Giá che siamo in tema Pasqua, parlo anch´io della mia Pasqua. Quest´anno per me niente rientro in Italia, niente mega uovo di cioccolata da un chilo e piú, niente gossip con parenti e Super Genia. Visti i cinque striminzitissimi giorni di vacanza che avevo ho optato per restare in terra bavara, anziché farmi un tour de force e due giorni di viaggio per rientrare in territorio veronese. Pasqua 2012 è stata per me Pasqua tedesca. E non sapete come! Per nulla intimorito dall´evenienza, progettavo una Pasqua in solitaria. Solo che solitaria non è stata per niente. Ma prima urge un breve ricapitolo della situazione.
Vi ricordate che il mio padrone di casa è il fratello della Centralinista? Vi ricordate che la madre mi abita al piano di sopra? Vi ricordate che la sorella abita nel Rückgebäude che si affaccia sul cortile interno? Beeeeeeene. Da che mi sono trasferito li, tutti sono venuti in processione a conoscere questo italiano che ha affittato l´appartamento, attirati e affascinati dal fatto che fossi del Bel Paese. E non vi dico i mille complimenti che mi sono piovuti addosso, come se essere italiani fosse un certificato di simpatia e charme qua. Mah. Specialmente la C-Mutter si è entusiasmata all´idea di avere un italiano al piano di sotto e dopo avermi foderato le orecchie di mille e mille complimenti sulla bellezza di Verona e la magnificenza del Lago di Garda, si è calata nel ruolo di guida turistica. Non sono servite a nulla le mie osservazioni che dopo quattro volte che ci vengo il centro di Monaco me lo giro per bene. Macché, anche se le ho parlato in tedesco, lei ha fatto orecchie da mercante e se ne è infischiata. Una domenica mi ha suonato, mi ha intimato di vestirmi e via. Tour della cittá. Va bhe –mi sono detto- se sono cosi amato, lasciamoci amare va´! Che almeno essere italiano porti dei benefici invece che vergogna. La sorella, autentica divora-libri, me ne ha imprestati una catervata, cosi per solidarietá, quando ha saputo che venderei un rene per avere credito illimitato da Hugendubel. Alé. Ultimo ma non meno importante il figlio della Centralinista. Questo grazioso frugoletto bavaro, giovane di 8 anni, tale Buben mi ha preso in simpatia un giorno che mi visto addosso la felpa di Super Mario. Da li non c´è stato piú ritorno. Ha talmente insistito con la Centralinista perché mi invitasse a casa sua a giocare a Mario Kart WII che non ci sono stati ma o bah, la cosa si è fatta. Da allora ogni tanto do lezioni di Mario Kart al pupo della collega. Io mi aspettavo che la frequentazione si fermasse li, qualche scambio di battute sulle scale quando ci si incontra e ciao, ognuno dentro dalla sua porta. No. Destino ha voluto che sia capitato in una rara famiglia tedesca accogliente e compagnona. La tipica eccezione che conferma la regola. Cosi ora qualche domenica partecipo alle loro scampagnate, ricevo inviti per thé e cene. Questo italiano a Monaco ha sbancato.
A questo punto avrete capito che non ho passato la Pasqua da solo perché assolutamente no, la Pasqua tu la passi con noi. E va bhe, obbediamo e godiamoci l´ospitalitá bavara. La famigliola mi ha coinvolto in tutti i riti che bisogna compiere prima di godersi la Pasqua. E cosi venerdi santo (Karfreitag – qui autentico giorno di ferie, i negozi chiudono, la cittá si ferma) sono andato dalla Centralinista per aiutare lei e Buben a dipingere le uova. Mi sembrava di essere tornato all´asilo quando confezionavamo i quadretti pastrocciati per la festa del papá o della mamma. Come salario mi sono stati offerti una tazza di thé fumante e un´oretta di gossip (in tedesco va da sé).
La domenica di Pasqua ero di nuovo a casa della Centralinista. Ah e per inciso qui a Pasqua ha nevicato. Mai visto una Pasqua imbiancata. Atmosfera sublime, io ne sono rimasto estasiato. Avevo gli occhi sgranati dalla sorpresa e dall´emozione. Robe mai viste! Tornando a noi, arrivato a destinazione, sono stato subito coinvolto nella caccia all´uovo. Ovvero dovevamo cercare per tutta la casa i regali che l´Osterhase (lepre pasquale) aveva nascosto per noi. Il mio era nascosto dietro i fumetti e mi è arrivato, niente popó-di-meno, che un uovo della Lindor. Mica palle. La Lindor. Credo di aver ringraziato la Centralinista tre miliardi di volte con stampato in faccia un sorriso da ebete lesso. Finita la caccia e messa la casa sottosopra ci siamo seduti a mangiare. Da noi la tavola sarebbe stata imbandita e al centro avrebbe fatto bella mostra di sé l´agnello o l´abbacchio. Qua no. Anche a Pasqua si mangia di magro. Pane, Bretzel, salsine, frischkäse, prosciutto e salami, salsa al salmone affumicato, marmellate e burro (di cui fanno un uso industriale) e neanche l´ombra di cioccolata. Durante il magnare si prendono le uovo dipinte a Karfreitag e si gioca a Eier-Ticken (o una roba del genere). Spiego: ognuno prende un uovo e poi li si fa scontrare l´uno contro l´altro, il tipo a cui si rompe/crepa l´uovo deve cederlo all´altro che lo deve mangiare, dato che sono uova sode giá cotte (in veronese li conosco come ovi duri, poi nelle altre parti d`Italia non so). Il pomeriggio è passato tra chiacchere e scambi culturali: noi in Italia facciamo cosi, cosi e cosi. Verso sera ci siamo trasferiti dalla C-Mutter e ci siamo andati giú pesanti di zuppa di verdure, peperoni ripieni, miglio (!!!!) e Apfelsaft. Mi hanno lasciato andare a casa solo alle 10 (e meno male che abito al piano di sotto). Una Pasqua ultra alternativa e favolosa e devo dire anche un filo impegnativa, che sapete parlare tutto il giorno in tedesco non è mica come farsi una passeggiata sulla Ludwigstraße. Avevo il cervello che fumava. Ma per una Pasqua cosi, ne valeva la pena.
Mai e poi mai mi sarei immaginato che in sei mesi avrei impiantato tutta questa rete di conoscenze. E mi sale un po´la malinconia al pensiero che il conto alla rovescia del mio tirocinio è giá iniziato: ancora due settimane e mezzo e poi, puf, tutto finito. Peró nessuno mi obbliga a tornare anche se l´esperienza nell´UT sta volgendo al termine. A questo punto mi sa che varrebbe la pena restare…
PS: da Dresda mi é arrivato un Monopoly di cioccolata. Io la adoro la Dresdnerin!
PPS: mi sono dimenticato di dire che martedi, quando sono tornato in ufficio, sulla scrivania ho trovato un Osterhase della Milka, regalo della Secondina. E io che temevo che quest´anno avrei dovuto rinunciare alla consueta sgavettata di cioccolata pasquale!
mercoledì 11 aprile 2012
mercoledì 4 aprile 2012
Schloß Nymphenburg
Per la serie „luoghi magici“ a Monaco, oggi vi presento Schloß Nymphenburg. Questo meraviglioso castello sta quasi in centro cittá (mica dietro la Marienplatz per intenderci) ma è facilmente raggiungibile con il tram 17 da Sendlinger Tor, Stachus e l´Hauptbahnhof. E non potete sbagliare fermata 1) perché prima di scendere lo vedrete sulla vostra sinistra e 2) perché la fermata si chiama proprio Schloß Nymphenburg. Se anche cosi riuscite a perdervi meritate un applauso.
