lunedì 5 dicembre 2011

Vita da metro

Uno degli aspetti piú esaltanti e fantastici dell´espatrio a Monaco è stata ed è la metro, questo affascinante sferragliare sotto terra da un capo all´altro della cittá, senza dipendere da semafori, traffico, precedenze o altre frignacce. Nel momento in cui sali in metro sai di non avere tempi morti. Tutt´al piú quei cinque miserrimi secondi in cui la metro si ferma alla fermata per permettere alla gente di salire e scendere. Con la metro è tutto movimento, puro viaggio, dieci, venti, trenta minuti di dolce dondolio nelle profonditá dellá cittá.


Poi anche li, c´è metro e metro. Si perché qui non c´è la metro pura e semplice come la intendiamo noi in Italia e che fa la sua timida comparsa solo in cittá del calibro di Roma, Milano o Torino. Qua le metro si distinguono in due tipi: le U-Bahn, che sono delle metro di superficie cosí dette, perché dopo un tot di fermate sottoterra al buio escono alla luce del giorno per continuare il loro viaggio sotto il benigno sole, e le S-Bahn, metro sia di superficie che di “profonditá” ma che si distinguono dalle U-Bahn perché percorrono tratte in media piú lunghe e perché nelle stazioni metro scorrono a un livello ancora piú basso delle U-Bahn. Si, sono differenze lievi, ma fondamentali. Che se sbagli a prendere la S7 invece della U4 chissá dove vai a finire, quindi occhio quando si consulta la cartina.


Per me, atterrato da Buslandia, dove oltre ai bus non esistono altri mezzi di trasporto pubblico, Monaco mi sembrava la patria dei mezzi pubblici: tram appena fuori dalla Hauptbahnhof, bus per ogni direzione e due tipi di metro a una scala mobile di distanza! C´era di che ubriacarsi. Cioè quando si dice passare da niente a troppo. In piú non ero per nulla preparato al meraviglioso “effetto collaterale” della metro: il guadagno in materia di tempo. In dieci minuti si va dalla Hauptbahnhof alla Hostbahnhof e in cinque in Marienplatz che sta nel mezzo tra le due stazioni. Ammetto che i primi giorni ero disorientato. Io ero abituato a prendere il bus delle 9 alla mia fermata per essere in centro alle 9.30 e magari da li prendere una coincidenza per arrivare puntuale a un eventuale appuntamento fissato per le 10.30 e riuscire quindi a essere a casa per le 12.30 quando i bus arrivavano con pochi minuti di ritardo. Praticamente per un impegno di 20 minuti scarsi io ci impiegavo ore di strada. Qua tutto d´un colpo avevo una marea di tempo a disposizione che mi avanzava grazie alle metro. E vogliamo dire che qui gli autobus passano ogni dieci minuti e le U-Bahn e le S-Bahn ogni tre???Quando da me l´unico autobus che mi portava a casa passava tre volte l´ora ossia ogni venti minuti (sperando che fosse in orario, chiaro no?). Passata la sorpresa iniziale mi sono convertito subito. E credetemi non rimpiango per niente i bus veronesi. Benedetta sia la metro di Monaco, cosi come gli autobus e i tram (specialmente i tram sono super!!!).


