sabato 20 agosto 2011

Hallo!...oder??

Si sa, deutsche Sprache, schwere Sprache (lingua tedesca, lingua difficile). Quanto sia schwere però al povero italiano che si accinge al gran cimento di imparare il tedesco non è dato sapere. E' un salto nel buio, un bungee-jumping della ragione. Una volta che ci sei in mezzo, non ne esci più, sei finito in un circolo vizioso. Io sono uno tra quelli e solo ora comincio a rendermi in parte conto dell'ambizioso progetto che ho intrapreso. Ricordo ancora l'eccitazione febbrile del primo giorno di corso A1 al Goethe Zentrum, a come ho infilato il portone tutto baldanzoso, stringendo in mano il quaderno targato Goethe Zentrum e il libro di testo (i tedeschi sono fantastici: se ti iscrivi ai loro corsi ti regalano quaderno e libro!). Poco dopo in aula fa il suo ingresso la nostra deutschlehrerin, autentica tedesca purosangue con tanto di capelli rossi e lentiggini a mo' di certificato di garanzia di appartenenza alla stirpe germanica. Inizia l'avventura! I primi argomenti, i primi suoni, impariamo a dire "come stai, di dove sei, dove abiti, come ti chiami" e tu, bravo studentello, ti bevi tutto come acqua fresca (è statisticamente provato che l'elevato interesse per un dato argomento aumenta la velocità di apprendimento, provare per credere!). Ma che cosa sta a monte delle presentazioni preliminari e delle formule di rito? Cosa è necessario conoscere prima di tutte queste formalità? Facile! I saluti. E qui la nostra fascinosa deutschlehrerin ci rivela che esistono due saluti: il formale Gutentag e l'informale, gettonatissimo Hallo!Ma tutti noi fummo ingannati perchè quella donna ci aveva taciuto una verità superiore che ogni studente di tedesco è chiamato a scoprire, cadendo nella disperazione. Di saluti non ne esistono solo due, ma INFINITI. Mannaggia la pupazza!! L'autentico guaio è che non sono interscambiabili, al contrario variano di regione in regione e da una persona all'altra. Se ci si vuole districare tra tutte queste varianti, è bene tenere a mente il seguente vademecum:

  • SERVUS e GRUß GOTT (pronuncia: seavussssss e crusss got). Gettonatissimi in Baviera, se esordirete con uno dei due dimostrerete al bavarese compiaciuto che siete coscienti di essere in Baviera e non nel resto della Germania. Vi troverà subito simpatico e rispettoso e finirà per scolarsi una pinta di birra alla vostra salute. E' testato anche sugli austriaci che non vogliono assolutamente passare per tedeschi. Sorprendeteli!

  • HI (pronuncia: ai all'inglese, ma la a leggermente aspirata). Assai in voga tra i giovani delle grandi città, per esempio Berlino o Francoforte. Se vi rivolgerete a loro con il caro vecchio inossidabile Hallo! sarete sgamati all'istante e etichettati come giurassici, fuori moda e campagnoli. Occhio a non toppare!

  • HALLIHALLO (pronuncia alialò). E' particolarmente indicato per salutare i vecchi amici, quelli che conoscete dall'asilo e che sono depositari di segreti imbarazzanti. Può essere utilizzato anche per rompere il ghiaccio in situazioni semiufficiali, una sorta di "salve" che salva capra e cavoli;

  • HALLöCHEN. Questo saluto me l'ha insegnato la mia amica di Dresda che mi ha insegnato anche l'hallihallo. Ma di questo saluto si sa ancora ben poco, non si conoscono nè le modalità, nè i contesti in cui è bene dimostrare di conoscerlo. La mia informatrice ha risposto molto scazzata alla mia curiosità riguardo l'hallihallo. Quindi mi sono ripromesso di non chiedere più certi tipi di informazione. Per i teutonici spiegare le ovvietà è impensabile e barbaro. Potete comunque sfoggiarlo anche in situazioni non richieste, dimostrando così la vostra approfondita scienza dei saluti tedeschi e donandovi quell'aria esotica che ogni buon straniero dovrebbe avere;


AVVERTENZA! Servus e grüß Gott sono da utilizzarsi SOLO ed ESCLUSIVAMENTE in Baviera, hallihallo e hallöchen unicamente in Sassonia. Siate attenti, metodici e precisi se non volete ricevere occhiatacce e risposte brusche. L'hi è polivalente e se utilizzato vi confermerà come studente camaleontico al passo con le nuove tendenze. Insomma, addio al mito del classico, sempreverde Hallo! Già solo con questi siamo immersi in un mare magnum in cui è difficile orientarsi e immaginate quanti altri saluti aspettano di essere scoperti e di cui noi ignoriamo l'esistenza! Dicono che la lingua tedesca sia molto attenta ai contesti e alle situazioni, per cui ha a disposizione un intero arsenale di verbi, aggettivi e nomi. Temo che i saluti non facciano eccezione. Bhe, che dire? Paese che vai, usanze che trovi.

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