mercoledì 30 novembre 2011

Primi passi per l'integrazione

Facendo un rapido conto die giorni sono qui a Monaco da due settimane e mezzo. Sembrerá incredibile, ma non ero mai stato lontano da casa per cosí tanto tempo. Mi ero assentato dal mio bel quartiere adagiato tra le colline al massimo per una settimana, otto giorni dandogliela tutta. Con oggi invece fanno 18 giorni tondi tondi che ho preso la valigia, ho salutato tutti e sono salito sul treno.
18 giorni che mi sembrano una vita, tutta una quotidianitá. La qualitá del tempo, delle esperienze hanno alterato il tempo reale. Misuro tutto secondo un mio tempo interiore. Io sono qui da anni. Anni che mi hanno donato un´assuefazione a un nuovo ambiente che ora armeggio abbastanza bene. Le metro, gli autobus, passeggiare da Marienplatz fino a Stachus o sedermi pensieroso su una delle mille panchine che affollano il giardino della Residenz. E stare semplicemente li. Tutto mi è familiare, come se qui ci fossi nato. Magari le vere sfide sono ancora da venire, ma fin´ora non ho ricevuto grossi traumi (tranne la ricerca alloggio su cui ho speso giá un milione di parole). La metro è facilissima da girare, la sua efficienza piacevolissima. La gente silenziosa, finalmente si puó pensare in santa pace anche per strada o alla fermata dell´autobus. Qui si legge e non si parla al cellulare. Questo è un costume che ammiro e stimo senza riserve. Ogni tanto se sono di buona si mettono a fare conservazione, ma poi non ti attaccano la pezza per tutto il tragitto, non appena arriva la metro o il bus ognuno si fa gli affari suoi. Dio ti ringrazio di tanta grazia.
Considerando tutta questa increibile amalgama di positivitá, accoglienza e immediata familiaritá, è stato per me del tutto naturale cercare di adattarmi il piú possibile agli usi degli autoctoni. Non piú tardi di mercoledí o giovedí scorso mi sono recato da Hugendubel a Marienplatz (sei piani di libri è il paradiso in terra per il sottoscritto) e ho girato tutta la libreria con la ferma intenzione di non uscire da li senza non aver comprato un libro da poter leggere in metro e tramite cui migliorare il mio tedesco. Insomma qua o un giornale, o un e-book o un libro vero e proprio è richiesto per cominciare bene la giornata. A tale meraviglioso, educativo e commovente costume dovevo adattarmi. Cioè loro leggono e io no??? Non sia mai. Gira che ti rigira ho trovato il libro che fa per me. Appena l´ho visto sullo scaffale ho pensato che era li che mi aspettava. Curiosi di sapere che libro è? Facile, ve lo dico subito. La Storia Infinita di Michael Ende. Anzi, meglio detta Die Unendliche Geschichte. Ora alla mattina prendo la metro e quando riesco a sedermi la tiro fuori dalla mia tracolla e mi metto li a leggere. Cominciare cosí ogni singolo giorno è una sinfonia. In questo modo arrivo in ufficio giá con qualche infarinatura di tedesco e mi sento meno arruginito del giorno prima.
Alta cosa che non mi ha creato alcun problema di adattamento è farmi bellamente colazione alla scrivania. Il primo giorno sono arrivato a digiuno, guardandomi attorno per studiare un po´l´atmosfera e capire come ci si muove in un ufficio non italiano. Dopo aver visto che tutti mangiavano e trangugiavano come luridi comodamente seduti alla scrivania, mi sono semplicemente adattato. La mattina dopo nella Ostbahnhof ho adocchiato un baracchino self-service con cornetti di tutti i tipi a 50cent, ne ho preso uno e me lo sono mangiato alla scrivania. Nessuno ha fiatato, anzi, la mia tutor mi ha augurato buona colazione. Da quella mattina li io mi compro la brioche in stazione e me la magno alla scrivania. Semplice e tranquillo.
Qui non frega a nessuno dove vai. Da noi devi avvertire se vai in bagno, se vai a bere, se vai a mangiare, se vai a prendere una boccata d´aria. Insomma avverti per qualsiasi cosa che non credano che te ne vai e scappi in Guatemala. Qui no. Devi andare in bagno? Senza fiatare o avvertire nessuno, ti alzi, infili la porta e vai in bagno. Punto. Quando hai fatto torni e tutti felici come prima. A questa felice usanza mi sono acclimatato dal primo giorno. E meno male che qui funziona cosí.
I languorini spopolano. Come detto ieri a mezzogiorno cascasse il mondo si fa in mensa, si augura Mahlzeit ai colleghi, e ci si rivede tra una mezz´ora. Rientrati dalla mensa peró lo stomaco non è ancora del tutto a posto. Ecco allora comparire i RitterSport o, non piú tardi di ieri, la torta di noci e cannella con rivestimento di pastafrolla. Si mette sul bancone a disposizione di tutti e quando se ne vuole un pezzo, senza tante cerimonie ci si serve. E nessuno fiata.
O giá come l´impressione che finiti i sei mesi mi fermeró qui…
Adoro stare qui. Monaco non ti lascio piú.

