asciugarsi. Lui e Ipocondriaca iniziano a discutere e io ne approfitto per isolarmi nella lettura. Quando ne riemergo mancano pochi minuti a mezzogiorno. Con la scusa di andare avanti a mettere su il rancio per la truppa ritorno ai bungalow solo soletto (wuah che incredibile leggerezza!!) e ne approfitto per fare mente locale.

Mattina di presenza in spiaggia...Spuntata!

Continua…

venerdì 10 maggio 2013

Un'estate al mare - 3

Avevamo scaricato le valigie, avevamo ritirato le chiavi dei bungalow, ora non ci restava che risolvere il secondo problemino d’aritmetica della giornata e rispondere all’annosa questione: chi si prende la “camera” matrimoniale e chi si stringe nei letti a castello?? L’operazione di divisione dei materassi era resa ancor più delicata dalla recente rottura tra Ipocondriaca e Golfista dopo tre anni di tenera unione. Cosa saggia sarebbe stato che uno dormisse in un bungalow e l’altra nell’altro, ma il poveretto recentemente scaricato sperava ancora di riconquistare la sua faraona e s’era opposto con tenacia alla nostra diplomatica proposta (venata da gigantesco egoismo: chi avrebbe voluto stare in camera con due mollati freschi freschi??).

“Bhe una delle camere matrimoniali è nostra, siamo l’unica coppia, mica dormiamo nei letti a castello” rende subito chiaro Colombo. Sottotitolo: a noi il letto grande serve per fare il chupa, pensateci voi ad arrampicarvi come oranghi sugli altri.

“Io sono abituato a dormire con qualcuno se no non m’addormento” rende pubblico Neurone Solitario e nel dirlo indica Filosofo. “Dormo con lui che so che non allunga le mani”. Silenzio imbarazzante.

Single Ruspante, Infoiato Cronico e Crocerossino si squadrano, animati dallo stesso spirito di cameratismo e urlano in sincrono: “Noi dormiamo insieme”.

Quando realizzo che cosa mi aspetta mi guardo attorno, con una silenziosa preghiera negli occhi, in attesa di un aiuto insperato che non arriva. Anzi, Golfista lancia uno sguardo commosso prima a Ipocondriaca poi a me e se ne esce con un “Son contento di dormire con voi ragazzi”. Ecco, io no. Idem per Ipocondriaca che in un tentativo estremo di salvarsi pone le sue condizioni: “Vabbè, però noi nel bungalow con Colombo e Colomba, che almeno abbia un’altra donna sotto lo stesso tetto”. Andata. Tanto il peso dell’amato rifiutato ce lo saremmo gestito noi due. Maledetti loro e maledetta lei. Non poteva mollarlo sulla via del ritorno o appena tornati?? Proprio una settimana prima doveva realizzare che la storia era a uno stallo e che non aveva più senso continuare? Anche se in proposito c’era più di quello che era stata disposta ad ammettere e la vacanza presto si sarebbe tinta di giallo…

Ritemprato da una necessarissima doccia, ecco sorgere il terzo problemino d’aritmetica. Come ci dividiamo i letti?? Prima ancora che potessero accampare diritti ho detto tutto d’un fiato: “Uno dei letti sotto è mio”. “Io dormo sopra di te” mi ha seguito Ipocondriaca. “Vi voglio bene ragazzi” è stata la risposta di Golfista, segno che il caldo da alla testa. D’improvviso uno strano formicolio alle mani m’avvertì che il mio spirito da buon samaritano sarebbe stato messo a dura, no che dico, durissima prova. Cosa non avrei dato per poter essere a scalare il Gran Sasso coi gomiti!

Fortunatamente le due piazzole di nostra proprietà erano ombreggiate da un paio di favolosi salici (ombra benedetta!), sotto cui mangiavamo. Solo che da che mondo è mondo la roba non si cucina da sola. I baldi galletti della compagnia invece credevano ancora alla favola secondo la quale basta sedersi a tavola per vederla riempirsi di gustosi manicaretti e intingoli sopraffini. Di fronte a tanta pigrizia Colomba e Ipocondriaca furono categoriche: “Se noi cuciniamo sudando sette push-up, voi fate almeno la fatica di apparecchiare!!”. Si creò così una mirabile specializzazione della forza lavoro: Posatore di Bicchieri, Posatore di Posate in plastica, Posatore di Piatti, Posatore di Salviette, Posatore di Bottiglie e Posatore di Cibi. Una squisita e raffinata corte di nobili buzzurri. A me toccò la carica di Terzo Chef (sfigato il giorno in cui la Torquimamma m’aveva insegnato a far da mangiare) e Cameriere. I signori dei bungalow traevano infatti infinito piacere nell’essere serviti comodamente seduti al loro impeccabile desco. Il nostro compito era anche quello di prendere gli ordini e accontentare i difficili gusti dei nostri commensali. Niente sugo per l’uno, assolutamente vietato il pesto per l’altro, indigesto il melone a quell’altro ancora, indesiderato il prosciutto per il suo dirimpettaio.

