mercoledì 17 agosto 2011

Francoforte 4

Quarto giorno Oggi è giorno di fiducia. Lui è andato in aereoporto a prendere lo spagnolo e questo mi ha dato attimi di respiro. Ne avevo un disperato bisogno! E' confermato ormai: la mia indipendenza da questo essere passa anche per la solitudine. Sono sul lungoMeno adesso, il posto più bello della città secondo me. Ora penso di poter resistere fino a martedi, in fondo ogni giorno che passa è un giorno in meno e oggi è già venerdi. Ritrovo la serenità dopo la "disperazione". Sono in Germania, ma per la prima volta sento che casa mia è tutto quello che mi manca. Le altre volte tutto spariva dai miei pensieri: più mettevo km tra me e Verona e più mi sembrava che i miei problemi sparissero , che una bellissima serenità avvolgesse tutto. Ma forse questo mi succede solo a Monaco perchè là sento come un legame spirituale, una sensazione a pelle di benessere. Chissà, stramberie interiori. Stranamente mi sembra di vivere qui da sempre, bho! Forse perchè passeggio sempre nei soliti posti e con lo stesso babbeo vicino. Da qui posso analizzare meglio la mia vita a Verona e quasi quasi nulla mi sembra disprezzabile perchè alla fine della fiera a casa ci sono persone che mi capiscono. Si, credo sia questo il grosso della situazione, ma nonostante tutto sono contento di essere venuto qui. Vale come anteprima dei miei progetti per Monaco, ora so più o meno a cosa andrei incontro e soprattutto a come mi sentirei in una situazione del genere. Tra un po' dovrebbe tornare con lo spagnolo e vediamo che tipo di persona è, poi ti saprò dire cara Enri. Nel frattempo ho avuto una giornata meravigliosa, LIBERA. Ho fatto  una lunga passeggiata sul lungofiume, lentamente, guardando le persone, gli edifici, pensando in tranquillità e prendendo il mio ritmo, restando in silenzio. Ho trovato un bar carinissimo sulla Riva dei Musei e mi sono ordinato una fetta di torta alle pesche sciroppate (buonaaaaaaaaaa) e tè verde, una pacchia! Poi mi sono fiondato in un museo e me lo sono girato come ho voluto io. Questo è quello che voglio, mettermi alla prova in libertà, con i miei tempi, su ciò che voglio io! Stavolta si che mi sono sentito bene, completo, pieno, INDIPENDENTE. Un altro giorno sta per terminare, ma la parte seria deve ancora arrivare. Vedremo...
Ed ecco il momento che tanto aspettavi: ho conosciuto lo spagnolo. A prima botta è uno che vuole piacere, sorriso, stretta di mano energica, un uso eccessivo del nome proprio e della confidenza corporale: continua a dare pacche sulle spalle. Ma per un paio di giorni mi pare inoffensivo. Con il tedesco invece è un prete per modo di dire. Dietro lo scherzo e la battuta, lo sfotte e gli tira continuamente manate violente sulla schiena, urlando "falso tedesco, falso protestante". E basta un nonnulla per fargli iniziare una lezione di storia o di filologia. Mi sento meravigliosamente estraneo a tutto questo, in più che entrambi capiscono poco di italiano, coì posso anche commentare ad alta voce con mala grazia, ma sorridendo, cambiando poi il commento con una traduzione depurata ed educata. In questo momento parlare ed essere italiano è una fortuna a dir poco! Loro parlano al plurale "noi", io parlo al singolare "io". Non mi sento parte di un "gruppo" multilinguistico come sbandierano, galvanizzati dall'evento singolare. Tornato a casa archivierò la cosa e scaricherò le foto sul computer, nulla di più. Ma quello che più mi è piaciuto è stato l'effetto immediato della presenza dello spagnolo: ha completamente assorbito l'attenzione dell'altro, di modo che anche se ero fisicamente li, la mia mente era libera di astrarsi, osservare, ordinare e pagare da me. Lascio i due amiconi camminare qualche passo avanti, per avere anche tempo e modo di passeggiare pian piano, come piace a me. Dicono che domani andiamo alla fiera del libro, di cui ora come ora poco mi importa, ma visto che in teoria sono venuto qui anche per quella...

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