martedì 29 novembre 2011

Vita da ufficio

Dopo avervi ragguagliato con il post precedente sulla mia attuale situazione, penso sia venuto il tempo di parlarvi del mio ufficio e delle colleghe che mi circondano.
Poiché non mi è permesso fare pubblicitá al mio ente ospitante o quant´altro d´ora in poi il mio posto di lavoro si chiamerá UF (ovvero Ufficetto Tedesco) e le mie colleghe CT (Colleghe Tedesche), magari nel corso del tirocinio le differenzieró se no non ci capite piú niente voi e neanche io!
Per la prima volta nella mia vita ho una scrivania tutta mia, un computer tutto mio e pure un telefono personalizzato che ancora non mi sono azzardato a utilizzare nel timore di fare figure di pero e spaventare la persona all´altro capo con il mio tedesco avvinazzato. Per me è una cosa del tutto nuova poiché non ho mai lavorato in vita mia. Ebbene si signori, sono uno di quei classici polentoni che fanno una cosa alla volta. Fino a quattro mesi fa sgobbavo sui banchi dell´universitá, ora mi do da fare comodamente seduto alla scrivania. Sono un tipo da una cosa alla volta!
Immaginate la mia ansia e le mille e mille aspettative che avevo il primo giorno di lavoro. Fantasticavo colleghe super efficienti, burbere, silenziose, con sempre qualche pratica in mano da sbrigare, riservate e attente. Temevo i loro sguardi accigliati mentre mi esprimevo nel mio tedesco masticato, vedevo giá le loro menti lavorare a pieno ritmo nel tentativo di decifrare il mio pensiero. Pregavo per non fare brutte figure il primo giorno o, roba ancora peggiore, tipo grippargli la fotocopiatrice o fargli fumare il fax.
Le mie paure sono rimaste tali. Nessuna di queste catastrofi si è avverata. Al contratrio. Dopo una settimana e mezza (abbondiamo va´) di lavoro qui, mi sono fatto l´idea di essere atterrato nell´ufficio piú italiano di tutta Monaco. Qui si fa tranquillamente colazione alla scrivania appena si arriva e nessuno ti dice niente, anzi ti invogliano a mangiare augurandoti buona colazione. I momenti di silenzio sono pochi. Le CT si berciano da una scrivania all´altra i fatti loro. Dove sono andate nel fine settimana, cosa hanno fatto, ma soprattutto ridono. Qui si ride un botto. Io non capisco ancora la loro comicitá. A dirla tutta capisco ancora tre parole su venti. Quindi il piú delle volte vado a senso, oppure mi faccio mostrare con esempi quello che devo fare. Capire è un conto, eseguire un altro. Per il momento peró tutto fila lascio. L´atmosfera è rilassata, oserei dire svaccata al massimo. Le CT mangiano di tutte le ore e di tutto. C´è quella che io chiamo la Mangiona perché dal momento che mi siedo alla scrivania (circa alle 9) non la vedo mai riposare le mandibole. Oggi quando sono arrivato era li che si lavorava una carota annaffiata da una tazza gigante di latte freddo. Nel corso della mattina (dovete sapere che la Mangiona fa il part-time quindi a mezzogiorno leva le tende) poi, in media si fa fuori minimo un´alltra carota, passa quindi alla mela, verso le 11 ha un languorino diverso e allora ammazza un bicchiere di yogurt da 300grammi per finire in bellezza, prima di salutarci, con una tazza di thé aromatizzato seguita da un mandarino. Secondo me mette via il grasso come gli orsi in previsione dell´inverno. Oppure non ha voglia di farsi da mangiare quando arriva a casa e allora mangia come una disperata cosí quando arriva a casa è giá piena e non deve mettersi su un padella di Würstel. Anche se non scommetterei molto sulla seconda opinione. Mi sa che quando arriva a casa vuota comunque la dispensa.
A differenza invece di noi italiani, o mia non so, qua le verdure cavalcano l´onda. In mensa appena entri, subito dietro la lavagnetta con il menú del giorno, c´è l´angolo verdura-insalata fai da te, che io bazzico solo in caso sia disponibile la sgavettata di Kartoffelnsalat. Se no mi dirigo spedito all´angolo dolci/dessert, zuppe e piatto del giorno. Loro invece se non accompagnano la carne o la “pasta” o qualsiasi altra cosa con una terrinetta di verdura non son contenti. Difatti il primo giorno in mensa mi hanno chiesto sfrasato: perché non hai preso la verdura. Ehm….io non la mangio….
Domanda seguita subito dopo dalla constatazione: ma mangi cosí poco??? Certo che mangio cosí poco, la vostra kleine Portion è una media delle nostre. In piú io ho lo stomaco della capienza di un uovo di quaglia. Va da sé che io a confronto loro mangio come un cardellino. Tenendo poi ulteriormente conto che qui la pausa pranzo dura una mezz´oretta scarsa, ovvio che non mi abbotto di roba, se no poi finisce che mi appisolo sulla scrivania. Ah e mi raccomando tenete bene a mente che qui la pausa è a mezzogiorno spaccato. Né un minuto di piú, né un minuto di meno. Il primo giorno ci sono rimasto come uno scemo quando alle 12 precise mi hanno trascinato in mensa. Io ero li che tiravo le 13, come è buon costume in Italia. Neeeeeeeeeeeeeeeee. Qui siamo in Germania, qui si mangia prima. All´una è giá mezz´ora che io sto di nuovo alla scrivania a fare quello che devo fare.
Quando torni in ufficio peró c´è sempre una sorpresa. Una sorpresa chiamata RitterSport. Ogni giorno una delle CT ne porta una tavoletta e la “regala” all´ufficio. Questo è un costume che devo ammettere di gradire molto. E visto che il secondo giorno giá m´ero adattato a mangiarmi bellamente la mia brioche al cioccolato alla scrivania, ho deciso che a breve mi doteró di una tazza tutta mia cosí da potermi anch´io fare i thé o le cioccolate calde.
Dopotutto siamo nell´Unione Europea, sono qui per studiare da vicino la popolazione germanica e cercare di adattarmi il piú possibile ai loro usi e costumi. E allora che adattamento sia!
PS: anticipo giá che alcuni tentativi mossi in questa direzione sono stati coronati da successo, ma questa è un´altra storia e deve essere raccontata in un altro post!