Cos´ha di tanto speciale questo castello, direte voi, da meritare un post apposito. Bhe ha un parco gigantesco e favoloso, costellato di padiglioni in cui le dame andavano a rinfrescarsi sorseggiando sorbetti tra un pettegolezzo e l´altro, conta ben due laghi e una rete di canali che si possono costeggiare passeggiando o facendo jogging. In piú il complesso residenziale vero e proprio è posto esattamente al centro di due canali lunghissimi in cui d´estate nuotano cigni e anatre, mentre d´inverno è possibile pattinarci sopra e giocare a una variante locale di curling su ghiaccio. Il castello è da togliere il fiato. Appena arrivate venite accolti da due bracci tondi di casette in cui ora è ospitato il museo delle porcellane e davanti a voi si apre un laghetto sovrastato da una fontana in cui i cigni si sollazzano e i cinesi si dannano per farsi fotografare. La particolaritá del parco del castello, che lo differenzia dall´Englischer Garten, è che non ci si puó accampare sui prati ne percorrerlo in bici. Strano vero? Il parco è solo per pedoni, passeggini e malati di jogging, tutto il resto di sfaccendati si astengano prego. Ed è anche per questo che lo preferisco all´Englischer Garten, perché è piú tranquillo, perché tutti questi padiglioni sono una bellezza per gli occhi e perché è anche una sorta di riserva protetta in cui caprioli (leggi Bambi) e scoiattoli possono scorrazzare in libertá.
Altra cosa che mi induce a passare volentieri i week end a Nymphenburg è la sua storia. Il castello infatti, prima di venir inglobato nella cintura urbana, era la residenza estiva dei duchi, principi elettori e poi re di Baviera. Per scappare dalla canicola monachese e stufi di stare costipati nella Residenz, facevano impazzire le cameriere che dovevano incastrare tutti i vestiti nei bauloni e si trasferivano “in campagna”. E quando il sole picchiava sui cappellini delle signore, si tiravano fuori dalle rimesse le gondole comprate a Venezia e si filava sulle acque dei canali. Bella la vita dei nobili! Tante generazioni di Wittelsbach (la dinastia regnate di Baviera) l´hanno poi abbellito e ampliato. Per esempio re Ludwig I vi ha allestito la sua Galleria delle Bellezze, una teoria di ritratti che si ammirava tutto gasato quando era giú di corda e in una delle stanze verdi è venuto al mondo Ludwig II, il Re delle Favole. Insomma a Nymphenburg si è fatta la storia della Baviera.
Ma le carinerie non si fermano certo qui. Il castello infatti è nato come regalo (alla faccia del regalo!!!). Nel ´600 la coppia di duchi regnanti di allora non riusciva a mettere al mondo il tanto sospirato edere. Quindi giú di preghiere, di voti alla Madonna, di ceri benedetti a tutti i santi del paradiso per far si che le capriole coniugali dessero il loro frutto. Passano gli anni e la bella duchessa non resta incinta, ma neanche di una bambina che sarebbe stato giá qualcosa, macché, niente di niente, di figli il cielo non ne vuole mandare a sti due poracci. Eppure, chi la dura la vince e dopo la bellezza di sette anni, la Madama Duchessa resta in cinta. Tutti fanno gli scongiuri perché sia maschio alla prima botta e bam! giubilo in tutto il regno, è nato il maschietto tanto desiderato. La moglie-duchessa si meritava una ricompensa! Sette anni senza l´ombra di un figlio e finalmente che resta in cinta fa pure il maschio. Un regaluccio ci stava.
-Moglie mia adorata, ora che mi hai donato questo erede, come posso io sdebitarmi con te? Cosa posso fare per te, per renderti felice?
-Duca del mio cuore, gioielli ne ho a sufficienza (anche se una nuova parure di diamanti e smeraldi non la disdegnerei). Pensavo a qualcosina di un po´piú “spendibile”. Tipo una chiesa o un castello o tutti e due se ti va, non metto limiti alla tua generositá.
-Mah, direi che la chiesa ci sta tutta, dobbiamo ringraziare il Signore per averci mandato questo angelo, questo dono del cielo. Per cui, si mia signora, la chiesa si fará. Per il castello invece a cosa pensavi esattamente?
-Mhhh non so, un castelluccio piccino picció, giusto una bicocchina estiva dove stare un po´in pace e sventolarmi in tutta tranquillitá. Una parchetto in cui passeggiare e godermi il sole. E un vialetto dove poter cavalcare quando sono “accaldata”.
-Chiameró l´architetto di corte subito dopo pranzo, che dici, una trentina di stanze potrebbero andare?
-Come minimo!
E il castello-regalo è ancora li. Esattamente come la chiesa in questione, la Theatinerkirche, che con il suo giallo canarino campeggia in Odeonsplatz. Mica male per aver fatto un figlio al marito!
Cos´ha di tanto speciale questo castello, direte voi, da meritare un post apposito. Bhe ha un parco gigantesco e favoloso, costellato di padiglioni in cui le dame andavano a rinfrescarsi sorseggiando sorbetti tra un pettegolezzo e l´altro, conta ben due laghi e una rete di canali che si possono costeggiare passeggiando o facendo jogging. In piú il complesso residenziale vero e proprio è posto esattamente al centro di due canali lunghissimi in cui d´estate nuotano cigni e anatre, mentre d´inverno è possibile pattinarci sopra e giocare a una variante locale di curling su ghiaccio. Il castello è da togliere il fiato. Appena arrivate venite accolti da due bracci tondi di casette in cui ora è ospitato il museo delle porcellane e davanti a voi si apre un laghetto sovrastato da una fontana in cui i cigni si sollazzano e i cinesi si dannano per farsi fotografare. La particolaritá del parco del castello, che lo differenzia dall´Englischer Garten, è che non ci si puó accampare sui prati ne percorrerlo in bici. Strano vero? Il parco è solo per pedoni, passeggini e malati di jogging, tutto il resto di sfaccendati si astengano prego. Ed è anche per questo che lo preferisco all´Englischer Garten, perché è piú tranquillo, perché tutti questi padiglioni sono una bellezza per gli occhi e perché è anche una sorta di riserva protetta in cui caprioli (leggi Bambi) e scoiattoli possono scorrazzare in libertá.
Altra cosa che mi induce a passare volentieri i week end a Nymphenburg è la sua storia. Il castello infatti, prima di venir inglobato nella cintura urbana, era la residenza estiva dei duchi, principi elettori e poi re di Baviera. Per scappare dalla canicola monachese e stufi di stare costipati nella Residenz, facevano impazzire le cameriere che dovevano incastrare tutti i vestiti nei bauloni e si trasferivano “in campagna”. E quando il sole picchiava sui cappellini delle signore, si tiravano fuori dalle rimesse le gondole comprate a Venezia e si filava sulle acque dei canali. Bella la vita dei nobili! Tante generazioni di Wittelsbach (la dinastia regnate di Baviera) l´hanno poi abbellito e ampliato. Per esempio re Ludwig I vi ha allestito la sua Galleria delle Bellezze, una teoria di ritratti che si ammirava tutto gasato quando era giú di corda e in una delle stanze verdi è venuto al mondo Ludwig II, il Re delle Favole. Insomma a Nymphenburg si è fatta la storia della Baviera.
Ma le carinerie non si fermano certo qui. Il castello infatti è nato come regalo (alla faccia del regalo!!!). Nel ´600 la coppia di duchi regnanti di allora non riusciva a mettere al mondo il tanto sospirato edere. Quindi giú di preghiere, di voti alla Madonna, di ceri benedetti a tutti i santi del paradiso per far si che le capriole coniugali dessero il loro frutto. Passano gli anni e la bella duchessa non resta incinta, ma neanche di una bambina che sarebbe stato giá qualcosa, macché, niente di niente, di figli il cielo non ne vuole mandare a sti due poracci. Eppure, chi la dura la vince e dopo la bellezza di sette anni, la Madama Duchessa resta in cinta. Tutti fanno gli scongiuri perché sia maschio alla prima botta e bam! giubilo in tutto il regno, è nato il maschietto tanto desiderato. La moglie-duchessa si meritava una ricompensa! Sette anni senza l´ombra di un figlio e finalmente che resta in cinta fa pure il maschio. Un regaluccio ci stava.
