martedì 13 dicembre 2011

Un italiano a Monaco

Avvertenza: le considerazioni che verranno esposte non sono assolutamente da generelizzare e applicare a tutta la comunitá degli espatriati, ma sono anzi da considerarsi limitate alla mia esperienza personale.

Esattamente un mese fa, il 13 novembre, Torquitax partiva alla conquista di Monaco. A quest´ora il nostro eroe non-eroe stava ficcando le ultime cose essenziali, tipo spazzolino, pettine e pezzetta pulisci-occhiali, in valigia (che piú che una valigia è un armadio su due route). Alle 11.31 sarebbe salito sul treno diretto Verona Porta Nuova-München Hauptbahnhof. Le sensazioni che il nostro incosciente protagonista provava le ha giá esposte nel relativo post.

Oggi il nostro caro Torquitax si è svegliato pensando che il tempo vola, che sono giá passati 30 giorni da quando è montato su quel treno e che sono stati 30 giorni meravigliosi e terribili insieme. Meravigliosi perché Monaco mi ha accolto a braccia aperte: librerie su 6 piani, biglietti settimanali a prezzi stracciati validi per tutti i mezzi pubblici, baracchini self-service con cornetti a 50cent, colleghe spassose e gentili insieme, sconosciuti disponibili al dialogo alle fermate dell´autobus e tante altre cose che ora non ricordo. Terribili perché ho sperimentato l´indigenza immobiliare, la paura di dover rinunciare al sogno di vivere e lavorare qui, l´indifferenza telematica di coloro a cui spedivo mail su mail, la trafila per avere un posto letto negli studentati e tutto lo stress che ne deriva! Per non parlare poi della problematica “genitori a casa” da tenere sotto controllo, gestire anche il loro stress, le loro paure, le loro ansie, le loro paturnie da “noi siamo qua e tu li, non sappiamo che cosa fare per aiutarti, ci sentiamo inutili”. In due parole: un casino!

Eppure, guardandomi indietro ora, tutto quello che ho passato è stato utile, prezioso, formativo. Rifarei tutto quanto, per essere qui dove sono ora. Sperimenterei di nuovo gli stessi inferni e gli stessi paradisi. Perché stare qui non ha prezzo (si, lo so, ho scopiazzato la pubblicitá della MasterCard). Nei pomeriggi fiacchi in cui le colleghe mi lasciavano uscire alle 3.30 e andavo a farmi lunghe passeggiate per la cittá ho pensato moltissimo. Ho vissuto sensazioni a non finire. Mi sono sentito felice e completo, totalmente appagato e sereno, me stesso come non mai. Nonostante la batosta immobiliare, qui ho ritrovato me stesso, o per lo meno, un me stesso diversissimo da quello che ho lasciato a Verona. Monaco ha su di me strani effetti “collaterali”, come la droga o la cioccolata. Mi catapulta in zone della mia personalitá fin´ora del tutto inesplorate o abbandonate. Un giorno qui basta a pulire quelle stanze polverose da tutte le ragnatele e la polvere che si era accumulata negli anni.

Io stesso sono stupito di me stesso. Stento quasi a riconoscermi. Ma mi lascio sorprendere con piacere. E un giorno dalle temperature insolitamente primaverili, mentre sedevo rilassato e in contemplazione su una panchina di Park Nymphenburg, sono stato come folgorato da una rivelazione. Spesso quando ci lamentiamo della nostra vita grigia e monotona, senza scopo o brio, obbediamo ad un impulso interiore di benessere, di realizzazione personale che durante tutto il tempo dell´anno resta sopito o tenuto doverosamente a bada raccontandosi le solite miserie. Peró poi torniamo al nostro grigiore, sbuffando, ma consolandoci dicendoci che in fondo la nostra vita non è poi cosi disprezzabile, che anche se le persone attorno a noi a volte sono noiose ci vogliono bene, che nel nostro bel cantuccio di mondo siamo sicuri. E questa parola magica, “sicurezza”, diventa la scusa o il dio a cui immolare tutti i nostri sogni, i nostri impulsi, spinti dalla paura, dalla sfiducia nelle nostre capacitá e dalla cosiddetta “consapevolezza dei nostri limiti”. E cosi, a poco a poco, ci spegniamo, scivolando in un´insoddisfazione cronica che finisce per avvelenarci il sangue. Su quella panchina ho capito che non c´è sicurezza al mondo che valga questa serenitá, questo intimo benessere, questa meravigliosa sensazione di essere al posto giusto nel momento giusto, questa ebbrezza olimpica di corpo e mente, in cui tutti i pori della propria anima sono aperti, ricettivi, tesi verso l´ascolto interiore. Con questo non voglio dire che l´espatrio sia da protrarsi per tutta la vita, un bel momento si puó anche tornare a casa, mai detto il contrario. Ma sono dell´idea che ogni persona dovrebbe sperimentare quella mirabile comunione interiore che io ho avvertito su quella panchina. Perché riempie, perché manda i nervi in estasi e perché fa salute! Terra terra potrei dire che bisogna sperimentarla perché fa bene e basta. Semplicemente.