lunedì 28 novembre 2011

Incredibili sviluppi

Cari lettori, eccomi di nuovo tra voi.
Dopo una settimana e piu´ di silenzio vi posso ragguagliare sugli ultimi sviluppi dell´avventura-disavventura monachese.
Prima di tutto come avrete capito sono ancora qui. Anzi al mio attivo ho giá una settimana di lavoro nel mio bel ufficetto tedesco e oggi é il secondo lunedi che passo qui. Praticamente un sogno! So che starete morendo dalla curiositá e vorrete sapere come ho risolto il problema sistemazione, dannatissimo alloggio. Non ci crederete mai, ma domenica quando ormai avevo perso ogni speranza e stavo di nuovo impacchettando la valigia, pronto e rassegnato ormai a tornarmene a casa, l´angelo Eireen é venuto in mio soccorso e mi ha salvato offrendomi un posto letto nella sua schiccosissima casetta di marzapane dal tetto a punta e le finestre piccine picció. Quando mi ha offerto tanto posto letto io ho visto la luce in fondo al tunnel. Mentre mi offriva cotanta ospitalitá, fidatevi non sto esagerando, mi tremavano le gambe. Lei ha salvato il mio sogno. Tutt´ora non so come ringraziarla né come sdebitarmi. Con il suo aiuto mi ha regalato questa meravigliosa esperienza e soprattutto mi ha dato l`opportunita di godere a pieno dell`occasione a cui stavo rinunciando per cronica mancanza di alloggi.
Fermi tutti peró. Non pensiate che la mia ricerca sia finita. Tutt´altro. Eireen mi ha offerto una sistemazione temporanea, diciamo cosí una base d´appoggio da cui proseguire con un attimo di respiro la ricerca dell´agognata casa/camera o quello che é. E difatti, altra incredibile news di questo post, è che sabato sono finalmente riuscito a ottenere un appuntamento per andare a vedere una casa. E questa benedetta casa l´ho vista! Non ci potevo credere! Finalmente sono riuscito a vedere una casa qui a Monaco. Ora che la via è aperta niente piú e nessuno mi potrá fermare. Se dovessi riassumere l´esperienza la definirei con due parole: una soddisfazione. Premetto che me la facevo sotto all´idea eh. Voglio dire io sono qui solo, non ho nessuno che mi possa indirizzare, offrire un´indicazione o mi indichi quello che potenzialmente non va o va in una casa. Per non parlare poi dell´annosa questione: come farsi capire in queste situazioni. Il mio tedesco è quello che è e anche in italiano avrei difficoltá a capire di contratti, postille, cauzioni e compagnia briscola. Invece per fortuna l´affittuario era un ragazzo molto simpatico, paziente e disponibile e mi ha spiegato tutto per bene e ha sorvolato alla grande sui miei eventuali strafalcioni nella lingua teotisca. Ce l´ho fatta. Questo è quello che conta, per ora. Se vi state chiedendo se la prenderó sta casa vi dico per direttissima che ci sto pensando. Ho inviato anche altre richieste e voglio tenermi aperte piú porte possibili. Ora che la cosa si è sbloccata, meglio approfittarne no?
Lasciando da parte questo argomento so anche che state morendo dalla curiositá di sapere com´è lavorare nel mio ufficetto tedesco, come sono le mie colleghe (perché vi anticipo giá che sono circondato da sette donne), come me la cavo con il tedesco e come si svolge la mia attivitá di praticante. Bhe, sono spiacente, ma per oggi dovrete attendere. In fondo avete giá ricevuto una valangata di nuove, succosissime informazioni no? Direi che per oggi puó bastare. Nel caso non lo fosse abbastanza chiedo venia in anticipo.
Ultimo pensiero del post di oggi: in vari blog si parla tanto di incontri tra blogger…qui siamo invece giá al passo successivo, la convivenza. Se tra le vostre mille domande c´è anche quella “ma come sará per Eireen avere in casa Toquitax”, posso solo dirvi di chiedere direttamente a lei no? Sono sicuro che soddisferá con piacere la vostra curiositá.
Tschüß an alle!!!!!!!!!!

sabato 19 novembre 2011

Riassunto del disastro

Oggi è sabato e praticamente la settimana di ricerca alloggio è finita. Domattina devo liberare la camera alle 10 e poi sono in mezzo ad una strada. Se volete un riassunto breve, conciso ed esatto della ricerca mi bastano due parole: un disastro.
Le ho provate tutte e tutti i miei tentativi sono naufragati alla grande. Non ho piu idee, non so più cosa provare nè tentare. Ho mandato almeno una quarantina di mail e nessuno mi ha risposto. Sono andato ancora due volte in mensa a cercare annunci e niente di fatto. Ho provato a chiamare un tizio e la camera era da arredare, per cui niente. Ho chiamato un'altra e dopo una specie di trattativa mi ha liquidato dicendo che i praticanti sono una fonte insicura di entrata d'affitto e quindi ciao. Ho mandato messaggi convulsi a chiunque potesse aiutarmi. Ho chiesto aiuto all'istituto di Cultura Italiana, al Goethe Zentrum di Monaco, sono andato personalmente allo studentato della Caritas per sentirmi dire che si può fare richiesta, ma hanno precedenza i più bisognosi. E quindi bisognava allegare tutta una trafila di carte, referenze, presentazioni da parte della scuola, del prete e altro. Un buco dopo l'altro. Le ho provate veramente tutte. Ho scomodato la gentilissima Eireen che si è offerta di appendere un annuncio a mio nome nella bacheca della sua azienda. Sono sfiduciato e stanco di urlare nel deserto. I siti ormai mi si accavallano davanti gli occhi e gli annunci li conosco quasi a memoria.
Ieri poi c'è stata la ciliegina sulla torta. L'ultima batosta finale che mi ha tolto la speranza e il respiro. Dopo tutti sti tentativi ho gettato la spugna. Ho pensato che se con i miei mezzi non riuscivo a trovare uno straccio di stanza, camera, divano, materasso pulcioso, era ora che scendesse in campo l'artiglieria pesante. Sono andato in una delle tre agenzie immobiliare in croce di Monaco. Quando ho spiegato il mio problema la signorina dietro il bancone mi ha detto che si può fare e mi ha illustrato già un paio di offerte. Tutto bene. Quasi idilliaco. Mi mette in mano una sorta di contratto in italiano, una richiesta scritta di mediazione diciamo. Le dico che mi serve tempo per visionarlo che, disperato si, ma non fesso. Prima lo volevo visionare per bene. Tornato in camera me lo sono letto e riletto. Nella parte relativa alle modalità di pagamento c'era un continuo tira e molla tra IBAN e non IBAN, carta di credito, bonifico, bancomat. Insomma era ambiguo e il mio sesto senso di italiano si è messo in allarme. Qua mi son detto bisogna chiedere. Torno in agenzia e chiedo. Subito sembrava che non ci fossero problemi. Poi la donnina ossigenata ha dato una virata vigorosa e la storia risultata è che: accettano solo carte di credito rilasciate da una banca tedesca presso cui hai aperto un conto corrente. Niente carte di credito italiane, niente bancomat, non c'erano bonifici che tenevano. O così o pomì. Bene, grazie e arrivederci. Ho infilato la porta e buonanotte ai suonatori. Sono uscito che il mio muso toccava terra. Cestinata pure questa ultima sottilissima speranza, io do forfè.
Oltre al danno la beffa.Ttorno in camera, controllo la posta e vedo che uno mi ha risposto alla mail. Stavo quasi per gridare al miracolo. Lo leggo e vedo che non c'entra una mazza con quello che avevo chiesto. Mah. Bho. Non capisco. Tempo dieci minuti e me ne arriva un'altra di mail in cui lo stesso tizio mi diceva che la mail non era per me, di scusarlo che mi aveva confuso con un altro "candidato". Bang, mazzata sul collo.
Mi sarei messo a piangere. Ero come dire annientato. Lo so che posso risultare piagnone, arrendevole e moscio. Ma io sono fatto così e qui mi sto scontrando con i miei limiti. Più di così non so che altro fare. A meno che non accada un miracolo, io sono pronto a chiudere la valigia, salutare i miei mancati colleghi e salire sul primo treno della mattina per Verona.
Si perchè ieri mattina in sé la giornata era cominciata anche bene. Ero andato a presentarmi in azienda per portare a firmare le carte del Learning Agreement. E allora li mi hanno presentato allo staff, mi hanno mostrato la mia scrivania e il mio computer. Tante belle cose. La Super Genia mi ha detto di resistere, di trovare comunque una soluzione alternativa. Vorrei darle ascolto e so che da un lato ha ragione. Oggi voglio stare in raccoglimento, ho tanto da elaborare e metabolizzare, ma soprattutto tanto da accettare.
Spero che qualcosa cambi, altrimenti domattina dopo aver liberato la stanza dovrò andare in stazione a fare il biglietto di ritorno a casa.
Che schifo.

