domenica 10 novembre 2013

La chirurgia delle parole

Oggi volevo scrivere un post, ma c'ho il blocco.
Vorrei scrivere qualcosa di brioso e divertente, spiritoso e frivolo, leggero. Ma niente.
Fisso la tastiera sperando che le lettere sparse mi diano un'idea. Mi parlino. E invece ciccia.
Allora ho pensato a un metodo alternativo. In mancanza di parole mie, riporto quelle di qualcun altro.

Chi di voi non ha mai visto Il Grande Dittatore di Charlie Chaplin?
Chi non l'avesse visto corra a vederlo. È di per sè un'esperienza.
Chi l'avesse visto so di cosa parlo. Chi l'avesse visto è pregato di darmi la sua opinione in proposito.
Per me, oltre a essere un capolavoro di satira e ironia, di crudele e disincantata ironia, è anche un film commovente ed emozionante. C'è umanità e c'è sofferenza. C'è la speranza e la luce del futuro.

La mia parte preferita non è la scena del barbiere, non è la scena del mappamondo lanciato in aria come un palloncino. La mia scena preferita è il finale. Il monologo finale che il povero barbiere ebreo scambiato per il dittatore tiene di fronte all'auditorio in silenzio.

Oggi in mancanza di parole mie, voglio condividere le parole di Charlie Chaplin.
Parole di un comico con la vocazione da profeta.
«Mi dispiace, io non voglio fare l'imperatore. Non è il mio mestiere. Non voglio governare né conquistare nessuno. Vorrei aiutare tutti se possibile. Ebrei, ariani, uomini neri e bianchi. Tutti noi esseri umani dovremmo aiutarci sempre, dovremmo godere soltanto della felicità del prossimo. Non odiarci o disprezzarci l'un l'altro. In questo mondo c'è posto per tutti, la natura è ricca. È sufficiente per tutti noi. La vita può essere felice e magnifica, ma noi abbiamo dimenticato.
L'avidità ha avvelenato i nostri cuori. Ha precipitato il mondo nell'odio, ci ha condotti a passo d'oca tra le cose più abbiette. Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo rinchiusi in noi stessi. La macchina dell'abbondanza ci ha dato povertà. La scienza ci ha trasformato in cimici. L'abilità ci ha reso duri e cattivi. Pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che macchine ci serve umanità; più che abilità ci serve bontà e gentilezza. Senza queste qualità la vita è violenta e tutto è perduto.
L'aviazione e la radio hanno avvicinato le genti. La natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà dell'uomo, reclama la fratellanza universale. L'unione dell'umanità. Persino ora la mia voce raggiunge milioni di persone nel mondo, milioni di uomini, donne e bambini disperati. Vittime di un sistema che impone agli uomini di torturare e imprigionare gente innocente.
A coloro che mi odono io dico: "Non disperate, l'avidità che ci comanda è solo un male passeggero, l'amarezza di uomini che temono le vie del progresso umano. L'odio degli uomini scompare insieme ai dittatori e il potere che hanno tolto al popolo ritornerà al popolo. E qualsiasi mezzo usino, la libertà non può essere soppressa!"
Soldati! Non cedete a dei bruti, uomini che vi disprezzano e vi sfruttano, che vi dicono come vivere, cosa fare, cosa dire, cosa pensare, che vi irreggimentano, vi condizionano, vi trattano come bestie. Non vi consegnate a questa gente senza un'anima! Uomini-macchina con macchine al posto del cervello e del cuore. Voi non siete macchine, voi non siete bestie. Siete uomini!! Voi avete l'amore dell'umanità nel cuore. Voi non odiate. Coloro che odiano sono quelli che non hanno l'amore altrui. 
Soldati! Non difendete la schiavitù, ma la libertà! [...] Voi, il popolo, avete la forza di creare le macchine, la forza di creare la felicità. Voi, il popolo, avete  la forza di far si che la vita sia bella e libera, di fare di questa vita una splendida avventura. 
Combattiamo per un mondo nuovo, che sia migliore, che dia a tutti gli uomini lavoro, ai giovani un futuro, ai vecchi la sicurezza. Promettendovi queste cose dei bruti sono andati al potere. Mentivano. Non hanno mantenuto quelle promesse e mai lo faranno. I dittatori forse sono liberi perché rendono schiavo il popolo. Allora combattiamo per mantenere quelle promesse! Combattiamo per liberare il mondo eliminando confini e barriere, eliminando l'avidità, l'odio e l'intolleranza. Combattiamo per un mondo ragionevole. Un mondo in cui la scienza e il progresso diano a tutti gli uomini il benessere. [...]
Dovunque tu sia, abbi fiducia! Guarda in alto. Le nuvole si diradano, comincia a splendere il sole. Prima o poi usciremo dall'oscurità verso la luce e vivremo in un mondo nuovo. Un mondo più buono in cui gli uomini si solleveranno al di sopra della loro avidità, del loro odio, della loro brutalità. Guarda in alto!
L'animo umano troverà le sue ali e finalmente comincerà a volare, a volare sull'arcobaleno verso la luce della speranza, verso il futuro. Il glorioso futuro che appartiene a te, a me, a tutti noi. Guarda in alto! Lassù...»
Charlie Chaplin    

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