Non era trascorso nemmeno il primo giorno e ero già li a chiedermi chi me l’aveva fatto fare, ma soprattutto…come sarei riuscito a resistere fino all’alba del settimo giorno??

Continua…

lunedì 6 maggio 2013

25coseX25anni

6Trieste mi ispira. È così. Difatti mentre ero là mi è venuta un’idea. L’ennesima. Con il 24 aprile è cominciato il conto alla rovescia: solo sei mesi mi separano dal mio 25esimo compleanno. Una bella soglia, nevvero? Per questo ho deciso di festeggiarla degnamente. Come? Ecco l’intuizione fulminante che mi è venuta: nel mio venticinquesimo anno di vita voglio fare 25 cose che non ho mai fatto prima. Non mi riferisco per forza a cose pazzesche e/o plateali. Possono essere anche cose semplicissime. Gli unici requisiti sono che io non le abbia ancora fatte, che mi vada di farle e che creda siano cose che devo assolutamente fare prima di compiere 26 anni.

“Embhè, sai che idea ti sei fatto venire, altri l’han fatto prima di te!” esclamerete e c’avrete pure ragione. Allora diciamo che voglio aggiungere la mia partecipazione a questa “tradizione”. In effetti la prima volta che ne ho sentito parlare è stato leggendo Piperpenny (in caso non la conosceste andate a sbirciare il suo blog e non ne rimarrete delusi). La cosa che mi piacerebbe fare, oltre a lambiccarmi il cervello alla ricerca di ste 25 cose, è ascoltare voi lettori, le vostre proposte e le vostre idee sulle attività che potrei fare.

Ecco quindi la MIA proposta per voi. Se avete qualcosa da suggerirmi, qualcosa che secondo voi dovrei fare nel mio venticinquesimo anno di vita, non so, un film che dovrei assolutamente vedere, un libro che dovrei assolutamente leggere, un posto che dovrei assolutamente visitare, un cibo che dovrei assolutamente mangiare, un'esperienza che dovrei assolutamente fare... qualsiasi cosa vi venga in mente, potete suggerirmela! Mandatemi un'e-mail a torquitax@hotmail.it scrivendo come oggetto 25cose (se non lo fate c'è il rischio che le prenda per spam e le cestini) e le leggerò tutte.
Nei prossimi sei mesi vaglierò tutto e alla fine sceglierò le 25 cose che non ho mai fatto prima e che farò nel mio venticinquesimo anno di vita. Man mano che le idee/proposte arriveranno le pubblicherò nell’apposita pagina 25coseX25anni, così che anche voi potrete vedere cosa è stato già proposto e orientarvi (o anche solo per vedere quello che mi è arrivato sulla scrivania!).
Il giorno del mio venticinquesimo compleanno (24 settembre 2013) pubblicherò la lista definitiva e si comincerà! Che dite, vi stuzzica l’idea??

Giusto per darvi delle “regole” e mettere i puntini sulle i, vi posso già dire di astenervi dal proporre cose appartenenti alle seguenti categorie (che tanto non verranno prese in considerazione):
- commettere qualcosa di illegale
- compiere azioni estreme (bungee jumping e simili)
- cambiare religione
- fare figli (se mai ne farò posso dirvi con un ragionevole margine di certezza che non sarà ora...)
- compiere qualcosa di osceno o che offenda la morale
- mangiare cose schifose come tarantole o altro
Siete liberi di suggerirmi di farmi un tatuaggio, e anche cosa potrei farmi tatuare, ma non vi assicuro che la cosa poi venga presa in considerazione. In ogni caso ho 6 mesi per pensarci.
Sì, probabilmente ora di compiere venticinque anni la cosa più eccitante che potrò fare è vincere al gioco dell’oca, ma chissenefrega!

Per aiutarvi a darmi idee, vi riporto alcune cose che potreste volermi suggerire, ma che ho già fatto e che quindi non vale la pena suggerirmi:
- sono già andato una settimana al mare (e non lo rifarò mai più)
- ho fumato
- ho preso un aereo per andare a conoscere perfetti sconosciuti
- ho pattinato sul ghiaccio (e non vedo l’ora di rifarlo)
- ho fatto un paio di blogger incontri (e spero di farne ancora tanti)
- ho imparato a separare il bianco dal rosso d’uovo (so’ soddisfazioni!)

Per il resto sbizzarritevi con idee e proposte, io le aspetto con ansia!!

