giovedì 18 agosto 2011

Francoforte 5

Quinto giorno E' andato a prendere lo spagnolo in albergo con la macchina, il che mi dà un'oretta d'aria di prima mattina, meno male che c'è sto prete, devo proprio dirlo! Voglio dire: è mattina e già avere un'ora d'aria è una benedizione. Poi oggi fino alle 12 ha il corso di giapponese, sbologno lo spagnolo alla casa di Goethe e io vado di nuovo a farmi i miei giri in autonomia. Quello che apprezzo di più di questi momenti è il silenzio, un silenzio accogliente, calmo, quasi spirituale. Tutto è fermo, in attesa, ma tutto potrebbe essere in movimento. Tra poco dovrebbe tornare, poi vedremo com'è sta fiera.
La mattina ho quasi dovuto fare da balia, visto che il tedesco aveva il corso di giapponese fino alle 12. Ho dovuto menare lo spagnolo prima a comprare cibarie e libri per il suo monastero/santuario e poi alla casa di Goethe dove mi sono improvvisato interprete per i biglietti e via. All'inizio, appena entrati, non mi mollava un attimo. Facevo un passo in avanti e lo faceva anche lui, piegavo una gamba e la piegava anche lui. Noia e insofferenza allo stato puro. Allora gli ho ficcato la guida in mano e gli ho detto che ci vedevamo all'uscita. Così mi sono rifatto il tour in completa autonomia. Ma questo prete nasconde lati oscuri: è uno che tocca, che fa commenti scemi e non ti molla. Soprattutto mi da fastidio, in un modo direi elettrico, la sua mania di toccare. E ti mette la mano sulla spalla, ti accarezza la schiena, ti prende e scuote il braccio, ma la cosa peggiore è che si è messo ad accarezzarmi i capelli. Li ho dovuto dirgli che mi da fastidio, perchè le mani nei capelli è proprio una cosa che non tollero da nessuno. E insulta, che è una cosa che a me non piace. Oggi il tedesco si è preso del "hijo de puta" (figlio di puttana), cioè moderiamoci vero! Credo anche che sia un falso modesto, infatti per entrare alla fiera c'è stato uno scambio di idee mica tanto carino. Dopo essersi vantato di essere riuscito a procurarsi due pass, questi si sono rivelati inutili perchè al tornello continuavano a suonare. La motivazione: i pass erano pass per espositori e non visitatori. Quindi, come previsto dal regolamento, bisognava denunciare l'ora di uscita dalla fiera e quindi rientrare perchè il biglietto venisse riconosciuto. Ufficialmente però nessuno era uscito e di conseguenza nessuno poteva entrare. Purtroppo stavolta il canale linguistico si è rivelato un ostacolo più che resto e ha finito per incepparsi. Morale: il prete, furioso, si è messo a questionare in catalano con il ragazzo tedesco del tornello che non capiva niente, il tedesco non riusciva a spiegare in spagnolo allo spagnolo il nocciolo della questione e io, che avevo capito il problema, tentavo di spiegarlo allo spagnolo che non si calmava. Un disastro. Per non essere buttati fuori a calci dalla sicurezza abbiamo dovuto fare l'unica cosa che c'era da fare, PAGARE il biglietto come normali visitatori. Finalmente siamo riusciti ad entrare. Passata l'indignazione, dalla bocca del prete escono commenti completamente inutili e di nessun interesse come "me gustan come hacen aqui las patatas, este museo està bien echo, como visita e comercio" (mi piace come fanno le patate qui, questo museo è ben fatto, sia come visita che come commercio/souvenirs), a cosa e come posso rispondere se non con un grugnito? La fiera era piena zeppa di cosplay, è un'area molto grande e quando finalmente siamo entrati abbiam cercato cibo (io un bratwürst con patatine fritte) e poi ho proposto di dividerci per poter essere più autonomi e togliermeli dai piedi. Ci siamo divisi e bye bye. Mi sono fatto i miei giri tranquillo e pacifico. Ma questa tanto esaltata fiera è solo una grandiosa vetrina. Non si può comprare nulla, solo collezionare cataloghi e borse omaggio, camminare e osservare i  minuscoli stand allienati, ma niente di più. L'atmosfera invece è molto rilassata, non come da noi. Tutti guardano o toccano in silenzio, diligenti, rigorosi e educati. Si, l'atmosfera è davvero bella, calma, tranquilla, serena. Particolare. Ne è valsa comunque la pena, ora so com'è. Alle 16 mi ha chiamato madre, una mezz'ora decisamente carina e "veronese", familiare. Se la spassano anche a casa. Ora so che posso resistere fino a martedi. Da Starbuck ho provato il tè indiano al caramello, molto buono e anche molto dolce. Ha seguito il ristorante cinese che è diverso già a partire dal prezzo, ma molto figo! Infine Irish Bar con il karaoke. E ora casa, finalmente...
Spendo ancora qualche parola sul prete su cui mi hai chiesto maggiori informazioni. Si è rivelato anche sfacciato e impiccione. Davanti ad un mio rifiuto per una stupidata mi ha guardato serio e mi ha detto "te falta amor", ti manca amore! Ma va a quel paese baby, fino a due giorni fa manco sapevi che facci avessi. Certi commenti gratuiti e indesiderati sono proprio sconsiderati. Inoltre osservandoli ho capito perchè si trovano tanto bene insieme; qualsiasi cosa il tedesco dica, l'altro è pronto ad offrire appoggio incondizionato. Esempio: tedesco: "sto studiando giapponese". Lo spagnolo risponde: "quando torni a Valencia ti faccio conoscere un gesuita che è stato a Tokyo, magari può trovarti un contatto là". Oppure se il tedesco se ne esce con " mi piacerebbe studiare a Valencia" l'altro risponde "non appena sai di esserne sicuro, telefonami, io chiamo due miei conoscenti, ci informiamo e semmai ti prepariamo noi per il test d'ingresso". E' un'ubriacatura gratuita per il tonto tedesco che cade sempre più nella trappola della dipendenza. Si, ora posso capire com'è stato possibile tutto quell'innamoramento fulmineo e profondo che entrambi decantano. Avevi ragione tu Enri, uno è pronto a dare, l'altro a ricevere. Per carità, a loro va bene così, ma non posso fare a meno di pensare che c'è della compassione nell'atteggiamento del prete, come se tutti fossimo pecorelle smarrite in cerca di un pastore che ci riporti sulla retta via...

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