-Moglie mia adorata, ora che mi hai donato questo erede, come posso io sdebitarmi con te? Cosa posso fare per te, per renderti felice?
-Duca del mio cuore, gioielli ne ho a sufficienza (anche se una nuova parure di diamanti e smeraldi non la disdegnerei). Pensavo a qualcosina di un po´piú “spendibile”. Tipo una chiesa o un castello o tutti e due se ti va, non metto limiti alla tua generositá.
-Mah, direi che la chiesa ci sta tutta, dobbiamo ringraziare il Signore per averci mandato questo angelo, questo dono del cielo. Per cui, si mia signora, la chiesa si fará. Per il castello invece a cosa pensavi esattamente?
-Mhhh non so, un castelluccio piccino picció, giusto una bicocchina estiva dove stare un po´in pace e sventolarmi in tutta tranquillitá. Una parchetto in cui passeggiare e godermi il sole. E un vialetto dove poter cavalcare quando sono “accaldata”.
-Chiameró l´architetto di corte subito dopo pranzo, che dici, una trentina di stanze potrebbero andare?
-Come minimo!
E il castello-regalo è ancora li. Esattamente come la chiesa in questione, la Theatinerkirche, che con il suo giallo canarino campeggia in Odeonsplatz. Mica male per aver fatto un figlio al marito!
Etichette:
München,
Senza categoria
sabato 31 marzo 2012
Frühstücken (colazionare)
Tasferirsi in un paese straniero ti cambia. Eh sai che novità, direte voi. E infatti c'avete ragione, infilo una banalità dietro l'altra, un ammasso cosmico di ovvietà che più ovvie non si può. Chiedo umilmente perdono e faccio appello alla vostra comprensione perchè seguitiate a leggere! Dunque, tornando al discorso principale...ah si, da che son qua non riesco più a rinunciare a lei, la colazione con la C maiuscola.
Io non sono mai stato un grande estimatore della colazione, anche se come tutti mi sono spessissimo sentito rifilare la frase chiave "ma lo sai che la colazione è il pasto più importante della giornata??". Non lo metto assolutamente in dubbio, ma per ragioni del tutto tecniche mi sono visto costretto a rinunciare all'amica colazione subito dopo le medie, luogo che raggiungevo bellamente a piedi. Con l'inizio delle superiori il nostro rapporto invece ha cominciato a traballare. Dovendo cambiare due autobus per riuscire ad arrivare in classe alle 8 e mettendo in conto il tempo morto tra un bus e l'altro, io uscivo di casa alle 6:30 della mattina. Tempo per Madama Colazione non ce n'era più e non mi sognavo neppure di svegliarmi alle 5:45 solo per fare colazione. Era già di per sè un miracolo che uscissi di casa vestito nonostante i fumi del sonno, figurarsi mettersi li a farsi il toast o il thè del buongiorno. Proprio no. Colazione e io ci vedevamo un paio d'ore la domenica mattina e poi più niente (e poi dicono che gli studenti non fanno sacrifici per la scuola, li fanno eccome! a meno che non siate il tipico studente scortato a scuola da papà in suv con la mamma che si alza un'ora prima solo per farvi trovare la colazione pronta quando voi aprite finalmente gli occhi sul mondo, ma questa è un'altra storia...). Con l'università la frequentazione è ricominciata in virtù degli orari alquanto flessibili di cui godeva la mia facoltà.
E poi si sa: la laurea, la vincita della borsa di studio, il trasferimento a Monaco e bla bla bla. Osservando i barbari locali mi sono accorto che qua la colazione è un vero rito, che non importa dove si faccia, se per strada, sulla scrivania in ufficio, aspettando la metro o al tavolino striminzito del baracchino. Si deve fare. E non ci sono palle. La colazione va fatta. Imperativo categorio kantiano: devi, dunque puoi! Solo che la loro colazione differisce un bel po' dalla nostra. Non è esagerata come quella all'inglese con uova e bacon, ma neanche leggera e zuccherina come quella all'italiana. Qui il Principe della colazione è lui, l'immancabile, ultrateutonico Bretzel. Una colazione senza Bretzel non è colazione, è una roba smoccicata per strada, un surrogato per carburanti, robetta squanfia che si ingurgita solo per motivi di sopravvivenza. Solo che la complessità del rito colazionatorio non si ferma qui. Perchè anche nel Regno dei Bretzel esiste il Re e il vassallo, il Bretzel In e il Bretzel Out, il Principe e il Povero. Il Bretzel che più Bretzel non si può è il Butterbretzel, ovvero un Bretzel tagliato per il largo con dentro delle enormi pepite di burro. In preda a un istinto di adattamento una mattina l'ho comprato come colazione da scrivania. Arrivarci in fondo è stata un' impresa ardua. Buono, veramente buono, ma accidenti che botta di colesterolo. Verso la metà rantolavo, annaspavo nel burro. Da li un boccone ogni mezz'ora per non morire causa attacco iperglicemico. Poi c'è il cugino povero, il Käsebretezel, una banale sottiletta adagiata su tutto quanto il Bretzel. Decisamente il mio favorito, va giù che è una meraviglia, stranamente non è unto e ti da una bella carica fino a mezzogiorno. Infine il parente di cui tutti sanno ma che nessuno avvicina, il paria della famiglia, il figliol prodigo del Regno: il Frischkäsebretzel, che, come si intuisce dal nome è un butterbretzel solo che al posto del burro c'è il frischkäse. Ovviamente il Bretzel non si mangia cosi, da solo, secco. Va annaffiato con qualcosa. Ed ecco allora entrare sulla tavola il caffè, il latte macchiato, il cappuccino, thè verde e chi più ne ha più ne metta.
I più temerari non disdegnano il Bretzel a colazione, ma il più delle volte sentono che ci vuole qualcosa di più incisivo e senza tanto ritegno si abbottano di Semmel (panino tondo conosciuto in Italia come kaiser) farcito da una bella fetta abbondante di Leberkäse (non fatevi ingannare dal nome, con il formaggio non ha niente a che fare, in realtà è un polpettone di maiale tutto bavarese). Per i salutisti invece bastano un vasetto di yoghurt magro, un paio di carote, un'insalatina di mais e ceci, insomma tutte robe che riducono il colesterolo, depurano l'organismo ed essendo ricche di fibre ti fanno fare tanta.... Per farla breve, qua la colazione piace salata. Fattela come vuoi, con quello che vuoi, basta che il gusto predominante sia il salato. Cosi si salvano le apparenze e tutti contenti.
Io invece sono per la colazione dolce, cosa che non ha mancato di creare scandalo e confusione. Dovete sapere infatti che in fondo alla mia via, per ragioni di mera fortuna sfacciata, c'è un supermercato (discount va') che si fa un vanto di vendere per la maggior parte prodotti italiani a prezzi irrisori. Lo adoro! Pan di Stelle, Baiocchi, Abbracci, Batticuori, Macine, Tenerezze e via cosi ce ne sono a scaffali interi. L'unica cosa che manca sono le Gocciole ma quelle ci pensano i parenti in visita a portarle. Grazie al mio discount del cuore non ho dovuto rinunciare alla mia colazione biscotti+thè. E quando sono particolarmente ispirato mi porto direttamente i biscotti in ufficio e mangio alla scrivania. Le colleghe, esterrefatte, mi hanno prontamente chiesto se mangio dolce per colazione. Ovvio -ho risposto io. Ma non è una colazione alla tedesca -hanno ribattutto loro. Certo che no -mi sono difeso io- questa è una colazione all'italiana. Se togli il dolce di mattina a un italiano lo uccidi. Dovevamo capirlo quando sei entrato in ufficio la prima settimana con il Schockocroissant che sei un zuckerjonkie (un drogato di zuccheri) -hanno detto scrollando la testa. Pazienza, ve ne farete una ragione, care colleghe.
