giovedì 27 giugno 2013

WE trentino - Castel Beseno

Ve la ricordate LaBruna? Dopo il tirocinio del P.Leonardo a Monaco era tornata tra le sue valli trentine. Lei è della Valsugana, ma sviluppi lavorativi l'hanno costretta a trasferirsi nel ridente borgo di Besenello, tra Rovereto e Trento. Borgo dove io l'ho raggiunta e ho usufruito della sua ospitalità per un meraviglioso, gossipparo, turistico fine settimana trentino.

Cliccate sulle foto per ingrandirle!
Veduta di Besenello
"Il prossimo week end sono libera, perché non vieni qua? Ho casa mia, ti metto sul divano e facciamo come i vecchi tempi a Monaco!"
"Monti? Rocce? Acqua azzurra, acqua chiara? Alberi? Foreste? Viste mozzafiato? Sto già chiudendo la valigia!" Cioè un invito in montagna non si rifiuta M-A-I!! E siccome lei sa che io sono un turista entusiasta s'era preparata un tour meraviglioso alla scoperta di castelli e laghi di smeraldo. "Ti porto nei miei posti preferiti" ha detto. Della serie lasciami caricare la macchina fotografica e lavarmi i denti che son pronto!

La prima tappa del tour è stato Castel Beseno che non dista molto da Besenello, anzi con la sua mole domina la collina che sovrasta il paese per tutta la sua lunghezza. Ero già in fibrillazione. Castelli semi diroccati, muri crollati, finestre che danno sul vuoto, scorci romantici e selvaggi, punti panoramici mozzafiato, scale che finiscono nel nulla, camminamenti di ronda stretti e angusti. Castel Beseno ha tutto questo. E anche di più!

Castel Beseno dalla strada
Bisogna arrampicarsi un po' per una stretta e ripida stradina acciottolata e passare tre vecchie fila di porte merlate per entrare al castello vero e proprio, ma ne vale assolutamente la pena, perché appena entrati si viene accolti da una corte d'onore smisurata e verdissima dove i cavalieri s'allenavano e giostravano in tempi remoti. D'estate è dove si tiene la rivisitazione storica di una battaglia che qui ha avuto la sua fase più cruenta (una guida dettagliatissima spiega ogni ambiente per filo e per segno). La piazza d'armi offre anche una vista impareggiabile sulle propaggini della Val Folgaria.




Val Folgaria dalla corte d'onore
Passando un alto portale si accede alla prima delle tre corti interne del castello (ve l'avevo detto che è lunghissimo e che si sfilaccia per tutta la lunghezza del monte), corti collegate tra loro da bassi portali in pietra che hanno un effetto davvero scenografico! Il contrasto porta piccola-grande corte è spettacolare.

Primo cortile - back
Primo cortile - front
Uno dei portali delle corti
Ogni corte è più grande della precedente, sicché ogni volta l'effetto è triplicato. Il fatto che ogni cortile abbia il suo lato decadente e in rovina aggiunge, secondo me, un effetto nostalgico e romantico bellissimo!

Secondo cortile - back

Secondo cortile - front
Terzo cortile - front
Terzo cortile - veduta d'insieme
Terzo cortile - back
Terzo cortile - particolare
Da ogni cortile è possibile accedere ai camminamenti di ronda (che dopo un attento restauro percorrono il castello per tutta la sua lunghezza) o scendere nei passeggiamenti di difesa che racchiudono le zone abitabili del complesso. Un labirinto di scale, scalette, discese e salite acciottolate.




E ovunque, e ripeto ovunque, finestre, punti panoramici, rondelle difensive che offrono una visione a 360 gradi della Val d'Adige da un lato e della Val Folgaria dall'altro. E montagne, montagne, montagne dappertutto!! Una presenza fissa che mi fa veramente allargare il cuore di stupore, felicità e meraviglia. 