martedì 15 novembre 2011

Die Suche geht weiter...

Eccoci a martedì. Secondo giorno della caccia al tesoro (sarebbe il terzo, ma domenica è stata usata solo di viaggio quindi non la conto). Ieri mi sono dedicato all’informazione e sensibilizzazione, alla richiesta e alla ricerca. Tutti elementi indispensabili senza l’aiuto di Internet che ho provveduto subito a farmi attivare. Al momento mi trovo al Kolpinghaus, studentato a tre vie dalla stazione che offre anche stanze per turisti a mo’ di pensionato.
Dopo aver compiuto il primo passo essenziale mi sono dato al secondo: la mobilità illimitata. Benvenuta Isarcard che mi permette di prendere qualsiasi mezzo di trasporto dalle 9 in poi per tutte e tre le zone della Innenraum. Poi visto che ero a un tiro di schioppo sono andato a informarmi all’Ufficio Turistico tre porte più in là della stazione (dove potevo andare se no?). Li ho spiegato la mia situazione e udite udite la signora del bancone si è detta scandalizzata per la mia situazione da “letto disperatamente cercasi”. La sua gentile frase di incoraggiamento è stata: “Non smetta di insistere con l’ente che la ospita, dovrebbe essere lui per primo a metterla in grado di trovare qualcosa, dovrebbero pensare loro a questo problema”. Non lo dica a me volevo risponderle. Com’è come non è sta patata bollente tocca a me. Comunque il suo consiglio si è rivelato valido. Mi ha detto di andare su muenchen.de e cercare la lista aggiornata di tutti i Wohnheime registrati. Grazie cocca ottima dritta.
Già che ero per strada sono andato a farmi un giretto alla mensa dell’Università, a visionare annuncio per annuncio alla ricerca di quello che faceva al caso mio. Ce n’erano pochissimi. Lo so che penserete, ma capitano tutte a questo qui, ma vi giuro che se avessi cercato un lavoro come insegnante di italiano,  traduttore, ripetizionista d’italiano ecc avrei trovato penso una 20 di clienti papabili. In fatto di coinquilini ne ho reperiti due, non ancora esauriti. Gli altri erano tutti con la parte inferiore massacrata e strappata, bello l’annuncio rimasto, altrettanto il numero di telefono scomparso. Degli altri che mi erano rimasti c’era l’indirizzo mail. Ho mandato una mail a entrambi, ma per il momento tutto tace.
Tornato al covo operativo ho attivato internet e ci ho dato dentro con la ricerca. Ho trovato la pratica lista di Wohnheime e ho cominciato a passarli alla grande. Purtroppo ho dovuto fare una scrematura. Eliminando quelli prettamente femminili, quelli altamente specializzati (rivolti solo a studenti delle Hochschule per esempio) e quelli già visionati da casa, me ne sono rimasti quattro. Per la legge del copia/incolla ho mandato a tutti una mail uguale e ho atteso gentile riscontro. Tre hanno già risposto dicendo che posto non ne hanno, uno addirittura è pieno fino a agosto 2012, mazza! Aspetto il quarto per vedere che mi dice, sperando nella grazia divina.
Direi comunque che come primo giorno di attività non c’è stato male. Ho già scartato un bel po’ di alternative, in questi casi le mail sono stracomode, senza correre da un lato all’altro della città ho già avuto delle risposte e posso occupare la mente con altre idee e/o progetti. Oggi è martedì e inizia il secondo giorno della caccia al tesoro. Se vorrete illuminarmi ancora sono qua!

