mercoledì 21 dicembre 2011

Traffico umano

Vivendo a Monaco da un mesetto e mezzo (anche se da ieri sono rientrato a Verona per le vacanze di Natale) e dopo le innumerevoli, gioiose esperienze positive, vorrei illustrare anche un paio di aspetti che non è che mi sghiribizzino molto. Per essere politically correct, ogni tanto ci vuole un colpo alla botte e una al cerchio.

Neo n. 1: quando esci dalla metro le persone sul marciapiede si fanno a corridoio, nel senso che si mettono a lato delle porte e, molto educatamente, lasciano che tutti quelli che devono scendere scendano e poi salgono. Ok. Perfetto. Solo che quando sei sceso dalla metro, comincia la gara di resistenza. Una sorta di Maranello alla tedesca. I tedeschi mettono il turbo e sfrecciano come impazziti per l'intera larghezza della stazione, chi cercando la direzione per Sendlinger Tor o l'Hauptbahnhof, chi correndo alla scala mobile per l'U4 e cosi via. Tu in questi frangenti non ti puoi permettere di camminare pacioso, rischi di essere investito. Inoltre, proprio come al volante, devi costantemente tenere monitorate le altre persone per evitare che ti vengano addosso, perchè all'ultimo momento sti furboni ti si infilano tra te e la colonna, caricano la tua traiettoria per poi driblarti all'ultimo secondo, sollevando una folata di vento al loro passaggio. E tu cerchi di non essere spintonato mentre raggiungi l'uscita o la scala mobile per la U6, scansando il manager con il passo da alpino che sta per pulirsi le scarpe sulla tua borsa, o quella mamma con il passeggino che lo usa a mo' di arma impropria per aprirsi un varco verso la banchina della S-Bahn. Una letterale giungla "metropolitana" (nel vero senso della parola). Ecco, questa autostrada pedonale non mi piace granchè. Cioè prenditi la tua traiettoria e restaci no? No. Devono scansarti, correre trafelati, agitando la valigetta di cuoio come un avvertimento "se non ti scansi ti arriva sugli stinchi o in pancia". Praticamente un campo di rugby. Chi raggiunge meta per primo vince.  Io ho rischiato un paio di volte di essere spiattellato al muro da branchi di persone che si muovevano in direzione opposta alla mia, ma l'esperienza dei miei autobus veronesi mi ha donato un'agilità e rapidità nei movimenti che Yuri Chechi mi fa un baffo!

Neo n.2: i deutsch non hanno mezze misure. Sabato scorso la città era invivibile. Metro stracolme, marciapiedi pure, mercatini di Natale inavvicinabili. Da noi la massa di gente si sarebbe mossa a una velocità sostenuta. Loro no. Camminavano placidi, misurando i passi, alzando il testolino in cerca di un raggio di sole, scansavano con movimenti fluidi l'idrante e agitavano come campanellini le borse degli acquisti. E io dietro che rosolavo dalla fretta. "Forza tesoro, muoviamoci, sgambettiamo con brio che il marciapiede è quello che è e non posso andare contromano!". Cercavo di sorpassare, ma senza successo. Dall'altra lato la fiumana umana era troppo serrata perchè potessi compiere una manovra così rischiosa. E allora restavo dietro, misurando pure io i passi per non calpestare il mocassino del teutonico davanti. Ma insomma, alla mattina in metro se non faccio attenzione ci scontriamo come palle da biliardo e ora sei una biglia sulla sabbia, se uno non ti da un pizziccotto sulla schiena ti limiti a rotolare sonnolento. Coraggio bello mio, su, dai che ce la fai. Ingrana per lo meno la terza e fammi il favore. Macchè. Sono rimasto in coda fino alla stazione U-bahn desiderata, prendendo mentalmente a calci il biondo che avevo davanti.

Possono sembrare delle schiocchezze però a me...stanno sul groppone, ecco. Non chiedo mica che in metro si vada tutti lenti come al parco e in strada si sfrecci come treni, ma neanche fare i bufali sulle banchine della S-bahn e poi fare le marmotte per strada. Un attimino di quello che si dice no? Misura. Poi per il resto fate quello che volete, quando non mi investite o vi pulite le scarpe sul mio giaccone per me va bene, per carità, che non finiamo per lamentarci troppo!

Tuttavia per informazione di servizio rendo noto che anche a Monaco è arrivata la neve. Da domenica le strade sono imbiancate e bisogna misurare i passi per non scivolare sulla neve ghiacciata e rimetterci una chiappa. Anche se il vero freddo è ancora di la da venire. Le mie colleghe, che tengono monitorato il meteo ogni giorno, tremavano al pensiero che questo fino settimana il termometro si sarebbe abbassato fino ai -11. Al solo pensiero avrebbero anche loro preso il treno per l'Italia, per loro l'eterna terra del sole e del caldo. Eviterò di dire al mio ritorno che anche qua non è che ci sia poprio tempo da spiaggia, dati i -4 esterni. Però mi rendo conto che rispetto ai -11, i nostri -4 siano un freddo da barzelletta.

Da oggi sono ricominciate le visite a amici e parenti per cui ormai sono diventato "quello che vive a Monaco" (come se Monaco fosse a 3000 leghe da casa), ossia l'espatriato che non farà più ritorno. Beata ingenuità. Ma questa è un'altra storia e dovrà essere raccontata un'altra volta.

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