Val d'Adige





Val Folgaria

Ma come vi anticipavo prima, Castel Beseno è anche muri franati, finestre che danno sul vuoto, scorci romantici e selvaggi, scale che finiscono nel nulla, torri vuote e tappeti erbosi a mazzi, a cespi come la lattuga.






In parole povere, una meraviglia, una fantasia romantica restituita ai nostalgici incalliti.


Vedute aeree - immagini web

mercoledì 26 giugno 2013

Anteprima

Se sarete così pazienti da concedermi il tempo minimo di mettere in ordine le foto, le idee e i luoghi, presto vi svelerò che ci facevo qui...


 ...e qui...

 ...e qua:

giovedì 20 giugno 2013

I nuovi galletti ruspanti

Posso dire che le pubblicità dei prodotti per bambini (qualunque prodotto reclamizzino: dagli omogenizzati al sapore di orata siberiana ai pannolini hi-tech che assorbono pure l'Adriatico, all'astronave spazio temporale dei Gormiti al camper d'alta moda di Barbie) mi terrorizzano? Ogni volta che li vedo e ascolto mi viene la pelle d'oca. E una pietà irrefrenabile. I bambini di oggi sono sgamati quanto un trentenne e sboccati quanto uno spacciatore d'alcolici. L'infanzia è solo un percorso a ostacoli da superare in vista dell'adolescenza.

Ma bisogna anche fare ammenda, che va bene dire che ognuno è figlio del suo tempo e il progresso non si può fermare...ma ormai siamo ben oltre la soglia di guardia.

Tra un po' invece della casetta delle api o del sonaglino gli metteremo in mano l'Iphone con Angry Birds per farli smettere di piangere.

Li tiriamo su a ormoni e proteine della crescita (per un corretto sviluppo delle facoltà cognitive), li concimiamo con sviluppina e crescina a quantità industriale, poi non ci possiamo stupire se a 10 anni fumano, a 12 salgono sulla giostra dell'amore, a 16 restano incinti e a 21 uccidono la morosa. Siamo al punto che è da irresponsabili non metter fretta alla natura. Che non mi cominci a camminare a un'anno, per carità! Se a sei mesi già sfreccia sul triciclo, tutto di guadagnato.

Li doppiamo come verdure OGM, è ovvio che finiscono per mangiarci i gnocchi in testa. A 6 anni hanno le facoltà mentali di un 13enne. Ti credo che vivono in maniera più veloce e pericolosa di noi nati nel vecchio millennio: hanno una differenza immane tra età biologica e età mentale. I cartoni?? Robaccia per lattanti! Dammi un computer e ti conquisterò il mondo.

Li teniamo protetti come piantine sotto le serre, chiaro che dopo non sanno affrontare le sfide della vita e appena la ragazza di turno li rifiuta si buttano dal tetto della scuola. Due domandine facciamocele: se abbiamo figli mollaccioni di chi è la colpa?? Se vi siete risposti "la società" avete solo parzialmente ragione...

Cominciamo a iscriverli a corsi per l'apprendimento quando sono ancora un grumo di cellule di sei settimane perché sia mai che arrivino in prima elementare che non sappiano né leggere né scrivere. Che vergogna! Che smacco per gli orgogliosi genitori. Li prenderebbero in giro sicuramente, devono essere di una spanna sopra gli altri. Ma guardate che ci siamo arrivati tutti ignoranti e incapaci alle soglie delle elementari. Abbiamo attraversato tutti la fase di smazzamento davanti ai libri di lettura o vergando per ore su un quaderno milioni di A, di G e di M. Se no, scusate, le maestre che ci stanno a fare se i pargoli arrivano già imparati in classe? Le teniamo li solo perché adorino il nostro piccolo dio e lo venerino a comando?