giovedì 10 novembre 2011

Sentimenti in libertà

Non sono ancora partito e già mi sento benissimo e malissimo allo stesso tempo.
Benissimo perchè vado a Monaco, perchè ci vado a lavorare, perchè la potrò chiamare casa per sei mesi.
Malissimo perchè lascio casa mia, il mio quartiere e le mie colline, la Super Genia, perchè vado incontro all'ignoto, in una casa nuova, con una valigia come armadio e il tedesco come lingua di tutti i giorni.
Benissimo perchè ho sperato, ho pregato, ho cercato questa opportunità e mi sono smazzato per avere il diritto ad averla.
Malissimo perchè ho paura della nuova routine, di non farcela con la spesa, la casa, eventuali coinquilini e casini burocratici, di non sopportare il freddo intenso, gestire il pacchetto espatrio.
Benissimo perchè parlerò tedesco tutto il santo giorno e lo migliorerò, potrò andare finalmente nei musei, passeggiare per calma per le strade senza comitive da aspettare, gruppi da sopportare.
Malissimo perchè mi impensierisce la ricerca della casa, la fatica del lavoro, le corse in metro quando io sono abituato al puro autobus.
Benissimo perchè è la mia prima vera occasione fuori di casa, indipendente e libero.
Malissimo perchè è la mia prima vera occasione fuori di casa, indipendente e libero.
Benissimo perchè ho l'occasione di poter dimostrare agli altri ma soprattutto a me stesso chi sono, cosa so fare e se ho le palle al posto giusto.
Malissimo perchè stavolta non ci saranno i miei a consigliarmi, guidarmi, mettermi in guardia. Se ci saranno casini saranno unicamente ed esclusivamente miei.
Benissimo perchè quando tornerò per le vacanze di Natale gli incontri saranno più gioiosi che mai e ci saranno ore e ore di esperienze da scambiare, discussioni e gossip arretrati.
Malissimo perchè per questo periodo uscirò dalle vite delle persone a cui voglio più bene e la loro routine non coinciderà più pressappoco con la mia. Le nostre vite si slegheranno per un po' e temo di non ritrovare quella confidenza e quel calore al mio ritorno.
Benissimo perchè ho coronato un sogno da lungo cullato e desiderato e ora sono messo di fronte alla vastità della mia scelta.
Malissimo perchè un sogno è stato esaudito e presto ne nasceranno altri nuovi con il loro carico di aspettative, ansie, gioie, delusioni, speranze.
Benissimo perchè finalmente potrò stare a stretto contatto con questi bavari, tedeschi atipici e relazionarmi con loro. Forse persino scherzarci.
Malissimo perchè non so cosa mi aspetta dietro l'angolo, se la classica freddezza teutonica o se l'esuberanza bavara che un po' cozza con la mia timidezza un po' indagatrice.
Benissimo perchè già solo il viaggio in treno è un'avventura meravigliosa e vedrò un paesaggio nuovo e tante stazioni mai conosciute prima.
Malissimo perchè l'arrivo al binario alla Hauptbahnhof significherà la fine del sogno e lo scontro con la dura realtà e li bisognerà mettersi le gambe in spalla e filare.
Benissimo perchè è semplicemente Monaco.
Malissimo perchè non è casa.
Oggi sto così. Domani chissà. Intanto mi godo tutto quello che sento.
Continuerò a lasciarmi sorprendere. In bene e in male.
Sentendomi benissimo e malissimo.

martedì 8 novembre 2011

Nuvole sparse con qualche schiarita

Caro diario telematico,
oggi sono andato a Trento a firmare il mio contratto di tirocinio. Mi hanno accompagnato il papà guidatore e la mamma zuccherina. Pioveva a catinelle e sulle montagne che costeggiano l'autostrada si rincorrevano i nuvoloni di nebbia. Sembrava una scena da Signore degli Anelli, mi sentivo Frodo insieme alla Compagnia che si fa una scampagnata nei boschi nei dintorni di Moria. Mi faceva un effetto strano percorrere per l'ennesima volta quell'autostrada. Ormai quante volte l'avrò percorsa? Bha, tante comunque.
I tergicristalli spazzavano via le gocce di pioggia mentre filavamo verso Trento. Un gentile cartello autostradale ci ha informato per tempo che l'uscita di Trento centro era chiusa, così abbiamo ripiegato su Trento sud. Seguiti i cartelli diligentemente siamo riusciti a trovare parcheggio dietro il Castello del Buonconsiglio. Meglio di così si muore. Scendi, apri gli ombrelli e incamminati verso l'Università. Cammina cammina. Ci siam negati per bene le scarpe. Finalmente siamo giunti a destinazione, nella stessa sede dove avevo sostenuto il colloquio orale. Chiedo al gentile omino che sta dietro al bancone dove posso trovare l'ufficio internazionale.
"L'Ufficio oggi apre dalle 15 al pubblico"
"Ma io ho un appuntamento. Mi hanno detto di presentarmi qui alle 10"
"Con chi deve parlare?"
"Con Drusilla Polemoni"
"È strano perchè di solito mi avvisa se ha appuntamenti al mattino. Non so nemmeno se farla salire"
"Eh ma a me hanno detto così"
"Un attimo che chiamo su e controllo"
... e li stavo mandando giù maledizioni perchè se mi aveva fatto venire alle 10 e magari si era pure dimenticata che mi aveva dato lei appuntamento, appena la vedevo la crepavo di parole. L'omino annuisce al ricevitore varie volte, infine riattacca.
"Ah si, aveva ragione lei. Si era dimenticata di avvisarmi. Salga pure, 4 piano"
E via di scale. La graziosa signorina era li ad attendermi in cima alle scale, davanti alla porta dell'ufficio. Ci fa gentilmente accomodare e mi scodella una cartellina dopo l'altra piena zeppa di documenti, dichiarazioni, moduli da compilare e autografi da fare. Ha comiciato con l'illustrarmi le varie modalità che mi sono letto da me e che ormai non sono più novità, ma formalità date per assodate. Mi ha fatto firmare il contratto e poi con fare sopreso guarda le date stampate sopra e esclama:
"Ah che bello, ma quindi parte già domani?"
"A dire la verità no. Mi servirebbe più tempo. Ma penso di potermi organizzare in qualche modo per venerdì. Se i tempi che mi avete dato sono quelli cerco di rispettarli. Se dovessi cominciare a lavorare in ritardo mi scuserò in prima persona"
"Ah perchè ci sono problemi logistici? Bhe ma allora vediamo di rimediare. Quando vorrebbe partire?"
"Minimo domenica 13"
"Allora mi aspetti un attimo, vado a ristampare la pagina del contratto con le date. Intanto mi riempia con i suoi dati questi altri moduli"
Ollà. Caro diario mi sono sentito un figo e penso finalmente di aver capito come far funzionare la burocrazia in Italia. Facendo i finti tonti e scaricando i barili. Non appena la gentile signorina ha saputo che indirettamente avrei dato la colpa a loro, mi ha cambiato le date. I miracoli bisogna anche saperli far accadere, in certi casi.
Tutta baldanzosa è tornata con il contratto modificato, ho firmato altri fogli denominati Learning Agreement che una volta a destinazione dovrò provvedere a far firmare dalla mia tutor e poi mandarne due copie a Trento. Vabbè, si farà anche questa. Ora l'importante è aver un attimo posticipato la partenza perchè io strangolato e ansioso non voglio partire. Voglio fare le robe fatte bene e con ordine. Strette di mani e auguri, ci sentiremo presto e ciao. Ah per inciso io sulla borsa ci pago pure di tasse, quindi la somma erogata è lorda. Ah però. Ora della fine mi resterà unicamente la gloria di aver vinto il posto grazie al mio tedesco pazzo. Bhe prendiamo quello che viene va là, di più non possiamo chiedere.
Dopo tanta pioggia sulla via del ritorno il cielo era ancora nuvoloso, ma non pioveva più. Verso Sud si intravedevano pure delle strisce di luce chiara. Mi sono rassicurato.
L'hai capita la metafora, diario mio?