Grazie Piperpenny per avermi lasciato prendere spunto dalla tua pagina dedicata e dal lato organizzativo della cosa!!

giovedì 2 maggio 2013

Reportage - Trieste & Risposte

Ebbene si, la meta del mio viaggio è stata Trieste. Io credevo che l'avreste indovinata dubito, dato che è la location in cui ho ambientato Filippo e invece, se Eireen non si fosse intestardita nel voler indovinare a tutti i costi, nessuno l'avrebbe imbroccata. Bhe è bello vedere che non sono così prevedibile, dopotutto. Eireen ha gentilmente girato le tre domande "personali" in palio a Jane Pancri Cole che non ha perso tempo e me ne ha fatte 3 toste. Per ciò prima di passare alla galleria fotografica, Pancri, ecco le mie risposte:

1) Qual è il ricordo d’infanzia più antico che hai o, a tua discrezione, quello che ritieni più significativo?
Ho optato per il ricordo d’infanzia più significativo. La domenica mattina, specialmente in primavera, prima di alzare la tapparella, con la luce che filtrava dei buchi, giocavo con le lenzuola. Era un momento solo mio, in cui ero solo e potevo fare qualcosa di “proibito” prima di cominciare la giornata. Mi mettevo in piedi sul letto, con il lenzuolo in mano e poi mi lasciavo cadere a peso morto sul materasso. Pian piano il lenzuolo svolazzando cadeva e mi godevo quell’abbraccio “aereo”, carezzevole, leggero e tenero. Mi sentivo libero e euforico e ridevo sotto le coperte! Ne avevo fatta una delle mie ed ero l’unico a saperlo. Quando si dice divertirsi con poco…

2) Il momento più imbarazzante della tua vita?
C’ho dovuto pensare a lungo per trovare IL momento imbarazzante e tra tutti quelli riesumati il podio d’onore lo vince accompagnare la Super Genia in farmacia a comprare il lubrificante alla ciliegia. E voi direte “E non poteva andarci da sola??”. Si, se avessi saputo prima cosa andava a comprare. L’ho saputo quando eravamo davanti al bancone e lei scioltissima ha chiesto al farmacista “Ce l’avete ancora il lubrificante alla ciliegia o l’avete finito?”. “No, guarda, è dietro la colonna dei preservativi” ha risposto lui professionale. Poi ha guardato me e m'ha strizzato l’occhio. Io sono svampato come un personaggio dei cartoni animati, con la faccia che diventa rossa dal collo in su, gli occhi ridotti a due puntini neri e le orecchie che fumavano dalla vergogna. Quando siamo usciti in strada ho avuto solo la prontezza di chiederle “Perché proprio quello alla ciliegia?”. “Perché è il migliore provato finora –mi ha spiegato serafica – quello al limone lo rende troppo acido e quello basico non sa da niente. Questo qui invece ha un bel retrogusto fruttato”. In confronto lo smanazzamento al metal detector mentre m’imbarcavo per Francoforte è stato un check up di routine dal medico.

3) Il libro più brutto che hai letto? Ma non vale nominare un libro universalmente riconosciuto come tale. Io voglio sapere se ne hai uno, che tutti definiscono un “capolavoro” o un “grande classico”, e a te, invece, non è piaciuto per niente. Confessa! Anche qua Pancri mi hai messo in crisi e ho dovuto fare ore di mente locale. E ho scoperto che di libri da tutti definiti “capolavori”, ma che a me han fatto caghé ne ho letti parecchi. Per citarne alcuni: Morte a Venezia (Mann); Passaggio in India (Forster); Il giro del mondo in 80 giorni, Michele Strogoff (Verne); Fontamara (Silone); Il Grande Gatsby (Fitzgerald); Jack Frusciante è uscito dal gruppo (Brizzi); Il giovane Holden (Salinger). Ma il libro più brutto in assoluto che ho dovuto leggere sono stati loro: I Malavoglia. Arrivarci in fondo è stato un autentico sforzo di volontà. E no, non potevo mollarlo li a metà perché era il libro di lettura della quarta liceo. Ironia del destino voleva che la mia prof di italiano portasse lo stesso cognome dell’autore. Nome omen!

E ora il Reportage!! Prima di lasciarvi alla galleria fotografica (che stavolta ho corredato di didascalie che vi torneranno utili per riconoscere i "luoghi" di Filippo), una piccola precisazione. A Trieste c'ero già stato in gita in terza media. Una gita massacrante di un giorno suddivisa nel seguente modo: mattina Miramare, primo pomeriggio velocissima scorrazzata per il centro, seguita dalla visita guidata alla Risiera di San Sabba di tristissima memoria. Ricordavo pochissimo di Miramare, niente della città e molto della Risiera che è stata un'esperienza sconvolgente che andava fatta, ma che non rifarò mai più (per questo non potrei mai andare a Dachau o Auschwitz, muoio prima). Ho rinfrescato i ricordi e scoperto una città bellissima e affascinante, un ideale incrocio tra Venezia, Vienna e Roma. Ho fatto tantissime foto che ho diviso in due gallerie apposite: Trieste...

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...e Miramare:

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Se hai voglia di farmi sapere che ne pensi di Trieste dalle foto proposte...lasciami un commento!!