E guai se un bambino ha delle difficoltà! Tremenda sciagura! Ha sicuramente qualcosa che non va. I genitori inorridiscono al solo pensiero e le maestre scuotono la testa sconsolate, come a dire "questo è un pezzo fallato". Ma fallata sarai tu maestrina dagli occhiali fondo bottiglia, ce l'avrai tu l'encefalogramma piatto, il verme solitario che ti divora il cervello. Non siamo mica tutti uguali, ognuno ha i suoi tempi di apprendimento e interiorizzazione. Al giorno d'oggi se non si è un Flash Gordon in Pampers si è o ritardati o sbagliati. Propongo un minuto di silenzio per riflettere sull'enorme idiozia su cui è basato tale ragionamento.

Film apocalittici e giochi splatter tutti sangue e sbudellamenti non è che educhino proprio all'amore e al rispetto reciproco. Anzi, insegnano a piantare un coltello a serramanico nella pancia di qualcuno perché "oggi mi girava male". Ma piantatelo tu in pancia il coltello eminentissimo pirla dei miei stivali, così ci deliberi della tua scemenza e noi viviamo sereni.

Se io fossi un bambino contemporaneo avrei timore a mettere i piedi fuori di casa! Avete presente l'ansia da prestazione che le nuove generazioni si portano dietro? Agghiacciante. Quasi quasi sta' a vedere che è stata una fortuna essere un vecchio babbione nato nel secolo scorso!

lunedì 17 giugno 2013

Foto Monotema - Berlin

L'idea non è mia, ma di Eireen, anche se l'ho un attimo modificata secondo le mie esigenze e estro creativo. 

A Jane Pancri (la Sfacciata) Cole, per la quale il detto Berlin ist arm aber sexy! Du bist so wunderbar Berlin! è sempre vero..!

Berlin, Berlin


Scusate la qualità delle foto, ma...io e il flash non abbiamo ancora trovato un accordo...

venerdì 14 giugno 2013

Cartoline

Ma com'è che non le scrive più nessuno??

Cioè io me le sognavo di notte le cartoline. Appena qualcuno mi diceva che andava in vacanza, in qualsiasi stagione e ovunque andasse, il pedaggio che mi doveva pagare perché non lo crepassi di insulti era una cartolina. Scrausissima, con tre parole in croce dietro tipo "tanti saluti da Gabbice Mare, Mario", con una fotografia vecchia come Carlo Martello stampata sul davanti, ma pur sempre una signora cartolina. I ricordini se li potevano pure tenere che tanto la boccetta di sabbia l'avrei svuotata nella lettiera del gatto e la conchiglia l'avrei usata a mo' di grattugia per il Grana, ma la cartolina era d'obbligo. Ero terribile: rompevo l'anima a chiunque per una cartolina, una che fosse una. Andavano a Jesolo? Bon, tu manda una cartolina. Andavano a Tiarno di Sotto (Tn), un paesetto sperduto in qualche vallata? Chissene, tu manda una cartolina. "Ma stiamo via solo 5 giorni e poi torniamo." Fa' niente! Sempre "vacanza" è, per ciò tu la cartolina me la devi mandare. Eccomi: il dittatore delle cartoline.

Ovviamente appena ci andavo io in vacanza, cominciavo una settimana prima a collezionare indirizzi vari e controllare chi me l'aveva mandata (si meritavano una cartolina di ringraziamento) e chi si era dimenticato (ops, mi sono dimenticato pure io!). La scelta della cartolina personalizzata per ognuno poi era accuratissima. "Quella rossa con le varie vedute per la Franca che apprezza...questa con la spaghettata tipica per Giulio che l'unica cosa che tira è il mangiare...quella lì con lo sfondo verde e la barchetta per Giacomo che è un nostalgico...uh questa con i cuoricini e il polipetto alla Valentina che è la stravagante-che-aborre-il-classicume". I saluti altamente personali che le accompagnavano non erano da meno: la nota turistica per uno, il lato modaiolo per l'altro, quello economico per il fissato con i prezzi e quello estetico per quella malata di confronti noi-meglio-voi-peggio. Slinguazzavo per bene i francobolli, gli battevo ben bene nell'apposito angolino, ricopiavo diligente l'indirizzo a chiare lettere (sia mai che dopo tutto sto sbattimento tra e scelta della cartolina e i saluti ad hoc, le poste me le perdessero perché non capivano l'indirizzo) e la mattina dopo le imbucavo alla prima buca delle lettere. A me le cartoline san da romantico, che vi devo dire?!

