venerdì 24 gennaio 2014

Torino. La Mole con il cappotto

"Ma hai finito di farle foto? Mi sembri un turista giapponese!"
"Non è colpa mia se è così bella!!"
"È la Mole, mica un quadro di Leonardo..."
"Ognuno ha le sue muse. Monet aveva la cattedrale di Rouen e le ninfee. Io ho la Mole."
Questo più o meno il dialogo tipo che avevamo Pancri ed io ogni volta che mi sorprendeva a fotografare la Mole: con il pinnacolo avvolto dalla nebbia, con il corpo centrale immortalato da più angolature, con la cupola da sotto in su, in prospettiva dalle altre vie, facente capolino di nascosto dai tetti delle case, dominare il panorama della città dalla scalinata della Gran Madre o dal Monte dei Cappuccini.

La Mole è sinonimo di Torino. Come lo è la Fiat, il Lingotto o Le Molinette.
Ma a me quelli non interessano. Macchine e medicina non sono proprio i miei interessi.
La Mole invece ha sempre esercitato un fascino magnetico su di me. Con quella sua cupola oblunga e quel suo pinnacolo elaborato, una sorta di tempietto più lungo che largo.
La Mole è uno di quei tipici monumenti che fungono da faro cittadino. La si vede da Piazza Castello, s'intravede dai Giardini Reali, dalle finestre di Palazzo Carignano, sbuca altera dall'ordinato reticolato urbano.


La Mole regala emozioni.
La salita alla terrazza panoramica è pura adrenalina. Attraversati i tre piani del Museo del Cinema, l'ascensore risale la cupola nel bel mezzo del nulla. Sale dal vuoto verso il vuoto. Tutt'attorno un'enorme calotta allungata, solcata da stucchi dorati che si dilata e si restringe secondo regole fisiche tutte sue. E in alto un minuscolo buco che pare irraggiungibile, ma che a poco a poco si allarga quel minimo utile ad ospitare la cabina trasparente dell'ascensore. Meraviglia pura. Stupore.

Sotto di noi, Torino.
Là davanti il profilo bianco di Palazzo Reale e le torrette gemelle di Palazzo Madama.
Poco più in là la facciata elegante del Museo del Risorgimento.
A destra, inconfondibile, il lungo rettilineo porticato di Via Po, culminante nella vasta Piazza Vittorio Veneto.
Dietro, il Po e la Gran Madre e più dietro ancora la collina torinese abbellita da villette eccentriche e ninfei cinquecenteschi voluti da un Savoia particolarmente raffinato.

Che strano miscuglio di grandiosità e reticenza che è Torino!
Non la si può assaporare che per punti di fuga e prospettive lineari.


Un'altra sorpresa inaspettata di questa città è stata la sua moda.
L'ho amata. Moltissimo.
Lungo Via Roma o Via Garibaldi, in direzione metro, poteva capitare che...

"Uh uh, ma l'hai visto quel cappotto lì?? Quanto bello è?? Me lo porterei via guarda!"
"Ancora? Ma è il terzo che addocchi e che ti scatena urletti! Vedi solo cappotti tu??"
"Che ci posso fare se voi torinesi c'avete tutti sti bei cappotti in vetrina! Certo, anche i prezzi sono notevoli eh, per carità. Però vuoi mettere?? Quando mi chiederanno dove ho preso una simile meraviglia potrò dire che l'ho trovata d'occasione a Torino durante un fine settimana informale da amici. Immagino già le facce contorte dall'invidia!"
"...con tutto quello che hai visto oggi: Palazzo Reale, il Museo del Risorgimento, la Mole...l'unica cosa che ti porteresti via sono i cappotti..?"
"Se avessi il posto in valigia, di pacca! Subito! No no, voi torinesi avete un gusto sopraffino, altroché. Ho già capito: prossimi saldi, non c'è Via Montenapoleone, non c'è Via Condotti che tenga. Io vengo qua a fare lo shopping tour. Sì sì, già deciso guarda!!"
La povera Pancri scrollava il capo sconsolata di fronte a queste mie (in)felici uscite. Ma mi perdonava: aveva già capito che l'incantesimo sottile di Torino mi aveva stregato.

La Mole con un bel cappotto sarebbe stata la perfetta sintesi della mia bisboccia torinese!!


Eh? Come dite? Non ho ancora detto niente né della mia movida torinese, né della convivenza lampo con Pancri?
Tranquilli, tutto rimandato alla terza e ultima parte!

Continua

3 commenti:

  1. "È la Mole, mica un quadro di Leonardo..."
    Questa frase mi è stata attribuita erroneamente. Io non sminuirei mai l'impatto artistico della MIA Mole.
    MIA. Non tua.
    gnegnegne
    :D

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    Risposte
    1. Sniff sniff, non c'è bisogno di essere così insensibili! So bene che la mia Musa è a 400km e rotti di distanza da me!
      Crudele che sei!!

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