domenica 8 luglio 2012

Indisciplinati ciclisti

Ok, vogliamo parlarne? E allora parliamone. No perché va bene il salutismo, l’esercizio fisico e paciarane varie, ma un minimo di misura ci vuole. Sto parlando dei ciclisti. Di quegli homo sapiens dalle chiappette nervose e i polpacci filosi, di quei baleghi che anche con -12 e +30 non rinunciano allo squisito dolore del sellino, di quei bipedi che si spostano solo su due ruote e che qua in Crucconia sono l’equivalente degli automobilisti nostrani.

Si perché dovete sapere che la maggior parte della fauna in questo angolo di mondo con il sopraggiungere della bella stagione si sposta in bici. E fanno bene: la città è attrezzata. A lato dei marciapiedi fanno bella mostra di sé strisce asfaltate in cui gli amici pedalatori possono sfrecciare a piacere senza dover fare lo slalom tra le macchine o la spaccata sul cofano. E questo mi sta bene. Io, tartaruga da marciapiede, cammino, tu, lepre da pista, pedali. Io non ti intralcio e tu non rischi di inchiappettarmi con il parafango. Con molto rispetto e buon senso ognuno si fa gli affari suoi nell’apposita striscia urbana. Perché dai diciamocelo, alcune volte i marciapiedi sono intasati come la barriera di Mestre a Ferragosto e stiamo stretti noi pedoni, se avessimo anche i ciclisti che ci pestano i piedi, una mattanza generale ci starebbe tutta. Grazie quindi al senso organizzativo teutonico il problema è stato risolto alla radice con i più sentiti ringraziamenti.

Ora, questo idillio sarebbe perfetto se le zone restassero inviolate da entrambe le parti. Non è un caso se ho paragonato il ciclista teutonico all’automobilista italico. Come da noi è il volante a dettare legge, qui lo è il manubrio. Il ciclista ha tutti i diritti, tutti i privilegi e, cosa ancor più importante, tutte le precedenze. E tutti gli spazi. Perché se sti benedetti ciclisti restassero nella loro bella pista no problemo. Invece no, quando gli frulla il dindirindero si prendono anche il marciapiedi senza battere ciglio. Che con tutta l’elasticità di sto mondo se restassero almeno in fila indiana un occhio lo potresti chiudere. Se andassero almeno a velocità moderata, sbuffi, ma ti adatti. Nooooooo. Macchè. Primo stanno rilassati in sella parlando con l’amico faccia a faccia incuranti del fatto che tu ti sei dovuto arrampicare sulla cancellata di non so quale condominio o hai dovuto gettarti a corpo morto sul tavolino del ristorante greco oltre la siepe. Secondo pedalano come dannati, acquattati sulla canna della bici per produrre maggior velocità e riuscire ad abbattere la barriera del suono a suon di spasmi muscolari. Non son loro che devono evitare te sul marciapiedi, ma tu loro.

La cosa consolante almeno è che i ciclisti non sono indisciplinati solo con i pedoni, ma anche con gli altri ciclisti. Si sorpassano, si scampanellano perché vanno troppo lenti, si prendono a calci negli stinchi, i più temerari riescono addirittura a risalire la pista in contromano, come le trote del Caucaso. Se c’è una cosa però che li fa imbestialire in blocco è quando tu pedone invadi la pista. Li anche il vecchietto della casa di riposo ti prenderebbe a morsi la giugulare con la dentiera. Quindi quando attraversate, prima di raggiungere la zona sicura, non dovete guardare se arrivano macchine, ma bici. Si perché le piste ciclabili si trovano sempre tra il marciapiedi e la strada. Così che prima di essere investito dall’italiano in visita a Monaco, vieni preso pure a scampanellate dall’autoctono se hai rischiato di usurpargli la pista. Che non so come facciano, ma tu non li hai ancora nel tuo campo visivo che loro son già li che ti scampanellano per dirti “levati di mezzo”. Loro si possono incazzare se gli invadi il territorio, tu no.