lunedì 7 novembre 2011

Ingombrante burocrazia

I passi per l'espatrio lavorativo proseguono a rilento, in larga parte grazie all'amicissima burocrazia che in Italia strangola e manda in bestia anche i più pazienti di noi.
Una volta divenuto assegnatario della borsa di studio, sono diventato assegnatario anche di una quantità spropositata di burocrazia, carte da firmare e pratiche da sbrigare. La prima delle quali è stata la formale accettazione della borsa che dovevo reinviare firmata e compilata entro 3 giorni dal ricevimento o via fax o via mail. L'originale però era da inviare per raccomandata postale. Quindi per inviare una carta ho dovuto spedirla due volte e farmi la coda in posta. Bon. Poi per essere borsista non potevo essere iscritto a nessun corso universitario perchè il progetto è rivolto formalmente a "neolaureati disponibili sul mercato del lavoro". Venerdì allegro giro in segreteria studenti per disiscrivermi: carta da bollo e un modulo da compilare, riconsegna del libretto e chiusa li. Mattine che se ne vanno, file che si fanno, pazienza che si assottiglia, orologi che corrono.
Altra richiesta è che il borsista sia intestatario o cointestatario di un conto corrente, postale o bancario non importa, basta che si sappia dove depositare sta borsa di studio (che per inciso mi verrà versata 45 giorni dopo l'inizio effettivo del tirocinio). Bene. Stamattina sono andato in posta per aprirmi sto conto corrente. Oltre ai terminali impallati, le gigie allo sportello che non sanno come usare il sistema operativo e le migliaia di fogli che ho firmato sono uscito dalla posta con niente in mano. Eh si perchè dovete sapere che il numero del conto mi verrà inviato tramite una raccomandata tra una decina di giorni insieme al bancomat Bancoposta. Su questa raccomandata c'è un codice con cui io mi dovrei presentare in posta per attivare del tutto il conto corrente e cominciare a versarci sopra il dinero. Peccato che io tra dieci giorni sia già a Monaco. Voglio proprio vedere come farò ad attivarmi sto conto, ma qualcosa si farà. In Italia un escamotage si trova sempre.
Praticamente stiamo andando più a rilento che si può. Tra il ritardo della firma del contratto e tutti sti inghippi burocratici io ho deciso che mi arrendo. Basta combattere battaglie perse in partenza contro l'incompetenza altrui. Io non ne sono responsabile e sarà la prima cosa che farò presente ai gentili tedeschi. "Guardate amici crucchi, cugini oltralpini, germanici del continente, ho cominciato il tirocinio con una settimana di ritardo perchè in Italia la burocrazia non funziona e chi la amministra ancora meno. Io ho fatto il possibile per essere qua per tempo. Se loro son lenti non è colpa mia. Ecco, ci tenevo a farvelo sapere".
Scorrendo la guida del praticante che da Trento hanno provveduto a mandarmi, sono sicuro scoverò altre istruzioni che mi condurranno a altrettanti uffici, a altrettante code e altrettante cure di pazienza. Ma sapete che vi dico? Compierò un passo alla volta, senza star li a preoccuparmi del successivo. Cercherò di fare al meglio il passo A per poi approndare al B e fare bene anche quello per finire al C e così via di seguito. Ho deciso che non voglio accumulare stress inutile che non dipende da me e di cui non sono neanche lontanamente responsabile. Accetterò quello che verrà, con un grande, enorme respiro e la mente aperta e ricettiva.
Poi quel che sarà sarà.
Bisogna imparare a prendersi meno colpe e rilassarsi. Che se il pincopallo dietro il vetro non si squassa, perchè devo farlo io per lui? Anzi caro pincopallo sai che ti dico? Se hai un momento libero vieni al bar che ti offro un caffè, così ce la raccontiamo meglio!