Stare a Monaco mi ha suscitato altri inaspettati “effetti collaterali” di cui racconteró perché credo che meritino di essere esposti e perché ogni persona che mi legge puó rivedersi nelle mie sensazioni.

L´effetto collaterale su cui vorrei ora spendere alcune parole è l´effetto che Monaco ha sulla mia percezione di casa, sul mio ricordo di Verona e sul sentirsi italiano. Molti espatriati, per le ragioni piú disparate, non vogliono assolutamente passare per italiani, sperando di passare per tedeschi tra tedeschi. Rispetto la loro posizione, se sono emigrati qui avranno avuto i loro motivi ed è sacrosanto che portino avanti le loro convinzioni con forza. Io non sono partito dall´Italia arrabbiato con il mio paese, se mai un po´deluso per la mala gestione delle sue risorse. Volevo lasciare Verona perché ero stanco dell´aria provinciale e statica che respiravo lá. Volevo valicare le Alpi per potermi mettere alla prova in modi che a casa mi sarebbero stati per sempre preclusi. Da quando sono qui tuttavia mi sento piú che mai italiano, ma nel senso buono del termine: trascinante, pettegolo, allegro, lavoratore, propositivo e comunicativo. Non rinnego quello che sono. Non sono tedesco e non lo saró mai. Certo, rispetto alla totalitá certi lati del mio carattere possono a buon diritto essere definiti “tedeschi”, ma la mia teutonicitá si ferma li. Piuttosto vorrei essere un italiano amico dei tedeschi. E impegnarmi per far veder loro che si, abbiamo avuto Berlusconi; ma non tutti facciamo i bunga bunga party la sera, che anche noi abbiamo interessi e amiamo leggere, che abbiamo a cuore il nostro paese a discapito delle emerite salme che siedono a Montecitorio. In qualitá di espatriato voglio fare tutto il possibile per riabilitare l´immagine che l´Europa ha di noi, con i gesti di tutti i giorni. Perché l´Unione Europea si forma anche cosi.

Ho lasciato Verona tirando un sospiro di sollievo, felice di lasciarmi alle spalle il quartierino, i bus stracolmi e in ritardo e aspettative preconfezionate. Ma ora da qui quando penso a casa non ritrovo rabbia, né disgusto, solo una calda tenerezza. Mai avrei creduto di dirlo, ma sono contento di poter tornare per Natale a casa. Rivedere le mie colline, il mio scassatissimo autobus. Ho capito anche questo. Posso anche odiare Verona, ma fará sempre parte di me, perché è la mia pelle, è parte di me, è la mia educazione, il mio ambiente. Mi ha formato, mi ha dato gli strumenti per essere indipendente e maturo. Grazie al Verona-universo sono qui a Monaco. Anche in virtú di queste considerazioni non posso rinnegare quello che sono: veronese e italiano. Monaco mi aiuta ad apprezzare tutti questi elementi che pure tedeschi/bavaresi non sono. Monaco mi aiuta a rivalutare tutto quel bagaglio “etnico” di cui ero incosciente.

In definitiva, Monaco mi aiuta ad accettarmi per quello che sono. Monaco è lo specchio interiore in cui mi specchio ogni mattina.

PS: a tutti i veronesi in ascolto auguro una meravigliosa, gioiosa, stracolma di cioccolata, felice Santa Lucia!!!!!!!!!!!!!!

8 commenti:

  1. Ciao,
    sono un veronese ritornato domenica dopo 4 giorni a Monaco.
    Tra le cose che mi hanno colpito positivamente, è vedere moltissime persone che alla domenica mattina corrono o vanno in bici nei pressi di Nymphemburg, oppure vedere le S-Bahn e le U-Bahn piene di persone, ben tenute, che permettono alla città di avere un traffico che da noi lo vediamo solo a Ferragosto, quando tutti sono al mare.
    Verona meriterebbe di più, meriterebbe di essere gestita dai tedeschi.