A questo punto io propongo di rimettere in vigore la buona cara vecchia legge del occhio per occhio, dente per dente. Come io pedone non posso mettere piede sulla tua pista, così tu ciclista non puoi mettere ruota sul marciapiedi. Al che appena ti vedo invadere la mia zona scatta il primo richiamo: avvertimento verbale. Se non la capisci, scatta il secondo richiamo: appena vedo che la tua ruota esce dalla pista, ci infilo un manganello nei raggi a tradimento. Chissà che una sonora spetasciata sull'asfalto e una costellazione di contusioni non ti facciano capire l'antifona. Se nonostante questo tu resti recidivo e fai ancora lo smargiasso, terzo e ultimo avvertimento: ti spezzo le ginocchia a pedalate e ti faccio lo scrubbing con la catena. Vedrai che in questo modo il messaggio ti entra in testa. Hai la tua pista? Perfetto! Restaci.

16 commenti:

  1. Una volta ho dovuto salvare la mia ignara sorella dalle ruote di un ciclista imbufalito perché lei, beata ingenuità, non aveva notato la divisione in due piste del marciapiede... qua a Monaco non ho paura di attraversare la strada: ho paura di attraversare la pista ciclabile!!!!!!

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  2. Il paragone ciclista teutonico-automobilista italico non fa una piega. Credo che in Germania la probabilità di essere messi sotto da una bici sia nettamente superiore rispetto a quella di essere investiti da un'auto.
    Pazzi furiosi su due ruote! O_o

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  3. Qua in Germania, lo ammetto, non faccio caso ai ciclisti. Ricordo solo anni fa, arrivata in Olnda per turismo, di essere stata istruita di non osare mai, mai, mai, neppure per scherzo di invadare come pedone le piste ciclabili. Sarebbe stata un'immediata condanna a morte, in quanto là i ciclisti non si fermano affatto se un pedone invade la pista ciclabile. Piuttosto lo stirano senza remore. Ho dovuto constatare, nei giorni successivi, che era proprio così.

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  4. Concordo sul fatto che i ciclisti che invadono le vie pedonali fanno cagà! Oh!
    In questo caso, e sono in questo caso, opterei per la tecnica dello scazzo: se lui è sulla via sbagliata peggio per lui, tu continui a passeggiare leeeeeeeeentamente ignorando la scampanellata. Questo ovviamente non vale sulla pista ciclabile, su quella avrebbero ragione loro di diritto.
    P.S. che vuol dire "paciarane"? o_O

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  5. In tutte le mie visite non ho fatto caso ai ciclisti che vanno dove gli pare nonostante ormai abbiano la pista ciclabile anche per entrare in appartamento. Ho notato invece il contrario.. come calpesti con un piede la loro carreggiata è la fine! Devo confessare che sono un amante della bici, per cui mi ci vedo a sfrecciare per le piste ciclabili per tutta Monaco, ovviamente, il mio senso civico mi farà pedalare allegramente lungo la striscia di asfalto di mia competenza senza intralciare Torquitax che beatamente cammina sul marciapiede ;)

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  6. Il primo giorno ke ho messo piede a monaco camminavo ignara nella pista ciclabile. Poi dopo che mi hanno "giustamente" suonato campanelli e sbraitato di levarmi dai piedi, ho capito come mi sarei dovuta comportare. Quoto tutto ciò ke dici comunque sul loro comportamento.
    A me piacciono le bici ke hanno dietro quella specie di carriola con seduti 2 o 3 bimbi.
    Una volta ai giardini inglesi ho visto un uomo pedalare una bici molto diversa dalle altre. Aveva al posto della ruota davanti, una sedia a rotelle e vi era seduta una donna. Non potrò mai dimenticarmi lo sguardo di gioia di quella donna
    katia

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  7. E' stata la prima cosa che ho dovuto insegnare a mia mamma e a mia sorella: la zona asfaltata è da evitare, è la ciclabile. La zona piastrellata è zona pedonale, è zona sicura. E ogni volta che si dimenticavano e sovrapensiero sconfinavano nella ciclabile urlavo stizzito "è la ciclabileeeeeeeeeeeee, via i piedi da li!!!!!" Ora hanno capito.