sabato 5 novembre 2011

Sclero e robe all'italiana

Le robe fatte all'italiana hanno il nome con sè, si sa. Solo che finchè toccano agli altri, sfortuna loro, fortuna mia. Stavolta tocca a me la parte di gavetta. Poichè il posto di praticante è vincolato al progetto Leonardo ci sono delle regole da seguire. Regole che interferiscono non poco con il lato organizzativo della cosa. Sentite qua e non ditemi se questo non è il classico contrattempo all'italiana.
Io devo ancora firmare il contratto vero e proprio di tirocinio e per firmarlo devo andare a Trento. E fin qua nulla da obiettare. Solo che continuano a chiamarmi per posticipare la firma. Prima lunedì, ora martedi sul tardo mattino, tra un po' mi diranno di andarci mercoledi. La cosa non sarebbe neanche tanto tragica se non fosse che per le regole del gioco la prima settimana "ufficiosa" di tironicio inizia il 9. Mentre la settimana di avvio reale del lavoro è stata fissata d'ufficio al 15 Novembre. Sfiga vuole che finchè io non firmi non posso lasciare l'Italia nè tantomeno comprare biglietti del treno e prenotare camere d'albergo. Ora, mi spiegate voi come posso io, firmando l'8, trovare uno straccio di hotel da cui muovermi per trovare un alloggio stabile entro il 15 e nella stessa data cominciare a lavorare? Bho. Chiederò un miracolo e se il Signore avrà la compiacenza di ascoltarmi andrò a affiggere un enorme PGR (per grazia ricevuta) nella Frauenkirche.
Volendo sdrammattizzare il treno non è nemmeno un problema così grande. Un posto o due si trova sempre sul diretto Verona-Monaco, ma l'hotel e l'alloggio, come lo trovo io a tempo di record? Se oltretutto prima della firma del contratto non posso prendere contatti con hotel, ostelli o altro? Io continuo a chiedermelo, ma mi sembra che qua il tempo sia quello che è. Per carità, capisco che non posso lasciare l'Italia se non sono assicurato e che cautelarsi è cosa buona è giusta, ma finchè aspetto i tuoi comodi, perchè non posso organizzarmi intanto per i cavoli miei? Mah, misteri del grande universo. Insomma, sto nei casini. Io cerco di stare calmo, ma faccio quello che posso. In più mia sorella, nel tentativo di aiutarmi e fare una panoramica sulla situazione alberghiera di Monaco (leggi disponibilità di camere e quant'altro) ha scoperto che in questo periodo la città è alquanto incasinata in causa alle mille e mille fiere, per non parlare poi dell'apertura a breve del periodo natalizio e quindi immaginarsi la marea di turisti che fioccheranno in città per andarsi a vedere i mercatini. E io non sono ancora così informato da approntare un piano B. Mica posso prendere così una camera senza essere andato a vederla o aver fatto almeno una conoscenza minima di eventuali coinquilini. Cioè ditemi voi, sono io che sono agitato per niente o effettivamente la situazione non è così rosea come sembra??
La cosa assurda è che la persona più sclerata in questa situazione è mia mamma. Cuor di mamma è cuor di mamma. Però ogni tanto pesa. In questi ultimi due giorni ho dovuto tenere a bada le sue ansie e preoccupazioni. Soprattutto perchè anche lei vede che il tempo scarseggia e da Trento se la prendono comoda. Del resto però non è colpa nostra. Io ho cercato di essere il più scrupoloso, veloce e metodico possibile per quello che mi compete, ma se l'ufficio competente è il primo a essere rilassato io ci posso fare ben poco, se non sollecitare. Ma oltre quello non si va. Almeno io la vedo così. Fossi stato negligente io dovrei dirmi stupido che mi prendo sempre all'ultimo minuto, ma se son loro che sfarfalleggiano il discorso cambia. Come mi fa notare sempre mutter però la loro rilassattezza pesa su noi che non ci possiamo organizzare per tempo. E questo è vero. D'altronde non si può nemmeno morire perchè loro son tonti. O no?
Se avete consigli, soluzioni, intuizioni brillanti e colpi di genio sono qui con le orecchie tese tese per ascoltarle.
Speriamo che una volta passato il Brennero le cose diventino più precise e strutturate. Se no addio popolo!

mercoledì 2 novembre 2011

I sogni son desideriiiiiiiiiii...2

Apro questa mail e cosa vedo? Oltre a un paio di tirocini in Spagna si era reso disponibile anche il tirocinio presso la IHK di Monaco. A quanto pareva l'unica ragazza che si era candidata, e che quindi era risultata assegnataria, per motivi che non ci dato sapere si era ritirata. Chiedevano quindi a chiunque fosse interessato, a prescindere dalla candidatura precedente, di allegare il curriculum aggiornato. Appena ho letto la mail ho risposto di botto allegando il curriculum (ritoccato in un paio di punti) dichiarando che ero disponibile a candidarmi nuovamente. Tutto bene, invio la mail con il cuore gonfio di speranza. Passa una settimana e nessuna notizia giunge da quel di Trento. Si ciao mi sono detto, questi hanno ricevuto la mail e l'hanno cestinata per direttisima. Ma...
Una mattina sono li che mi faccio gli affari miei quando noto che mi stanno chiamando sul cellulare. Rispondo. "Salve, siamo quelli di Trento, abbiamo visto la sua candidatura e vorremmo farle alcune domande"
"Mi dica"
"Abbiamo visionato il suo curriculum e abbiamo notato che è un po' spoglio...Ha mai fatto delle esperienze all'estero?"
"No nessuna"
"Ah caspita, in questo caso ci sentiamo in dovere di dirle che mancando delle esperienze, le aziende potrebbero considerare il suo profilo un po' scoraggiante!"
"Eh d'altronde se non ho esperienza certo non posso barare..."
"No no certo fa bene. Ha mai seguito un corso per scrivere una lettera di presentazione, un curriculum accattivante?"
"Ehm no" (e io ormai mi sentivo il cretino del villaggio che campa sugli allori, non fa un pippolo e poi vuole le opportunità. Mi immaginavo quelli all'altro capo del telefono che a ogni mia risposta scuotevano la testa sconsolati come a dire "ma guarda questo quanto tempo che ci fa perdere")
"Ah, va bhe, se la sente di scrivere una breve lettera di motivazione in inglese in cui scrive quello che sente di poter offrire all'azienda, di elencare le sue qualità conforme alle abilità richieste?"
"Certo, nessun problema!"
"Bene, allora ce la mandi prima di sera al solito indirizzo e-mail. Grazie e arrivederci"
Ho passato tutto il pomeriggio a scrivere sta benedetta lettera, nel tentativo anche di non sfoggiare un inglese orrifico e rimanere comunque nel solco delle loro aspettative. Spedisco l'ennesima mail con allegato. Resto in attesa. Nessun segno di vita. Mi sono pensato di nuovo che avessero cestinato la candidatura. Cosa può fare un poraccio che ha studiato Lingue alla Camera di Commercio di Monaco? Il caffè e le fotocopie tutt'al più.
Un'altra mattina girovago svogliatamente in Internet quando mi arriva una mail in tedesco. È della responsabile di una divisione amministrativa della IHK che mi informa che hanno ricevuto la candidatura e che l'unico buco che mi possono offrire è all'ABZ. Mi chiede anche se un paio di giorni dopo sono libero perchè vorrebbero farmi un colloquio telefonico. Già mentre la leggevo mi tremavano le gambe, però mica mi sono tirato indietro! Rispondo che sono disponibile al colloquio e aspetto la chiamata. Passano un paio di mattine e il cellulare trilla.
"Gutentag, ich bin Cippa de Cippis, spreche ich mit Torquitax?"
"Ja, da bin ich..."
"Hallooooooooooooooooooooo, wie geht's????"
E da li è partita una conversazione di 20 minuti in tedesco serrato in cui mi hanno illustrato in dettaglio le mie future mansioni, l'ambiente di lavoro, le abilità richieste ecc ecc.
"Ci sentiamo lunedì per comunicarle se per noi è definitivo, per darle conferma. Ne parlerò anche con il mio capo. Auf widerhören!"
La mia autostima veleggiava. Ero riuscito a parlare in tedesco senza pensare se era sbagliato o no. Mi sono buttato e basta. E sono stato fiero di me stesso!! Mi sono dato una pacca sulla spalla di ammirazione. Lunedi arriva e mi ritrovo una mail entusiasta in cui si ufficializza la mia assunzione als Praktikanter bei der ABZ.
SIGNORI SONO IN PROCINTO DI ESPATRIARE A MONACO!
Nella suddetta mail la mia futura capa si complimentava con il sottoscritto per il suo tedesco. Mi si è gonfiato il cuore di emozione. Quando si dice le ricompense della vita.
Ora mi attende un lungo periodo di scartoffie e pratiche. Dovrò recarmi a breve a Trento per autenticare la mia candidatura definitiva e firmare il contratto di tirocinio vero e proprio. NON CI POSSO CREDERE.
Prossimamente comincerà la danza degli appartamenti ecc ecc.
Per il momento mi godo la vittoria e il fatto che per i prossimi sei mesi starò a Monaco!!!!!!!!!!!
I sogni son desideriiiiiiiiiiiiiiiii di felicitààààààààààààààààààààààà...