Adesso non si usa più. "Costan troppo...non c'avevo tempo...non ce n'erano di belle...son troppo pigro per ste cose...non avevo il tuo indirizzo (e chiedimelo no??)...massì dai ti faccio vedere le foto quando torno..." Con tutta sta tecnologia restiamo con sempre meno ricordi in mano. Non sviluppiamo più le foto perché tanto le abbiamo sul computer (con il risultato che se le foto le fa qualcun'altro passano mesi prima che te le passino), non incidiamo più Cd perché abbiamo l'Iphone, l'Ipod, l'Mp3 sempre attaccati alle caviglie, non mandiamo più cartoline perché ci annoiamo e i francobolli son diventati merce rara (su questo concordo). L'ultima cartolina l'ho ricevuta nel 2010. Direttamente a mano. "Così non mi è costato niente, son sicuro che ti è arrivata e non ho dovuto chiederti l'indirizzo". So' soddisfazioni che ti fan cascare a terra le due uniche biglie che hai. Niente più fascino dell'attesa di veder materializzarsi una cartolina nella posta. Niente più palpitazioni immaginando chi te l'avrà mandata. Marco o Matteo? Federica o Anna? Niente più fantasticherie e invidie sulla meta del viaggio altrui. Da Amsterdam?? Da Granada?? Da Stromboli?? Dalla Grecia?? Che fortunelli del cavolo!!

È una carestia dilagante. Va' a finire che non ci resta più niente. E poi le cartoline hanno il sapore dell'estate, della granita alla sera, del gelato al pomeriggio, della calligrafia di Francesco o di Sabrina, delle code in autostrada e dei canti delle cicale, delle interminabili passeggiate di spettegolio feroce. Cioè, ok le foto in HD professional quality, ma anche una banalissima cartolina ha la sua bellezza. No? Difendiamo questa specie in via d'estinzione. Creiamo apposite riserve per questa razza minacciata dall'avanzare selvaggio del progresso.

Adotta anche tu una cartolina! Falle girare! Un pensiero altruistico non ha mai ucciso nessuno!! Anzi...

martedì 11 giugno 2013

La mia geografia

Per la mia iniziativa delle 25coseX25anni ho ricevuto un discreto numero di mail e la maggior parte dei mittenti mi invitava a fare un viaggio (e chi non vorrebbe farne uno quando capita?) proponendomi tra le mete le più disparate. In Italia e in Europa. Mi sono accorto di essere di un'ignoranza canina nella conoscenza non solo dell'Europa, ma della stessa Italia.

Alcuni m'han detto "vieni a Torino", altri "cala a Napoli", altri ancora "cosa aspetti a venire a Siracusa?" E li ho fatto mente locale. Ho ripassato una a una le città, i posti e le località visitate. In Italia. Ho preso una mappa scrausa del nostro amato Stivale e mi sono segnato in nero tutte le destinazioni di gite scolastiche, gitarelle fuori porta d'un giorno, fine settimana estemporanei, vacanze vere e proprie. Il risultato è che avrò visto un quinto (a voler essere generosi) del nostro Belpaese. M'ha dato da pensare. Come mai non ho girato per prima cosa in lungo e in largo il mio di paese, ma ho sempre preferito valicare le Alpi e farmi coccolare (e anche bastonare) dai mangiapatate a tradimento? Tre le motivazioni che mi son sembrate plausibili:

1) All'epoca ero consumato dall'amore incondizionato per tutto quello che era tedesco, bavaro, monachese, berlinese, dresdenese. Qualsiasi cosa insomma fosse lontanamente imparentata con il mondo germanico mi faceva andare in brodo di giuggole;

2) Viaggiare all'estero in alcuni casi è più conveniente che viaggiare in Italia. La nostra penisola è carissima. Ok, ci sono mete più care e altre meno care, ci sono soluzioni più dispendiose e altre meno, dipende da come è abituato uno e cosa intende per "vacanza" e "relax", ma obiettivamente scorrazzare per la Repubblica delle Banane significa avere il portafogli sempre a portata di mano (o la carta di credito o il bancomat se li avete);

3) Si pensa sempre che per visitare il proprio paese ci sia tutto il tempo di questo mondo e di quell'altro. Si ragiona più o meno in questi termini: "perché dovrei perdere tempo a vedere il mio di paese, quando là fuori c'è una marea di roba, culture e posti da vedere e esplorare!" Con il risultato poi che si gira la valle della Loira come la cantina di casa e si consulta GoogleMaps per vedere dove sta Campobasso;

Al che con la cartina sotto gli occhi ho notato che nella stessa provincia di Verona e Lago di Garda ho dei buchi considerevoli da riempire. 
Che anche nel mio stesso Veneto non ho ancora visitato né Treviso né Belluno né Rovigo, ma solo Vicenza, Bassano del Grappa, Padova e Venezia. 
Che in Trentino-Alto Adige ho visto solo Trento, Bolzano e Bressanone.
Che in Friuli-Venezia Giulia ho visto solo Trieste.
Che in Lombardia ho visto solo Mantova, Brescia, Cremona, Como e Milano.
Che in Piemonte ho visto solo il Lago Maggiore con Stresa e le isole Borromee.
Che in Emilia-Romagna ho visto solo Bologna, Ravenna, Ferrara, San Mauro Mare, Cesenatico e Bellaria.
Che in Toscana ho visto solo Firenze, Pisa, Siena, San Gimignano, Volterra, l'Isola d'Elba e Castiglione della Pescaia.
Che in Umbria ho visto solo Perugia (dall'autostrada) e Assisi.
Che in Lazio ho visto solo ed unicamente Roma. 
Che insomma la Liguria, il 99,9% del Piemonte, la Val d'Aosta e tutto il Sud Italia non so manco che aspetto abbiano. 

Per cui ho deciso. L'estero ci sta, ma d'ora in poi darò priorità alle mete interne. Per colmare le lacune della mia geografia! Tempo e dinero permettendo s'intende..!

giovedì 6 giugno 2013

Il tormentone della settimana

Avete presente quando una canzone vi si incastra tra le celluline grigie e non ve la togliete più dalla testa? La canticchiate per strada, la berciate sotto la doccia, la ululate tutto il santo giorno con le cuffie nelle orecchie, vi addormentate cantandola in testa come una ninna nanna e vi svegliate ancora con il ritornello che, inceppato, non fa che ripetersi all'infinito. A me capita da una settimana ininterrotta con 'sta canzone:



Ascoltatela con parsimonia, crea dipendenza. E ora scusatemi ma devo correre a un gruppo di sostegno sulla disintossicazione da canzonette orecchiabili.

lunedì 3 giugno 2013

Educazione musicale

Che, alla fine, si parla tanto dei ruoli dei genitori come educatori e salvadanai ambulanti, ma nessuno parla degli altri "risvolti" dell'educatore. Ok il bon ton, l'aggiungere il sale all'acqua della pasta, capire in quale anta riposa la pentola a pressione e in quale l'oliera, ma l'educazione musicale? o l'educazione alla buona letteratura? Non per vantarmi (chi io?? e quando mai!!), ma in questo senso i Torquigenitori sono stati pedagogici al massimo. Anche se in maniera del tutto innocente.