Morale: ora io e Sora Colazione ci frequentiamo assiduamente, durante la settimana alla scrivania, durante il week end tranquillamente spaparanzati in cucina sorseggiando thè e ingollando biscotti. Farmi una colazione rilassata è diventato il rito del week end e uno dei motivi per cui il wochenende è il punto più alto di relax e pace. Eh si, trasferirsi in un paese straniero ti cambia!
Io non sono mai stato un grande estimatore della colazione, anche se come tutti mi sono spessissimo sentito rifilare la frase chiave "ma lo sai che la colazione è il pasto più importante della giornata??". Non lo metto assolutamente in dubbio, ma per ragioni del tutto tecniche mi sono visto costretto a rinunciare all'amica colazione subito dopo le medie, luogo che raggiungevo bellamente a piedi. Con l'inizio delle superiori il nostro rapporto invece ha cominciato a traballare. Dovendo cambiare due autobus per riuscire ad arrivare in classe alle 8 e mettendo in conto il tempo morto tra un bus e l'altro, io uscivo di casa alle 6:30 della mattina. Tempo per Madama Colazione non ce n'era più e non mi sognavo neppure di svegliarmi alle 5:45 solo per fare colazione. Era già di per sè un miracolo che uscissi di casa vestito nonostante i fumi del sonno, figurarsi mettersi li a farsi il toast o il thè del buongiorno. Proprio no. Colazione e io ci vedevamo un paio d'ore la domenica mattina e poi più niente (e poi dicono che gli studenti non fanno sacrifici per la scuola, li fanno eccome! a meno che non siate il tipico studente scortato a scuola da papà in suv con la mamma che si alza un'ora prima solo per farvi trovare la colazione pronta quando voi aprite finalmente gli occhi sul mondo, ma questa è un'altra storia...). Con l'università la frequentazione è ricominciata in virtù degli orari alquanto flessibili di cui godeva la mia facoltà.
E poi si sa: la laurea, la vincita della borsa di studio, il trasferimento a Monaco e bla bla bla. Osservando i barbari locali mi sono accorto che qua la colazione è un vero rito, che non importa dove si faccia, se per strada, sulla scrivania in ufficio, aspettando la metro o al tavolino striminzito del baracchino. Si deve fare. E non ci sono palle. La colazione va fatta. Imperativo categorio kantiano: devi, dunque puoi! Solo che la loro colazione differisce un bel po' dalla nostra. Non è esagerata come quella all'inglese con uova e bacon, ma neanche leggera e zuccherina come quella all'italiana. Qui il Principe della colazione è lui, l'immancabile, ultrateutonico Bretzel. Una colazione senza Bretzel non è colazione, è una roba smoccicata per strada, un surrogato per carburanti, robetta squanfia che si ingurgita solo per motivi di sopravvivenza. Solo che la complessità del rito colazionatorio non si ferma qui. Perchè anche nel Regno dei Bretzel esiste il Re e il vassallo, il Bretzel In e il Bretzel Out, il Principe e il Povero. Il Bretzel che più Bretzel non si può è il Butterbretzel, ovvero un Bretzel tagliato per il largo con dentro delle enormi pepite di burro. In preda a un istinto di adattamento una mattina l'ho comprato come colazione da scrivania. Arrivarci in fondo è stata un' impresa ardua. Buono, veramente buono, ma accidenti che botta di colesterolo. Verso la metà rantolavo, annaspavo nel burro. Da li un boccone ogni mezz'ora per non morire causa attacco iperglicemico. Poi c'è il cugino povero, il Käsebretezel, una banale sottiletta adagiata su tutto quanto il Bretzel. Decisamente il mio favorito, va giù che è una meraviglia, stranamente non è unto e ti da una bella carica fino a mezzogiorno. Infine il parente di cui tutti sanno ma che nessuno avvicina, il paria della famiglia, il figliol prodigo del Regno: il Frischkäsebretzel, che, come si intuisce dal nome è un butterbretzel solo che al posto del burro c'è il frischkäse. Ovviamente il Bretzel non si mangia cosi, da solo, secco. Va annaffiato con qualcosa. Ed ecco allora entrare sulla tavola il caffè, il latte macchiato, il cappuccino, thè verde e chi più ne ha più ne metta.
I più temerari non disdegnano il Bretzel a colazione, ma il più delle volte sentono che ci vuole qualcosa di più incisivo e senza tanto ritegno si abbottano di Semmel (panino tondo conosciuto in Italia come kaiser) farcito da una bella fetta abbondante di Leberkäse (non fatevi ingannare dal nome, con il formaggio non ha niente a che fare, in realtà è un polpettone di maiale tutto bavarese). Per i salutisti invece bastano un vasetto di yoghurt magro, un paio di carote, un'insalatina di mais e ceci, insomma tutte robe che riducono il colesterolo, depurano l'organismo ed essendo ricche di fibre ti fanno fare tanta.... Per farla breve, qua la colazione piace salata. Fattela come vuoi, con quello che vuoi, basta che il gusto predominante sia il salato. Cosi si salvano le apparenze e tutti contenti.
Io invece sono per la colazione dolce, cosa che non ha mancato di creare scandalo e confusione. Dovete sapere infatti che in fondo alla mia via, per ragioni di mera fortuna sfacciata, c'è un supermercato (discount va') che si fa un vanto di vendere per la maggior parte prodotti italiani a prezzi irrisori. Lo adoro! Pan di Stelle, Baiocchi, Abbracci, Batticuori, Macine, Tenerezze e via cosi ce ne sono a scaffali interi. L'unica cosa che manca sono le Gocciole ma quelle ci pensano i parenti in visita a portarle. Grazie al mio discount del cuore non ho dovuto rinunciare alla mia colazione biscotti+thè. E quando sono particolarmente ispirato mi porto direttamente i biscotti in ufficio e mangio alla scrivania. Le colleghe, esterrefatte, mi hanno prontamente chiesto se mangio dolce per colazione. Ovvio -ho risposto io. Ma non è una colazione alla tedesca -hanno ribattutto loro. Certo che no -mi sono difeso io- questa è una colazione all'italiana. Se togli il dolce di mattina a un italiano lo uccidi. Dovevamo capirlo quando sei entrato in ufficio la prima settimana con il Schockocroissant che sei un zuckerjonkie (un drogato di zuccheri) -hanno detto scrollando la testa. Pazienza, ve ne farete una ragione, care colleghe.
Morale: ora io e Sora Colazione ci frequentiamo assiduamente, durante la settimana alla scrivania, durante il week end tranquillamente spaparanzati in cucina sorseggiando thè e ingollando biscotti. Farmi una colazione rilassata è diventato il rito del week end e uno dei motivi per cui il wochenende è il punto più alto di relax e pace. Eh si, trasferirsi in un paese straniero ti cambia!
giovedì 22 marzo 2012
Imparare tedesco é...
-è riuscire a infilare il keine e il nicht nei giusti contesti, senza confonderli eccessivamente;
-è riuscire a chiamare la gente con il proprio nome ufficioso, vedi Schlampe, Scheißekerl, Arschloch, Jonkie und so weiter und so fort;
-è riuscire a conversare del tempo e sentire la Tutor esclamare, in un italiano direi quasi perfetto “ja, che tempo di merda” (certe cose non hanno prezzo, bisogna viverle);
-è riuscire a spiegare che un piatto non diventa italiano solo mettendoci il Parmesan e la rucola sopra;
-è riuscire a usare tutte le varianti colloquiali del machen: aufmachen (aprire), zumachen (chiudere), ausmachen (spegnere), anmachen (accendere), abmachen (concordare);
-è essere consapevoli che non lo si parlerá mai come un tetesco di Tcermania, ma che con la pratica ci si puó avvicinare parecchio alla meta!
-è semplicemente riuscire a raccontare cosa si è fatto nel Wochenende senza impapinarsi ogni 3x2;
E nonostante i casini, i fraintendimenti, gli occhi a rana dallo stupore e gli ahhhh, ehhhh, uhmmmm, ehmmmmm, imparare tedesco è un´avventura meravigliosissima! Che continuerá a dispetto delle figure di pippolo fatte fin´ora...e di quelle che verranno...
