sabato 11 agosto 2012

Teutonici paradossi

La disoccupazione è un eccellente punto panoramico da cui studiare la fauna locale. Come attraverso la lente di un microscopio. Mentre tu ti dibatti tra momenti colmi di idee e strategie per ramazzare un lavoro e brevi periodi di intenso scoraggiamento, puoi tranquillamente regolare la rotella bifocale e aumentare la visibilità fino a schiacciare il cetriolo tedesco sotto il vetrino. Studiarne i succhi e gli enzimi, la struttura molecolare e, udite udite, le intime contraddizioni (Kant le avrebbe chiamate antinomie). Dopo aver passeggiato e osservato, aver preso nota sul mio inseparabile taccuino di laboratorio e aver confrontato i risultati delle mie speculazioni con eminenti colleghi, posso ora rendere noti gli esiti del mio studio su questo prestigioso blog pseudoscientifico.

I)    I teutoni impazziscono per il bio e la forma fisica, ma poi si sbragano di birra e würstel finendo per diventare panzoni. Insomma un minuto prima affollano i Bioladen, ficcando nel carrello qualsiasi cosa a tiro purchè bio, spendendo a cuor leggero il doppio dei prodotti normali non bio e un minuto dopo mollano la spesa a casa e vanno in qualche Biergarten a ingollare chissà quanti ettolitri di birra. Secondo me si strafogano di bio per scaricarsi la coscienza: torno a casa olfo e con l’alitosi da crauti, ma almeno ho le fragole 100% bio che mi aspettano. Come se il bio fosse una garanzia ultrasicura che la tua salute resterà come quella di un quindicenne fino agli 80 anni. Per ridurre l’accumulo di tossine e di adipe loro praticano sport, sono ossessionati dallo sport: corrono, fanno jogging, pedalano da un lato all’altra della città, fanno persino surf sull’Isar. Come ricompensa si concedono però un litro di birra e dai oggi dai domani non mi stupisce che finisca per crescerti la panza da birra, caro cugino d’Oltralpe.

II)    I tedeschi non sono un popolo pruriginoso come noi: loro praticano il nudismo. Prima di entrare in camera o toccarti però chiedono il permesso. Piuttosto chiedimi il permesso per denudarti davanti a me. Sei in riva all’Isar in pausa pranzo che addenti il tuo panino e vedi 60enni disinibiti che si lanciano in acqua come mamma li ha fatti. Immagini che ti restano impresse nella retina e tornano a tormentarti di notte. Così, dal nulla tu mi sventoli sotto il naso il tuo ciondolame (di zona alta per le donne e di zona bassa per gli uomini) con totale naturalezza e io dovrei restare indifferente?! Per favore copriti. Copriti e basta. No. Loro si infilano gli slippini. Capita quindi che tu ti sorbisca pure uno spettacolo integrale in prima fila di chiappe flaccide senza aver comprato il biglietto. Orrore. Che dico, fossero disinibiti solo in riva all’Isar ok, lo eviti e sei a posto. No. Loro si snudano anche nei parchi pubblici, si mettono in costume (i più vergognosi) e si brustolano come fossero su una qualsiasi delle nostre spiagge. Da un lato, lo ammetto, li ammiro: io mi scaverei la fossa al solo pensiero. Dall’altro però sono un popolo patologicamente timido. Quando cammini per strada raramente ti guardano dritto negli occhi. Guardano il compagno, la vetrina, il marciapiedi, frugano nella borsa, ma mai chi ti viene incontro. Se in Italia ero quello schivo, qui sono quello sfacciato. Bel capovolgimento di ruoli eh? Oh e se per caso ti scontri con qualcuno o non ti dicono niente e filano via o si scusano a voce talmente sussurrata che devi dotarti di un corno acustico per sentire le loro scuse.

III)   Noi li giudichiamo sbrigativamente freddi e scostanti, eppure vivono in appartamenti sovraffollati fregandosene di chi dorme nella camera accanto e con chi condividono il bagno. Questione per noi del tutto impensabile. Se sul lavoro riusciamo assai raramente a chiudere un occhio e collaborare con chi non sopportiamo, in casa la regola è tassativa: niente rompic***i. I coinquilini devono essere amici del cuore, persone a cui raccontare la nostra giornata in lacrime o in estasi, certi di ricevere sostegno e comprensione. Quando questo non accade scoppiano guerre fredde e nascono vere e proprie faide tra clan: la stanza 3 e 6, alleate con la 1 e 4, contro la 2 e 5. Chi fa i bagagli per primo perde. E noi siamo un popolo notoriamente amichevole e estroverso, portato al contatto e rinomato per la sua proverbiale accoglienza. Sarà merito della loro riservatezza se loro riescono a far funzionare così bene le cose e vivere in un dato appartamento incuranti degli altri essere umani che bivaccano per il corridoio. Io non ci riuscirei. Il gene italiano me lo impedisce. Noi siamo amichevoli, ma ammettiamolo, se un terzo si siede sulla stessa panchina su cui siamo seduti con le nostre dolci metà ci urta.