C'è da dire che i miei in fatto di gusti musicali sono dei nostalgici. E dei melodici. I TorquiG non hanno mai offerto asilo all'hard rock, all'heavy metal e altre tipologie strillone e eccessive. Il grande amore di gioventù della Torquimamma è stato Lucio Battisti. La mattina spazzava casa cantando rapita Acqua azzurra, acqua chiara o I giardini di marzo. Amor sacro a cui faceva da contraltare l'amore profano per Renato Zero. Non si autodefinisce propriamente una fedelissima sorcina, ma una simpatizzante. Certo, i grandi classici del Renatone sono degli evergreen. Chi non ha mai sculettato o berciato convinto il ritornello di Triangolo? Io si. Tutte le volte. O chi non ha mai ascoltato I migliori anni della nostra vita senza una certa emozione nello stomaco? Io!! E lo rivendico con orgoglio!

Intorno a questi inarrivabili ruotavano una miriade di artisti minori i cui brani più sensazionali erano registrati a casaccio su delle cassette-patchwork che la Torquimamma metteva su per conciliarle l'attività gastronomica. Mentre impastava la pizza ecco echeggiare per la cucina Maledetta primavera della Goggi o Ma che freddo fa di Nada o Minuetto della Mia Martini o Non voglio mica la luna di Fiordaliso o Vincenzo io ti ammazzerò di Alberto Fortis. Mentre invece la colonna sonora preferita per la torta di mele della domenica era 29 settembre dell'Equipe 84. Mai capito il perché!

Musica italiana certo, ma anche quella internazionale era un habitué. Nel calderone bollente dell'eccletismo musicale, la pietra filosofale, gli intramontabili, gli Highlander della situazione erano loro, gli ABBA. I TorquiG li adoravano e io gli adoro. Dopo esserci cresciuto conosco tutti i testi delle canzoni a memoria e quando sento il giro di note iniziali di Dancing Queen son già li con il culo in posizione per una bella sculettata spensierata. Per non parlare delle corde vocali che già si scaldano in preparazione alla cantata selvaggia che le aspetta. Anche se la mia preferita, la canzone che m'accompagna dal girello ad oggi è The Winner takes it all. Seguita subito dopo da Beauty school drop-out di Grease (musical per cui Torquipapà nutre autentica venerazione). Il che mi ha sempre dato la misura di quanto i TorquiG abbiano partecipato attivamente alla stagione musicale della loro gioventù. E di quanta qualità sia andata a farsi friggere nel frattempo.

Se la Torquimamma era un pizzico più poliedrica, i bastioni dietro cui il Torquipapà si è sempre mosso sono due: i Queen e i Nomadi. Sui primi non ho nulla da obiettare. Certe canzoni sono capolavori assoluti di testo e melodia: Bohemian Rapsody, Made in Heaven, Don't stop me now, Old fashioned lover boy, per dire. I secondi sono stati senza dubbi un gruppo "impegnato", ma provate a immaginare l'effetto che A Auschwitz Dio è morto può avere su una creatura di otto anni. O Vagabondo. Son traumi mica da niente.

Ma non fatevi pensieri assurdi: anch'io son venuto su a suon di cartoni animati della Disney e relative canzonette! La Bella Addormentata, La Bella e la Bestia, Fantasia, Robin Hood, Cenerentola, Pomi d'ottone e manici di scopa, Mary Poppins, Tutti insieme appassionatamente (anche se non è della Disney) sono dei must. Dei mai più senza della mia infanzia.

Poi vabbè, se dovessi fare una lista accurata staremo qua fino all'alba di domani. Però quando cresci con un terreno musicale così...si diventa esigenti. Cos'è la Techno music di fronte a una musichetta da sbarco della Carrà?!

Che ora che ci penso...sarà mica a causa di questo retaggio musicale se son così balengo??