-è riuscire a chiamare la gente con il proprio nome ufficioso, vedi Schlampe, Scheißekerl, Arschloch, Jonkie und so weiter und so fort;
-è riuscire a conversare del tempo e sentire la Tutor esclamare, in un italiano direi quasi perfetto “ja, che tempo di merda” (certe cose non hanno prezzo, bisogna viverle);
-è riuscire a spiegare che un piatto non diventa italiano solo mettendoci il Parmesan e la rucola sopra;
-è riuscire a usare tutte le varianti colloquiali del machen: aufmachen (aprire), zumachen (chiudere), ausmachen (spegnere), anmachen (accendere), abmachen (concordare);
-è essere consapevoli che non lo si parlerá mai come un tetesco di Tcermania, ma che con la pratica ci si puó avvicinare parecchio alla meta!
-è semplicemente riuscire a raccontare cosa si è fatto nel Wochenende senza impapinarsi ogni 3x2;
E nonostante i casini, i fraintendimenti, gli occhi a rana dallo stupore e gli ahhhh, ehhhh, uhmmmm, ehmmmmm, imparare tedesco è un´avventura meravigliosissima! Che continuerá a dispetto delle figure di pippolo fatte fin´ora...e di quelle che verranno...
Etichette:
Senza categoria
martedì 20 marzo 2012
Stop al Televoto!
Eireen: Carissimi lettori, amici, fan, nei giorni scorsi abbiamo ricevuto sui nostri blog i vostri numerosi commenti in risposta al nostro post "Primo Giveaway Torquitax-Eireen" e, devo dire, li abbiamo letti tutti con interesse e piacere. Siamo stati più che contenti di vedere quanto amore e cura ci fosse in alcune delle righe che sono arrivate e curiosi di leggere quello che il nostro piccolo concorso vi aveva ispirato. La Germania è... per ciascuno di voi qualcosa di diverso: la patria degli avi, il paese dei sogni, il paese dei ricordi, il paese d'accoglienza, il paese del puro turismo. Ciascuno di voi ci ha regalato un punto di vista diverso sulla Teutonia e di questo non possiamo che ringraziarvi mille e mille volte, a prescindere dal premio. Vi diremo: non è stato facile scegliere. Io e Torquitax abbiamo discusso parecchio su ciascuno dei commenti giunti "in redazione" e poi, quando tutto sembrava deciso, sono anche arrivati dei last minute di partecipanti esitanti, magari un po' timidi, che non avevano osato dire la loro fino a quel momento. Dopo lunga consultazione, abbiamo tuttavia dovuto raggiungere un verdetto; abbiamo voluto premiare il commento che ci è sembrato più spontaneo, poetico, spiritoso, sentito e così ecco quello che abbiamo deciso.... rullo di tamburi....pausa volutamente allungata...suspense....primo piano su Eireen con volto sorridente...primo piano su un signore del pubblico, poi dettaglio ancora su di lui che tiene la mano a sua moglie.... ripresa della Frauenkirche fuori dalla finestra....figura intera su Torquitax in smoking di fianco ad Eireen, e infine.................."Signore e signori, il vincitore è è è è è è è è è è è è è è è è è è è è è è è è è è è è è è è è è è è è è è è....Landsliiiiiiideeeeeeeeeeeeeeeee!“ Rottura della tensione, Eireen e pubblico che applaudono, inquadratura di Landslide a bocca aperta e con le mani sul volto che ripete: "non ci posso credere!", musica trionfale in sottofondo....
Ma le sorprese non sono finite qua gente, durante la valutazione dei commenti, ci trovavamo sempre indecisi tra due e poiché non ci andava di tirare a sorte per far vincere un solo commento (e poi non dite che non siamo persone buone e brave), bhe, abbiamo pensato di istituire un premio di consolazione. Non ve l´aspettavate vero? Bhe nemmeno noi a dir la veritá. Eppure l´idea ci è venuta spontanea e abbiamo fatto uno strappuccio alla regola. L´unica cosa che distingue i vincitori è la scelta. Il vincitore, Landslide, puó infatti scegliere da sé il regalo, mentre il secondo arrivato riceverá uno dei restanti quattro regali senza poterlo peró scegliere (ovviamente siamo aperti a un suggerimento da parte del suddetto). Ed ora, grazie Eireen per avermi passato la busta, vince…il premio di consolazione come secondo commento piú quotato…rullo di tamburi prego….Reeeeeeeeeeedpozzzzzzzzzz. Si signori e signori, il primo Giveaway Eireen-Torquitax si conclude nel seguente modo: vincitrice-sbanca botteghino è lei, Landslide, vincitore (morale) invece Redpoz. Ragazzi coi vostri commenti in extremis ci avete veramente sconvolto i piani, avevamo tutta una rosa di finalisti e poi siete arrivati voi ed è stata finita, avete sbaragliato la concorrenza. Complimentissimi!!!! E ora passiamo alla parte tecnica. Chiediamo a Landslide e Redpoz di mettersi in contatto con uno dei due giudici, tramite messaggio privato, per saperci dire quale regalo spedire al vincitore e quale regalo il secondo arrivato desidererebbe ricevere dalla giuria senza la certezza peró di riceverlo (un po´di suspence, dai, ci vuole) e ovviamente per darci nome, cognome, indirizzo e cittá per la spedizione, poi ovviamente vogliamo anche sapere codice fiscale, numero del conto corrente…tanto per sapere qualcosina in piú su di voi ecco!
Per contattarci scrivete a: eireen74@gmail.com oppure torquitax@hotmail.it
ça va sans dire che vogliamo vedere scritti sotto a questo post i commenti dei due vincitori con l´emozione del momento, i ringraziamenti di rito e il discorsetto strappalacrime che non puó mancare mai in queste occasioni. A tutti gli altri concorrenti invece, va il nostro ringraziamento piú sentito per la partecipazione e per l´impegno che ci avete messo! Ci ha fatto veramente piacere leggerli, trovarne ogni giorno sempre di nuovi e capire cosa è la Germania per voi.
Per questo primo giveaway, that´s all folk! Passiamo e chiudiamo!
Ma le sorprese non sono finite qua gente, durante la valutazione dei commenti, ci trovavamo sempre indecisi tra due e poiché non ci andava di tirare a sorte per far vincere un solo commento (e poi non dite che non siamo persone buone e brave), bhe, abbiamo pensato di istituire un premio di consolazione. Non ve l´aspettavate vero? Bhe nemmeno noi a dir la veritá. Eppure l´idea ci è venuta spontanea e abbiamo fatto uno strappuccio alla regola. L´unica cosa che distingue i vincitori è la scelta. Il vincitore, Landslide, puó infatti scegliere da sé il regalo, mentre il secondo arrivato riceverá uno dei restanti quattro regali senza poterlo peró scegliere (ovviamente siamo aperti a un suggerimento da parte del suddetto). Ed ora, grazie Eireen per avermi passato la busta, vince…il premio di consolazione come secondo commento piú quotato…rullo di tamburi prego….Reeeeeeeeeeedpozzzzzzzzzz. Si signori e signori, il primo Giveaway Eireen-Torquitax si conclude nel seguente modo: vincitrice-sbanca botteghino è lei, Landslide, vincitore (morale) invece Redpoz. Ragazzi coi vostri commenti in extremis ci avete veramente sconvolto i piani, avevamo tutta una rosa di finalisti e poi siete arrivati voi ed è stata finita, avete sbaragliato la concorrenza. Complimentissimi!!!! E ora passiamo alla parte tecnica. Chiediamo a Landslide e Redpoz di mettersi in contatto con uno dei due giudici, tramite messaggio privato, per saperci dire quale regalo spedire al vincitore e quale regalo il secondo arrivato desidererebbe ricevere dalla giuria senza la certezza peró di riceverlo (un po´di suspence, dai, ci vuole) e ovviamente per darci nome, cognome, indirizzo e cittá per la spedizione, poi ovviamente vogliamo anche sapere codice fiscale, numero del conto corrente…tanto per sapere qualcosina in piú su di voi ecco!