martedì 1 novembre 2011

I sogni son desideriiiiiiiiiiiii

Dopo avervi fatto venire l'acquolina in bocca con il misterioso post precedente, sono pronto a svelarvi l'arcano. Soprattutto ora che mi rendo conto io per primo della portata galattica della cosa. Ma andiamo con ordine.
Tornato dalla settimana tedesca raccontata in lungo e in largo, sulla posta personale dell'Uni avevo trovato una mail che mi annunciava che erano aperte le iscrizioni per il Progetto Leonardo, progetto rivolto ai neolaureati che prevede 24 settimane di stage all'estero presso aziende e enti convenzionati. Appena letto il bando di concorso e visionate le offerte di stage sapevo già che avrei partecipato. Entrare in graduatoria per avere diritto alla borsa di studio prevista per ciascun vincitore di ciascun tirocinio non era facile: bisognava infatti passare delle prove di sbarramento. Prove intese come un test linguistico da sostenersi nella lingua del paese prescelto per il tirocinio e un colloquio motivazionale a Trento davanti una commissione mista di tutti gli Atenei partecipanti al progetto. Beeeeeeeeeeene. Ovviamente se non passavi il test non avevi diritto al colloquio, la cosa va da sè. Per fortuna il test si svolgeva nel proprio ateneo di riferimento, nel mio caso Verona, solo il colloquio era unicamente a Trento (meno male che sono a solo un'ora di treno da Trento, se no sarebbero stati cavoli amari).
Escono le liste di convocazione per il test di lingua e io ci vado. Avrete già indovinato che il test per me era da sostenere in tedesco. E li stavo pregando in tutte le lingue che conosco perchè un test in tedesco non è proprio come bersi una limonata al bar. Concentrazione, attenti ascolti e domande di comprensione. Passato. Grosso sospiro di sollievo e una passeggiata tra le nuvole per la mia autostima. Mancava il colloquio a Trento. Immaginate la mia ansia quella mattina. Avevo il colloquio alle 9, il che significa che ho dovuto prendere il treno alle 7 per essere su in tempo e cercare l'aula giusta, visto che io l'Uni di Trento so dov'è ma non la giro per niente. Per fortuna mi ha accompagnato l'immancabile Super Genia! Mi tremavano le gambe e la bocca era impastata quando mi sono ritrovato davanti alla commissione, per poi stupirmi della semplicità del colloquio. Mi hanno chiesto perchè avessi scelto proprio quel tirocinio e quell'ambiente lavorativo. Perchè volessi fare un'esperienza all'estero. Se i miei livelli linguistici fossero certificati da un ente che non fosse l'Uni di Verona. E poi una domandina in inglese per testare la mia fluenza nella lingua d'Albione. Insomma cinque minuti in tutto. Mi ero fatto un viaggio di un'ora divorato dall'ansia per cinque minuti di colloquio e un "grazie e arrivederci". Ah, mi chiedete qual'era il tirocinio che avevo scelto? Il numero 13, altrimenti noto come Ufficio Turistico di Monaco di Baviera. A Monaco erano previsti tre tirocini. Uno era l'ufficio turistico, un'altro era presso uno studio di architetti (scartato a pie pari perchè io non faccio architettura) e un altro ancora era presso la IHK, la Camera di Commercio di Monaco e la Bassa Baviera.
Io non ero il solo che aveva richiesto l'ufficio turistico. Oltre a me si erano candidate altre due ragazze. In base ai colloqui e il punteggio del test la commissione avrebbe elaborato una graduatoria per ogni tirocinio e eletto un assegnatario, cioè il vincitore della borsa di studio. Purtroppo a me è toccato il terzo posto. Niente ufficio turistico, niente Monaco, niente terra di Baviera. Subito dopo la delusione iniziale mi sono consolato. Gli assegnatari dovevano frequentare obbligatoriamente, pena la perdita della borsa di studio, un corso di quattro giorni a Trento incentrato sulla presentazione del candidato alle aziende, la stesura della lettera di motivazione, l'aggiornamento del curriculum in lingua e un minicorso di inglese aziendale. In due parole: uno sbattimento. Io me lo sono risparmiato.
Va bhe, è stato bello partecipare io ci ho provato.
Senonchè un paio di giorni dopo è arrivata una mail dall'ufficio internazionale di Trento che informava i candidati idonei, ma non assegnatari (cioè quelli come me entrati in graduatoria, ma non vincitori) che nel caso si fosse liberato un tirocinio noi saremmo stati i primi ad essere avvisati e, se tutto andava bene, assegnatari del tirocinio vagante. Meglio di niente mi son detto, se esce qualcosa di interessante posso sempre ricandidarmi. Il curriculum in tedesco ce l'ho, mi basta solo aggiungere eventuali aggiornamenti e via.
Dopo questa parentesi di esami e test e colloqui la mia vita è tornata alla normalità, tra banchi universitari e gossip al bar scambiati con le mie compagne di corso.
Una sera, tornando a casa, ho trovato ad aspettarmi una mail...

Finisce la prima parte del racconto. Appena ci sarà possibile provvederemo a pubblicare la seconda parte. Si accettano suggerimenti su quello che secondo voi è successo poi. Fatecelo sapere con un commento qua sotto. Ce ne rallegreremo senza dubbio!