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  8. Ma decisamente. Da che son qua non guardo più a destra e a sinistra nell'attraversare la strada. Sulla ciclabile però si. E se ne vedo arrivare uno di ciclisti, anche se è a ancora 3km di distanza aspetto che passi. Tanto alla velocità con cui pedalano tempo 5 secondi e i 3 km se li è già fumato!

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  9. Qua idem. Ma no preocupe, ora che ti ho messo la pulce nell'orecchio vedrai che ci farai più caso. Anche se scommetto che se dovessi sconfinare non ti direbbero su. Dato il tuo aspetto più che teutonico scuoterebbero la testa e tirerebbero di lungo senza fare tante storie.

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  10. Guarda la prossima volta che mi capita seguirò il tuo consiglio. Chissà che non la capiscano di restare nella loro zona. Non oso immaginare se fosse come in Italia dove le piste ciclabili non sanno neanche che cosa siano. Probabilmente avrebbero già picchettato il comune per avere ragione dei loro diritti.
    Ahahahaha paciarane è un termine dialettale veronese che sta per "scemate, stupidaggini, stramberie". Ogni tanto l'anima veronese fuoriesce!

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  11. Ma io sono d'accordo a che i ciclisti abbiano la loro bella pista. Solo mi sta sui cosiddetti che nonostante ce l'abbiano si prendano anche il marciapiede. E poi?! Ecco, il giorno che ti trasferisci fai il bravo ciclista e dai il buon esempio. Resta nella tua pista che io resto sul mio marciepiedi. Poi ci incontriamo a mezza via e ci sfondiamo di discorsi derilanti da drogati di Monaco!

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  12. Si poi ora ci sono anche quelle bici che sembri sdraiato sul divano e pedali praticamente in orizzontale. Ne ho viste un paio. Robe da matti. Si si qua le bici sono l'equivalente delle macchine da noi. Il modello famiglia, il modello fidanzati, quello multifamiliare con una piccola roulotte attaccata dietro. Ti credo che poi vanno tutti in bici. Crescono con il dondolio delle due ruote.
    Ecco, come giustamente loro sbraitano se invadi la pista, che io non devo sbraitare se tu ti prendi anche il marciapiedi? Allora amico teutonico visto che il senso civico ce l'hai nel sangue esercitalo. Che se mi cascano su ste minuzie qua son delusioni...

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  13. Penso che se qui arroti un pedone con la bicicletta, scatta facilmente la denuncia per danni contro il ciclista... Se poi questo valga anche quando lo scontro avviene sulla pista ciclabile non saprei.
    Tra quelle che ho visto, le piste ciclabili di Germania e Olanda sono davvero le migliori, qua non ci si avvicinano neanche come qualità. Sono a tutti gli effetti una parte della carreggiata (infatti se ti beccano a passare col rosso scatta subito la multa), con tutte le conseguenze del caso.
    L'arroganza dei ciclisti monachesi è nota a chiunque ci sia stato almeno una volta. Mi chiedo se l'ispettore Derrick abbia mai indagato sull'omicidio di un ciclista!

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  14. No no per carità diamo ai ciclisti quel che è dei ciclisti: qua le piste sono veramente opere d'arte, capolavori. Non hanno un buco a pagarlo oro, tutto asfalto dritto, pulito, regolare. Mi cogli impreparato nel senso che non so quali diritti hai se becchi il ciclista in flagrante. Certo è che una lavata di capo ci starebbe tutta.
    I ciclisti tedeschi sono arroganti dappertutto secondo me. Anche a Berlino non scherzavano quanto ad arroganza!

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  15. Il tuo modo di scrivere è troppo divertente Torqui, dovresti collaborare con un giornale ;) Mai pensato? Torqui versus ciclisti crucchi, chi vincerà ? :lol:
    Dancer

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  16. Ma magari cara Dancer, sarebbe un sogno che diventa realtà. Oppure una rubrica tutta mia "chiedi a Torqui". Eh si, sarebbe meravigliosissimo!! Anche perchè scrivere per campare sarebbe la realizzazione di tutti i sogni infantili. Si, devo ammettere che il mio modo di scrivere è alquanto unconventional. Definiamolo creativo!
    Quanto allo scontro tra me e i ciclisti non c'è gara. Vinco io.

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