Per contattarci scrivete a: eireen74@gmail.com oppure torquitax@hotmail.it
ça va sans dire che vogliamo vedere scritti sotto a questo post i commenti dei due vincitori con l´emozione del momento, i ringraziamenti di rito e il discorsetto strappalacrime che non puó mancare mai in queste occasioni. A tutti gli altri concorrenti invece, va il nostro ringraziamento piú sentito per la partecipazione e per l´impegno che ci avete messo! Ci ha fatto veramente piacere leggerli, trovarne ogni giorno sempre di nuovi e capire cosa è la Germania per voi.
Per questo primo giveaway, that´s all folk! Passiamo e chiudiamo!
Etichette:
Senza categoria
giovedì 8 marzo 2012
Primo Giveaway Eireen-Torquitax
Ne è passato di tempo da quando ho deciso di aprire il blog, comunicare i miei pensieri, pubblicare le mie parole e espormi cosi al giudizio di estranei che in una maniera del tutto casuale avrebbero incontrato il mio spazio, lo avrebbero letto e nella migliore delle ipotesi avrebbero lasciato una traccia del loro passaggio commentando uno dei post. Ero uno sbarbatello fresco di laurea, con tanti sogni nel cassetto, con la passione per la Germania e Monaco in particolare. Bramoso di esprimermi liberamente, senza filtri o timori di offendere chicchessia. Poi, una sera d´agosto, mi sono imbattuto nel blog di Eireen, durante la ricerca frenetica di un´opportunitá per espatriare, per impacchettare la valigia e sistemarmi nella cittá italiana piú a nord. Che rivelazione e che risate il suo blog. E quanto coraggio trasudava da quei post. Anch´io voglio fare come lei pensavo, anch´io voglio sperimentare tutto questo. E senza rendermene conto diventavo un suo fan nonchè lettore affezionato. La parte migliore dopo i post erano ovviamente i commenti. Non si capisce l´importanza dei commenti finchè non se ne ricevono e figuratevi la gioia quando la mia prima commentatrice è stata proprio lei, Eireen. Il resto è storia. Il mio blog racconta tutto. Come ho partecipato alle selezioni per il tirocinio e come in una maniera del tutto imprevista abbia avuto la mia opportunità, delle difficoltà incontrate al mio arrivo qui e di come sempre lei mi abbia salvato. Confrontando le nostre impressioni da blogger, entrambi siamo d'accordo nell'affermare che un blogger non può realmente essere tale senza i suoi lettori, senza i commenti che gli assidui o i saltuari lasciano, contestando, polemizzando, suggerendo nuove idee, dicendosi assolutamente d'accordo. Quello che voi lettori ci date non ha prezzo, è prezioso, sono i vostri commenti che ci spingono ad osservare più attentamente, a essere il più dettagliati possibili, a perfezionare il nostro stile nel tentativo di farvi ridere. Sentiamo che è quindi venuto il momento di sdebitarci un poco con voi, di offrirvi un pezzo della nostra esperienza, di donarvi un segno tangibile della nostra riconoscenza. Insomma, questo Giveaway è per voi!
Per conoscere le regole e le modalitá di partecipazione, lascerò ora la parola alla mia stimabile collega Eireen. A me spettava l'introduzione, spero di non avervi fatto cadere addormentati (che son stato pesante forte, diciamolo pure va’), ma anzi di avervi un filo inorgogliti e perché no, anche incuriositi!
Parla Eireen: Cari lettori, riprendo il filo del discorso di Torquitax. Torquitax, chi è costui, mi sono domandata la prima volta che ho notato un suo commento ad un mio scritto. Da brava blogger incuriosita, sono così andata a cliccare sul link che compariva e toh, che cosa ti scopro? Un divertentissimo, nonchè interessante e coinvolgente blog, in cui si parlava di tutto un po’, della Germania, di argomenti di attualità, di sogni, di progetti. E più leggevo, più m’intrippavo. Più andavo avanti a scuriosare tra i post, più ero incollata allo schermo con pop-corn e bibita, canottiera e rutto libero. Insomma, pensavo, questo Torquitax scrive proprio benino, bravo lui! E così continuavo a seguire le sue avventure on line e ad appassionarmi al suo progetto di emigrare, sostenendolo virtualmente e facendo le capriole per aria alle notizie dei suoi progressi. Finchè un giorno il nostro eroe è emigrato davvero in quel di Monaco; poi la vita ci ha portato a conoscerci di persona e a “ciacolare” spontaneamente come due comari imbizzarrite, parlando e sparlando dei reciproci ed altrui blog e delle nostre vite. Ed ecco che un giorno, tra uno scambio di e-mail pettegole e l’altro, è nata questa pazza idea del Giveaway. Perchè in effetti, come ha sottolineato Torquitax, i nostri blogghi non sarebbero quello che sono senza i nostri lettori, dai fan più convinti, a quelli che passano di qua una volta sola e poi basta, a quelli che cliccano sui nostri post per noia, a tutti quelli che sognano un giorno di abitare in Germania come noi.
Dunque, per andare dritti al punto: siore e siori andiamo a esporvi di seguito il regolamento del primo Giveaway Eireen-Torquitax (ta-dàààà!).
Attenzione, però, si tratta di un Giveaway diverso dagli altri, non con le solite regole, non con le classiche richieste sul tipo:
Per partecipare alla premiazione è indispensabile nell’ordine: mettere “Like” su Facebook a questo post. Non avete un profilo FB? Apritevelo. Condividere il post su Twitter. Non avete nemmeno un account Twitter? Apritevelo. Segnalare questo scritto su Google +. Non sapete che cos’è Google +? Neppure io, ma apritevi un account e segnalate lo stesso. / Parlare a tutti i vostri amici dei nostri blog e convincerli a diventare “followers” insieme a voi. / Lasciare un commento per ciascuno dei nostri singoli post fin dalle origini dei nostri due blogghi.
No, cari lettori, noi pensiamo che se qualcuno ha voglia di segnalare uno dei nostri post su un qualsiasi social network o di lasciare un commento, dovrebbe farlo spontaneamente.
Tutto quello che vi chiediamo, invece, e che ci piacerebbe davvero vedere è una vostra testimonianza di poche righe dal titolo “Per me la Germania è...”. Dite quello che pensate della terra in cui vivete, vorreste trasferirvi oppure anche, perchè no, odiate con tutto il cuore. Lasciatevi sgorgare da dentro poche - o molte - parole e condividete quello che vi passa per la testa. Scrivete sotto a questo post, su uno o su entrambi i blog, ciò che questo titolo v’ispira.
Vi lasciamo dieci giorni di tempo per esprimervi e il 19 marzo, dopo che una giuria accuratamente selezionata con criteri rigidissimi (composta cioè da me e Torquitax), avrà scelto il commento più interessante, pubblicheremo il nome del vincitore. Attenzione, dunque, la scelta del vincitore non sarà effettuata con un meccanismo random, come solitamente nei Giveaway. Qui contano piuttosto la creatività e la fantasia.
E che cosa vince il vincitore, direte giustamente voi, ormai giunti allo stremo della curiositá? Bene, ecco un’altra novitá rispetto ai soliti Giveaway. Il vincitore potrà infatti scegliere il suo premio tra quelli elencati di seguito, tutti strepitosi e imperdibili, dei veri e propri maipiùsenza.
1- Uno splendido libro “111 posti da non perdere a Monaco di Baviera” (in tedesco natürlich);
2- Un’affascinante raccolta di cartoline storiche su Monaco in preziosa scatola di alluminio;
3- Un imperdibile classico sempre attuale di Monaco: il boccale di birra tradizionale. Un must per decorare i vostri salotti.