Abituato alla cagnara indegna che regnava sui miei autobus, qui mi sembra tutto un altro mondo, A Verona i bus sono bar su due ruote: c´è chi strilla a squarciagola gli affari suoi al telefonino, italiani cosi come stranieri, c´è chi ha l´Ipod a tutto volume e ci lascia indovinare che musica sta ascoltando, ci sono i gruppetti di adolescenti ormonati che si lasciano andare al bollore del momento e persone di tutte le etá e di tutti i tipi che fanno semplicemente gossip. Qui, tranne rare eccezioni, nessuno fiata. In metro si sta in religioso silenzio e si bada bene a non disturbare il vicino. Difatti qui la metro piú che altro è considerata, credo io, come una zona neutra, grigia, in cui ognuno puó fare quello che vuole, basta che non si metta a ballare il tango sulle balle altrui. E alla mattina, mentre con la U-Bahn vado al lavoro ne ho viste di scene buffe! In metro si puó fare praticamente tutto. Si va dalle cose piú comuni tipo restare in silenzio e fissare il finestrino, leggere un libro o il giornale, mandare messaggi fino a cose bislacche o del tutto inusuali. Tipo una mattina il signore cravattato seduto di fronte a me meditava: aveva una Bibbia in mano e a momenti alterni la apriva e la chiudeva, poi mormorava qualcosa facendo il labiale, chiudeva gli occhi, mormorava di nuovo e quindi riapriva il libro dei libri al segno per ricominciare da capo la pratica meditativa. Un´altra mattina mi è capitato di vedere una ragazza che con suprema tranquillitá ha aperto lo zaino, ha tirato fuori un enorme gomitolo di lana, ha ravanato nel fondo per trovare i ferri e con inaudita concentrazione si è messa li a fare la calza, sferruzzando in silenzio e fermandosi a contare di quando in quando. Per poi scatafrattare via tutto nel cestino che sta giusto sotto ogni finestrino. Ma come, mi son detto, sei stata qua a sferruzzare per quasi un quarto d´ora per poi buttare via tutto???Mah, contenta te. Ci sono immancabili quelle che si truccano con estrema perizia rimirandosi nei finestrini oppure armate di pratico specchietto portatile. Ci sono le mamme che tornano dalla passeggiata pomeridiana e si infilano in metro con il passeggino, indisturbate e serafiche, cosi anche gli invalidi che qui non si muovono con la sedia a rotelle, ma con minimacchine da marciapiede, atte a renderli del tutto autonomi. Non è la prima volta che tornando dall´ufficio ne incontro qualcuno che sta tornando dal supermercato, munito di borsetta adagiata sul cestello anteriore. Da noi si parla tanto di barriere architettoniche per invalidi e neonati. Qua il problema è del tutto inesistente.


Decisamente un altro mondo.


Le metro portano tanti, tantissimi privilegi e comoditá. Ma causano anche impazienza nei biondi tedeschi, di solito cosi compassati. Appena avvertono il suono di una metro in arrivo, sono presi come da una frenesia e pur di prendere quella metro, si scapicollano giú da scale mobili e non, travolgendo tutti quelli che si trovano sfortunatamente sul loro cammino. E´quindi buon constume lasciare il passaggio libero sulla destra sulle scale mobili, per permettere a loro di correre in libertá nel tentativo di prendere la metro e per permettere a voi di non essere spintonati senza motivo.


Questa cattiva abitudine di frenesia non intendo adottarla. C´è una metro ogni tre minuti. Prenditela comoda cugino teutonico. Pensa alla sciagura di avere un solo autobus ogni venti minuti e vedrai come te la prendi comoda la prossima volta che senti cigolare una metro in arrivo!

3 commenti:

  1. Beh io ho anche cantato le lodi del trasporto pubblico monacense sul mio blog! Non aggiungo una parola al tuo post, caro Torquitax, in quanto hai giá detto tutto! :-)

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  2. Ciao,
    considera che Verona è una bellissima città, di medie dimensioni, che puoi girare tranquillamente anche in bici. E che è gemellata con Monaco, w Verona e w Monaco. Cmq si, i trasporti a Monaco, e soprattutto la metro, è comoda, pulita, confortevole, frequentata veramente da tutti, trovi moltissimi giovani studenti ed altrettanti manager in cravatta.

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  3. Ciao Paolo e benvenuto su Projekt Dresden!
    Esatto, Verona e Monaco sono gemellate. Infatti qua appena dico da dove vengo sbarrano gli occhi e erompono in un "oooooooooooooooh Veronaaaaaaaaaaaaaaa schööööööööööööön, ja, Gardaseeeeeeeeeeee". Bravissimo amico teutonico, Verona=Gardasee.
    Non so quanto puoi girarla in bici Verona, io preferisco aspettare alla fermata ma prendere il bus. La metro qua nel 99% dei casi é pulita, ma ogni tanto fa capolino una cartaccia. Ma va bhe, sono cosi minimali rispetto al contesto. Pollice in su per la metro!

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