IV)   Evitano il contatto con lo sconosciuto, eppure sul treno ti attaccano bottone finché non smonti. Questa è in assoluto la contraddizione meno razionale della lista. Stringere amicizia o stabilire per lo meno un contatto con gli autoctoni è notoriamente la parte più dura dell’avventura. Sono cortesi, alquanto gentili, incredibilmente educati, ma ferrei. Salutano sulle scale, al supermercato, ti augurano il meglio, ma in U-Bahn ognuno guarda fisso i propri piedi. Non appena metti piede sul treno però la loro ferma gentilezza scompare e non resistono all’istinto di fare quattro chiacchere. Anche più di quattro dato che se non invii chiari segnali di interruzione rispondendo al cellulare o estraendo un libro ti frastornano di osservazioni e aneddoti fino alla tua stazione. Cinque minuti fa in metro ti ho dato una spallata per farmi spazio e non mi hai considerato di striscio e ora mi racconti con che regolarità la tua cocorita depone? Amico crucco mio un po’ di misura non ti guasterebbe sai. Almeno dal mio punto di vista. Non che non mi faccia piacere che mi attacchi la pezza, per carità, per una volta che succede me la godo (soprattutto quando arrivano i complimenti su come parlo “bene” tedesco), ma se lo facessi un po’ di più anche a casa tua io mi sentirei meno messo alla porta. Che dici, puoi considerare l’idea?

Conclusione: noi italiani saremmo pure additati come il popolo più macchietta dell'intero continente. I giullari della gran corte d’Europa. Ma anche i tedeschi sono strani forte eh!

13 commenti:

  1. Rispondo per la parte Bio: non sempre é cosí cara e soprattutto la pancia viene dai litri di birra ma la ciccia DALLE WURST!! Che essendocene tante, buone ma quasi tutte molto grasse, fai molto in fretta. Infatti se uno non guarda le calorie non se ne accorge ma se uno legge le etichette nutrizionali coi grammi di grasso, SVIENE. E io non sono certo come quella pubblicitá "Vuol fare la modella!" (modello nel mio caso :-D )

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  2. Ahahaha, la parte sul 60enne sull'Isar me la ricordo pure io, uno spettacolo obbrobrioso!!! Poi è vero, tutta 'sta libertà di mettersi al naturale in pubblico e poi in privato hanno paura di invadere il tuo spazio vitale...

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  3. "...regolare la rotella bifocale e aumentare la visibilità fino a schiacciare il cetriolo tedesco sotto il vetrino" LOL! Bellissima questa!

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  4. Questo dimostra ulteriormente il paradosso numero I. Fanno i salutisti, affollano i parchi sgambettando e poi si ingozzano di wurst grassissimi. Eh no dai misura!! Oppure fai meno il figo esibendo quanto ti sbatti per restare in forma, ma poi strafogati in libertà. Io almeno la vedo così.

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  5. Ripeto: piuttosto distingui bene le zone nudiste e non, oppure basta fare i disinibiti in pubblico e i timidoni in privato. Fa meno l'educato in privato e un po' più il pudico in pubblico. La soluzione è a portata: scambiando i piatti della bilancia. Farglielo capire però...

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  6. Eheheh grazie! Se ti piace così tanto ti cedo i diritti sulla frase!!

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  7. Come fai te con il cibo? Trovi la pasta, il riso, il sugo, il caffè, il grano, la frutta e la verdura italica?
    E se si, dove? A che prezzi?

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  8. Due parole: Cesar Markt, locato in Blutenburgstrasse 58. Vende tutti i nostri prodotti a prezzi ridicoli (pasta Barilla a 99cent). Vende anche riso vialone nano, ma a 1euro e qualcosa. Sughi e grana invece sono purtroppo cari: il vasetto mignon di pesto te lo aggiudichi per 3euro e una fetta striminzita di grana padano a 5. Caffè io non ne bevo quindi non so dirti. La verdura è buona anche se non italica e a ragione i prezzi sono più bassi dei nostri.
    Un consiglio però: non siate troppo rigidi nel voler restare attaccati alla nostra roba a tutti i costi. Anche fare un tour culinario nei loro supermercati vale la pena e fa parte dell'avventura!

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  9. 1) sul bio non vedo alcuna contraddizione: si fa sport, si mangia bio proprio PER godersi al massimo una buona (dozzina di) birre dopo!!

    3) e 4) in genere, ho trovato i tedeschi anche più amichevoli degli italiani. specie nei luoghi pubblici e con sconosciuti.
    in fondo, trovo la loro cortesia riservata e gradevole: un buon mix rispetto ad eccessive intrusioni o ostili freddezze.

    certo che sono incasinati forte pure loro!!

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  10. A me piace il mangiare teutonico: Käsespätzle, canederli, Wienerschnitzle.. però a forza di mangiare quella si esplode. Vabbè, volendo Monaco non è molto lontana da Bolzano, primo italico avamposto di supermercati.

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  11. No no mi dispiace, ma per me il primo punto è un caso lampante di incoerenza. Perchè se facendo sport rimanessero magri e snelli come nei loro giorni migliori allora ok, ma non è che i risultati siano incoraggianti. Almeno per come la vedo io.
    Per i punti 3 e 4 credo dipenda da cosa uno intende per "amichevolezza" e ammetto di essere molto esigente in materia. Io ho bisogno di armonia e convivere con estranei, seppur cortesemente, mi indispone. Quanto alla loro cortesia ne ho le tasche piene in causa alla disoccupazione. Ho ricevuto una sporta e mezza di mail cortesi, ma povere di risultati. E io sono della scuola meno sorrisi e più risultati.
    Appena mi sarò disintossicato rivaluterò sicuramente il tutto. Forse.

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  12. Immagina come sarebbero, se rinunciassero pure al bio e allo sport...

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