4- Una scorta di specialità bavaresi, quali Weisswurst e Leberkäse.
5- Una bella confezione del tipico Kräutersalz, per poter condire al meglio le vostre pietanze ed arricchirle di vero sapore germanico.
Che dite? Sono abbastanza ghiotti i nostri premi? E allora che cosa aspettate? Date il via al gioco, non esitate, lasciate una vostra traccia qua sotto. E in bocca al lupo!!
I vostri Eireen e Torquitax
Per conoscere le regole e le modalitá di partecipazione, lascerò ora la parola alla mia stimabile collega Eireen. A me spettava l'introduzione, spero di non avervi fatto cadere addormentati (che son stato pesante forte, diciamolo pure va’), ma anzi di avervi un filo inorgogliti e perché no, anche incuriositi!
Parla Eireen: Cari lettori, riprendo il filo del discorso di Torquitax. Torquitax, chi è costui, mi sono domandata la prima volta che ho notato un suo commento ad un mio scritto. Da brava blogger incuriosita, sono così andata a cliccare sul link che compariva e toh, che cosa ti scopro? Un divertentissimo, nonchè interessante e coinvolgente blog, in cui si parlava di tutto un po’, della Germania, di argomenti di attualità, di sogni, di progetti. E più leggevo, più m’intrippavo. Più andavo avanti a scuriosare tra i post, più ero incollata allo schermo con pop-corn e bibita, canottiera e rutto libero. Insomma, pensavo, questo Torquitax scrive proprio benino, bravo lui! E così continuavo a seguire le sue avventure on line e ad appassionarmi al suo progetto di emigrare, sostenendolo virtualmente e facendo le capriole per aria alle notizie dei suoi progressi. Finchè un giorno il nostro eroe è emigrato davvero in quel di Monaco; poi la vita ci ha portato a conoscerci di persona e a “ciacolare” spontaneamente come due comari imbizzarrite, parlando e sparlando dei reciproci ed altrui blog e delle nostre vite. Ed ecco che un giorno, tra uno scambio di e-mail pettegole e l’altro, è nata questa pazza idea del Giveaway. Perchè in effetti, come ha sottolineato Torquitax, i nostri blogghi non sarebbero quello che sono senza i nostri lettori, dai fan più convinti, a quelli che passano di qua una volta sola e poi basta, a quelli che cliccano sui nostri post per noia, a tutti quelli che sognano un giorno di abitare in Germania come noi.
Dunque, per andare dritti al punto: siore e siori andiamo a esporvi di seguito il regolamento del primo Giveaway Eireen-Torquitax (ta-dàààà!).
Attenzione, però, si tratta di un Giveaway diverso dagli altri, non con le solite regole, non con le classiche richieste sul tipo:
Per partecipare alla premiazione è indispensabile nell’ordine: mettere “Like” su Facebook a questo post. Non avete un profilo FB? Apritevelo. Condividere il post su Twitter. Non avete nemmeno un account Twitter? Apritevelo. Segnalare questo scritto su Google +. Non sapete che cos’è Google +? Neppure io, ma apritevi un account e segnalate lo stesso. / Parlare a tutti i vostri amici dei nostri blog e convincerli a diventare “followers” insieme a voi. / Lasciare un commento per ciascuno dei nostri singoli post fin dalle origini dei nostri due blogghi.
No, cari lettori, noi pensiamo che se qualcuno ha voglia di segnalare uno dei nostri post su un qualsiasi social network o di lasciare un commento, dovrebbe farlo spontaneamente.
Tutto quello che vi chiediamo, invece, e che ci piacerebbe davvero vedere è una vostra testimonianza di poche righe dal titolo “Per me la Germania è...”. Dite quello che pensate della terra in cui vivete, vorreste trasferirvi oppure anche, perchè no, odiate con tutto il cuore. Lasciatevi sgorgare da dentro poche - o molte - parole e condividete quello che vi passa per la testa. Scrivete sotto a questo post, su uno o su entrambi i blog, ciò che questo titolo v’ispira.
Vi lasciamo dieci giorni di tempo per esprimervi e il 19 marzo, dopo che una giuria accuratamente selezionata con criteri rigidissimi (composta cioè da me e Torquitax), avrà scelto il commento più interessante, pubblicheremo il nome del vincitore. Attenzione, dunque, la scelta del vincitore non sarà effettuata con un meccanismo random, come solitamente nei Giveaway. Qui contano piuttosto la creatività e la fantasia.
E che cosa vince il vincitore, direte giustamente voi, ormai giunti allo stremo della curiositá? Bene, ecco un’altra novitá rispetto ai soliti Giveaway. Il vincitore potrà infatti scegliere il suo premio tra quelli elencati di seguito, tutti strepitosi e imperdibili, dei veri e propri maipiùsenza.
1- Uno splendido libro “111 posti da non perdere a Monaco di Baviera” (in tedesco natürlich);
2- Un’affascinante raccolta di cartoline storiche su Monaco in preziosa scatola di alluminio;
3- Un imperdibile classico sempre attuale di Monaco: il boccale di birra tradizionale. Un must per decorare i vostri salotti.
4- Una scorta di specialità bavaresi, quali Weisswurst e Leberkäse.
5- Una bella confezione del tipico Kräutersalz, per poter condire al meglio le vostre pietanze ed arricchirle di vero sapore germanico.
Che dite? Sono abbastanza ghiotti i nostri premi? E allora che cosa aspettate? Date il via al gioco, non esitate, lasciate una vostra traccia qua sotto. E in bocca al lupo!!
I vostri Eireen e Torquitax
Etichette:
Senza categoria
martedì 6 marzo 2012
L´Italia in ufficio
Questo post è stato pensato appositamente per sfatare un mito: il mito della super efficienza, della straordinaria correttezza morale dei teutonici e dell´onestá connaturata. Ormai sono quattro mesi che poggio le chiappe sulla stessa sedia, che fisso lo stesso schermo dello stesso computer e che condivido lo spazio con le stesse donne. Bene. In quattro mesi di rodaggio qua ho assistito a un paio di scene che vorrei condividere, giusto per dare a Cesare quel che è Cesare (e cioè che neanche la Germania è il perfetto Land della cuccagna in cui tutto funziona e niente si ingrippa).
Situazione n. 1: un lunedi sono arrivato al lavoro. Mi hanno dato da ricopiare il solito indice della solita rivista mensile sugli appalti pubblici e mi sono alienato dal mondo diciamo verso fino le 11 am. L´ufficio era piú tranquillo del solito perché l´Ugolatrice e la Mangiona si erano prese un giorno di relax da passare tra manicure e massaggi al latte di cocco. All´appello rispondavamo Io, la Tutor, la Centralinista e la Secondina. Nessuno fiata, nessuno parla, si ode solo il ticchettio monotono e diseguale delle dita sulla tastiera. Finalmente smetto di ricopiare sigle di tribunali, paragrafi di codici e acronimi bislacchi, quando il computer comincia a dare di matto. La casella di posta elettronica che mi chiede la password (ma quando mai???), internet che si impalla e carica a vuoto, il server che va a dormire e dice che è in atto un controllo di sicurezza. Nessuna delle colleghe si allarma. Ok – mi dico – avrai premuto un tasto sbagliato come il tuo solito. Spegni e riavvia e fa finta di niente. Riavvio il sistema fiducioso. La schermata iniziale si apre e tutto sembra funzionare. Faccio per riaprire la posta elettronica ed ecco che riappare la finestra per la password. Mi guardo attorno colpevole e noto le espressioni tra il scazzato e il depresso delle altre. Non faccio neanche in tempo a chiedere che la Secondina erompe in un ohhhhhhh neeeeeeeeeeeeee, mannöööööööööööööööö. Tutti muti. Nessuno vuole essere il primo a dire “se ti si è grippato il computer, anche il mio è andato a raccogliere funghi”. La Tutor dopo pochi secondi si affaccia dalla sua porta e esclama: “il server è andato a farsi benedire. Centralinista prova a chiamare la reception e chiedi se il tecnico è disponibile”. La Centralinista chiama. Mette giú la cornetta e informa che il tecnico arriverá tra poco. Il tempo passa e del tecnico neanche l´ombra. Passa un ora, la Centralinista chiama e sorpresa! il tecnico si è dato alla latitanza. Morale: per quel giorno li non si è lavorato. Abbiamo passato tutto il resto della giornata a spettegolare o leggere riviste o mangiare. Addirittura mi hanno mandato a casa alle 2:30 perché alle 3:00 avrebbero anche loro chiuso l´ufficio. Nell´immaginario collettivo il tecnico si sarebbe presentato seduta stante e con un tocco di bacchetta magica avrebbe risolto tutto, ma cosi non è stato. Le emergenze informatiche non risolte capitano anche qui.