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  2. Wow Paolo non credevo fossi veronese! Avevo capito dai tuoi precedenti commenti che di vita veronese te ne intendevi, peró che fossi proprio veronese quello no! Mi fa piacere avere un lettore, nonché commentatore della mia stessa cittá. Grazie!!!!
    Qui gli sportivi si sprecano, nel senso che con qualsiasi tempo e temperatura loro fanno sport: jogging, bici, footing, dopo una settimana alla scrivania sentono il bisogno impellente di muoversi, sgranchirsi le gambe e sentire il vento sulla faccia. Monaco é piena di parchi e spazi verdi, se vai all´Englischer Garten vedi piú gente che corre che non quella che passeggia.
    Sull´ultima considerazione ti do pienamente ragione. Se i tedeschi gestissero Verona, hai voglia le risorse che ne salterebbero fuori? Bhe per intanto hanno comprato il tratto di ferrovia da Monaco a Verona (siamo giá proprietá della Deutsche Bahn), speriamo che pian piano si allarghino sempre piú...

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  3. Caro Torquitax, l'effetto che Monaco ha avuto ed ha ancora su di me è proprio lo stesso. In sostanza mi ha resa una persona migliore. Per me trasferirimi qui ha rappresentato una rinascita: oggi mi sento di stare vivendo la mia seconda vita. Per ora non porgetto rientri in Italia, ma nella vita mai dire mai. Finchè sto bene qua, ci sto. Poi chissà. A presto! E.

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  4. ciao torquitax! ke bello il tuo nuovo blog.
    Mi fa piacere ke i tedeschi abbiano comprato il tratto di ferrovia verona- monaco, in quanto anni fa ho avuto 2 brutte disavventure. Una volta il treno si è deragliato per la troppa neve e sono riuscita ad arrivare a monaco alle 2 di notte (!) dopo che trenitalia ci ha catapultato in autobus e treni regionali vari. Nell'attesa mi sono presa tanto di quel freddo... La seconda volta il treno ke veniva da milano era in ritardo, per cui ho perso la coincidenza a verona e ho dovuto cercare un hotel e ripartire la mattina dopo. Se mi succedesse ora tutto questo, sicuramente la DB mi porterebbe a monaco sana e salva e in orario!!!
    katia

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  5. Ciao Katia, che bello leggere un tuo commento sul mio nuovo blog! Onoratissimo che ti piaccia, ci ho messo un po' per sistemare la grafica perchè con il computer io non me la cavo benissimo, ma sono soddisfatto del risultato.
    Caspita, le tue disavventure ferroviarie mi hanno fatto rizzare i capelli in testa, ma voglio rassicurarti. Ora la situazione è di molto migliorata. Il treno Verona-Monaco è ultralussuoso se paragonato ai nostri trenitalia, comodissimo, le 5 ore di viaggio non le senti neanche. Sono arrivato oggi pomeriggio a Verona alle 3 ed ero fresco come una rosa. Il che è tutto dire.
    La prossima volta che vieni a Monaco prova il nuovo treno DB Verona-Monaco. Non te ne pentirai. Assicurato!

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  6. Bisognerebbe che tutta la provincia di Verona e tutto il Veneto diventassero un Land tedesco. In alternativa mi accontenterei anche di ritornare sotto l'Austria, assieme a tutti gli amici del Nordest.

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  7. Lurko da qualche mese il blog di Eireen, ed ora ho scoperto anche questo, che mi ha incuriosito molto, al punto che ho iniziato a leggerlo dall'inizio e sono qua da ben 2 ore (..sono l'1.30 del mattino!).

    Non potevi riassumere la magia di Monaco in maniera migliore!
    Ci sono stato 5 gg, per l'Oktoberfest, ed ho trovato la mia dimensione!
    Non appena posso, spero di venirci a vivere!
    Intanto vi leggerò..
    In bocca al lupo!

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  8. WOW Alessandro, grazie del fantastico commento. Ogni blogger sogna di ricevere un commento del genere!! Ti ringrazio ancora tantissimo e ti do il benvenuto sul Projekt Dresden. Mi lusinga molto che tu ti sia preso la briga di leggerti il blog dall´inizio alla fine. Purtroppo nel passaggio da Splinder a Wordpress ho dovuto fare una scrematura dei post...eh vah bhe, fa niente.
    Sono contento anche di sapere che riesco a comunicare chiaramente cosa é Monaco per me. Purtroppo io l´Oktorberfest non ho ancora avuto l´opportunitá di visitarla, ma é sulla lista delle mie prossime cose da fare qui a München.
    Spero continuerai a leggermi e commentare!
    A presto! T.

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