Situazione n.2: al mio ritorno a gennaio ho scoperto che presto avrei avuto una nuova collega. Non sto qua a spiegarvi per chi e per come, fatto sta che all´universo del UT si sarebbe aggiunta un nuovo personaggio. Le selezioni si sono protratte fino alla seconda settimana di gennaio, poi la nuova arrivata è stata scelta. Il Boss aveva cosi decretato. Termine dell´inizio dei lavori: 1 febbraio. Il giovedi prima della fatidica data arriva una mail dalla prescelta che ci informa che avrebbe cominciato a lavorare dal 1 marzo causa la salute malandata della suocera. Le colleghe hanno grugnato perché non vedevano l´ora di sbolognare un certo peso alla nuova arrivata e alcune hanno anche formulato il pensiero che se solo questa non avesse giá firmato il contratto, si poteva procedere con il ripescaggio di quelle a cui avevano giá fatto il colloquio. Febbraio passa tra Fasching e Schäfflertanzen. Il lunedi prima del 1 marzo la suddetta manda una mail alla Tutor per informarla che la salute della suocera peggiora. Pertanto rinunciava al posto di lavoro e tanti saluti. Con una mail. Neanche per telefono. Per mail, cinque giorni prima. La Tutor si è detta scandalizzata dalla cosa, ma non ha dato sfogo al suo sdegno. La Secondina invece si è messa a maledire il mondo “l´umana spezie e ´l loco e ´l tempo e ´l seme di lor semenza e di lor nascimenti”. Era viola e svampata. Unfassbar e unglaublich erano le uniche parole sensate che sono riuscito a capire. Tutto il resto era comprensibile dal tono. A me tutta questa situazione puzzava alquanto, da buon italiano ci vedevo del premeditato dietro, ma va bhe, io non faccio testo. Sono nato malizioso.
E per riprendere il titolo del post, un giorno mi hanno messo a riordinare gli scaffali. Tra i mille volantini che non servono piú e i faldoni di anni che furono ho trovato una bandierina italiana da tavolo, di quelle con il gambo di plastica e il tricolore di carta. Bhe devo dire che mi sono commosso e l´ho ovviamente salvata dall´essere buttata nel cestino. Ora sventola sulla mia scrivania, a lato dello schermo.
Situazione n. 1: un lunedi sono arrivato al lavoro. Mi hanno dato da ricopiare il solito indice della solita rivista mensile sugli appalti pubblici e mi sono alienato dal mondo diciamo verso fino le 11 am. L´ufficio era piú tranquillo del solito perché l´Ugolatrice e la Mangiona si erano prese un giorno di relax da passare tra manicure e massaggi al latte di cocco. All´appello rispondavamo Io, la Tutor, la Centralinista e la Secondina. Nessuno fiata, nessuno parla, si ode solo il ticchettio monotono e diseguale delle dita sulla tastiera. Finalmente smetto di ricopiare sigle di tribunali, paragrafi di codici e acronimi bislacchi, quando il computer comincia a dare di matto. La casella di posta elettronica che mi chiede la password (ma quando mai???), internet che si impalla e carica a vuoto, il server che va a dormire e dice che è in atto un controllo di sicurezza. Nessuna delle colleghe si allarma. Ok – mi dico – avrai premuto un tasto sbagliato come il tuo solito. Spegni e riavvia e fa finta di niente. Riavvio il sistema fiducioso. La schermata iniziale si apre e tutto sembra funzionare. Faccio per riaprire la posta elettronica ed ecco che riappare la finestra per la password. Mi guardo attorno colpevole e noto le espressioni tra il scazzato e il depresso delle altre. Non faccio neanche in tempo a chiedere che la Secondina erompe in un ohhhhhhh neeeeeeeeeeeeee, mannöööööööööööööööö. Tutti muti. Nessuno vuole essere il primo a dire “se ti si è grippato il computer, anche il mio è andato a raccogliere funghi”. La Tutor dopo pochi secondi si affaccia dalla sua porta e esclama: “il server è andato a farsi benedire. Centralinista prova a chiamare la reception e chiedi se il tecnico è disponibile”. La Centralinista chiama. Mette giú la cornetta e informa che il tecnico arriverá tra poco. Il tempo passa e del tecnico neanche l´ombra. Passa un ora, la Centralinista chiama e sorpresa! il tecnico si è dato alla latitanza. Morale: per quel giorno li non si è lavorato. Abbiamo passato tutto il resto della giornata a spettegolare o leggere riviste o mangiare. Addirittura mi hanno mandato a casa alle 2:30 perché alle 3:00 avrebbero anche loro chiuso l´ufficio. Nell´immaginario collettivo il tecnico si sarebbe presentato seduta stante e con un tocco di bacchetta magica avrebbe risolto tutto, ma cosi non è stato. Le emergenze informatiche non risolte capitano anche qui.
Situazione n.2: al mio ritorno a gennaio ho scoperto che presto avrei avuto una nuova collega. Non sto qua a spiegarvi per chi e per come, fatto sta che all´universo del UT si sarebbe aggiunta un nuovo personaggio. Le selezioni si sono protratte fino alla seconda settimana di gennaio, poi la nuova arrivata è stata scelta. Il Boss aveva cosi decretato. Termine dell´inizio dei lavori: 1 febbraio. Il giovedi prima della fatidica data arriva una mail dalla prescelta che ci informa che avrebbe cominciato a lavorare dal 1 marzo causa la salute malandata della suocera. Le colleghe hanno grugnato perché non vedevano l´ora di sbolognare un certo peso alla nuova arrivata e alcune hanno anche formulato il pensiero che se solo questa non avesse giá firmato il contratto, si poteva procedere con il ripescaggio di quelle a cui avevano giá fatto il colloquio. Febbraio passa tra Fasching e Schäfflertanzen. Il lunedi prima del 1 marzo la suddetta manda una mail alla Tutor per informarla che la salute della suocera peggiora. Pertanto rinunciava al posto di lavoro e tanti saluti. Con una mail. Neanche per telefono. Per mail, cinque giorni prima. La Tutor si è detta scandalizzata dalla cosa, ma non ha dato sfogo al suo sdegno. La Secondina invece si è messa a maledire il mondo “l´umana spezie e ´l loco e ´l tempo e ´l seme di lor semenza e di lor nascimenti”. Era viola e svampata. Unfassbar e unglaublich erano le uniche parole sensate che sono riuscito a capire. Tutto il resto era comprensibile dal tono. A me tutta questa situazione puzzava alquanto, da buon italiano ci vedevo del premeditato dietro, ma va bhe, io non faccio testo. Sono nato malizioso.
E per riprendere il titolo del post, un giorno mi hanno messo a riordinare gli scaffali. Tra i mille volantini che non servono piú e i faldoni di anni che furono ho trovato una bandierina italiana da tavolo, di quelle con il gambo di plastica e il tricolore di carta. Bhe devo dire che mi sono commosso e l´ho ovviamente salvata dall´essere buttata nel cestino. Ora sventola sulla mia scrivania, a lato dello schermo.
Etichette:
München,
Senza categoria
Iscriviti a:
Post (Atom)