martedì 17 gennaio 2012

Sottili ma sostanziali differenze!

Lo studente che intraprende lo studio del tedesco deve farlo o con tanto amore o con tanta ingenuitá. Purtroppo in questo caso non ci sono mezze misure. O ci si butta o si resta sul bordo della piscina. Non ci sono storie. Sia io che Eireen abbiamo parlato nei nostri post delle difficoltá contro cui ci si scortica il naso nel difficile cammino di padroneggiamento della lingua teotisca: gli articoli arbitrari che nel 90% dei casi non corrispondono a quelli italiani, i plurali altrettanto arbitrari con cui non si sa mai come comportarsi, i casi che si scambiano spesso e volentieri (dativo o accusativo? Questo è il problema…), i verbi delle secondarie che vanno tutto in fondo e ti mettono in pausa il pensiero e le parole dai suoni ancestrali che hanno il magico potere di intorcolarti la lingua. Ma oltre a tutto questo mare magnum grammaticale, stando qui ho scoperto che il tedesco ti mette in croce anche e soprattuto per via di significato.

Spiego: quando si parla si lanciano informazioni, informazioni veicolate da quelle unitá senza sostanza e incorporee chiamate parole. Le parole portano significato, il significato porta un parere, un parere è frutto di un particolare punto di vista: il nostro. Quindi quando vogliamo esprimere qualcosa usiamo del tutto inconsapevolmente verbi, aggettivi, espressioni della nostra lingua madre che rendono al meglio ció che vogliamo esprimere. La comunicazione è immediata. Quando invece ci esprimiamo in una lingua straniera, eh, li il discorso cambia. La lingua si inceppa, parlare diventa difficoltoso, si usano quei quattro verbi tuttofare sperando che almeno il ciuccio del messaggio arrivi a destinazione. Il piú delle volte si finisce per fare figure da dementi o dire “peperoni” per “formaggio”. Peró va bhe, fa parte del gioco.

Imparare il significato delle parole non è solamente guardare la traduzione trovata sul vocabolario, è soprattutto interiorizzare cosi tanto quella parola da utilizzarla nei contesti adatti. Ecco, qua il tedesco mi fa andare in paranoia. Ora che ho acquistato un minimo di sicurezza in piú nel parlare ho pensato che fosse il momento di perfezionare il mio lessico. Ho il naso giá scorticato. E per rendere l´idea di quello che voglio dire faccio pratici esempi.

Akzeptieren/Annehmen significano entrambi accettare, ma…

-annehmen si usa per accettare qualcosa che ti viene materialmente dato nella realtá (tipo “accetto la spilla che vuoi darmi”);

-akzeptieren si usa per accettare qualcosa di immateriale, che mi è arrivato chissá come (tipo “accetto la mail che mi è arrivata”. Questo esempio lo ripeto para para come me l´ha spiegato l´Ugolatrice);

Mitnehmen/Mitbringen significano entrambi portare con sé, ma…

-mitnehmen si usa per dire che la roba te la porti appresso, ma solo addosso a te (tipo: “la borsa la porto con me”);

-mitbringen si usa per indicare qualcosa che porti si con te, ma che poi darai a qualcun´altro, è un portare con sé per uno scopo preciso (tipo “ho portato con me il tuo regalo”. L´azione sottintesa è che voglio dartelo, quindi qua è tassativo usare il mitbringen);

-Beratung/Empfhelung significano entrambi consiglio, ma…

-beratung è un consiglio teorico, campato in aria, senza riscontro nella realtá. Io lo tradurrei con consulenza, anche se la Secondina ci ha tenuto a farmi presente che la differenza non sta tanto nella professionalitá o meno del consiglio, ma dall´esito di quest´ultimo. Comunque Beratung è un consiglio teorico (tipo “io ti consiglio di pulire casa”);

-empfhelung è qualcosa di molto piú pratico e deciso. L´Empfhelung è il tipico consiglio dopo il quale ti trovi un libro in mano se te l´hanno consigliato o indirizzo e numero di telefono di un nuovo ristorante indiano in centro. Ecco, questo è un Empfhelung. Un consiglio con riscontro (tipo “ieri sono andato in un nuovo supermercato straeconomico, questo è l´indirizzo, vai a farci un salto se puoi”);

Dürfen/müssen/sollen significano tutti e tre dovere, ma…

-dürfen è il dovere dopo aver ottenuto il permesso(tipo “posso guardare la Tv? Posso chiudere la finestra?”);

-müssen è il dovere categorico, improrogabile e indiscutibile (tipo “domani devi studiare! Devo lavorare per avere uno stipendio”);

-sollen è il dovere ordinato per conto terzi o il dovere impartito da autoritá superiori (tipo “mia mamma dice che devo riordinare la camera” o “l´anmeldung deve essere presentata entro tre mesi”);

Dopo questa minispiegazione capirete anche voi come il mio pensiero ogni tanto si inceppi di fronte al desiderio di poter esprimere il mio significato secondo la corretta sfumatura linguistica. Alcune volte ci riesco, altre mi limito a farmi capire e tanti saluti. A pensarci bene c´è del traumatico in tutto questo perché l´italiano si fonda essenzialmente su dei verbi chiave che vogliono dire tutto e niente, vedi fare, dovere, dire ecc ecc. Qua invece esiste un verbo adatto per ogni contesto, per ogni azione precisa.

Ulteriori esempi:

-fare una ricerca puó essere reso con ich habe eine Recerche gemacht, ma vi sgameranno subito. Dovreste invece dire ich habe eine Recerche durchgeführt. Io a livello teorico so che sarebbe cosi, poi peró uso ancora il gemacht…

-fare uno schema è eine Skizze anfertigen

-fare da gnorri è sich unwissend stellen

-ricordarsi si traduce con erinnern se ci si riferisce a un ricordo del passato. Ma se lo si usa con il significato di “me lo ricorderó” sarebbe piú esatto dire sich merken.

In una parola: un casino. I primi tempi mi ricordavo abbastanza, ora che il vocabolario aumenta e di conseguenza le differenze lessicali aumentano in maniera esponenziale, mi sono dovuto fare un Deutsche Lexicon, altrimenti non ne esco piú.

Inutile dire che le differenze e gli esempi che potrei fare sono infiniti, ma spero che questi siano bastati per farvi capire cosa volevo dire! Se conoscete altre differenze siete pregati di lasciare un commento qua sotto, che tutto fa brodo (alles macht Brühe)!!

Il vecchio adagio dice il vero: Deutsche Sprache, schwere Sprache!

19 commenti:

  1. E vogliamo parlare del magico verbo "mettere", che in italiano si usa in qualunque contesto, in qualunque modo e va comunque sempre bene? Mi metto un maglione, mettiamoci in testa di uscire, mi mette ansia, metto un libro sul tavolo. In tedesco, per tutti gli esempi citati, ci sono 4 traduzioni diverse. E se "metto" un oggetto, bisogna vedere se lo metto in piedi e allora "ich stelle es", se lo sdraio, tipo un libro, allora "ich lege es", se lo metto alla parete, tipo un quadro, si deve dire "ich hänge es" e via divertendosi. Per un tedesco tutto ciò sará anche semplice, logico, ovvio e gli verrá pure spontaneo parlare in modo così macchinoso, ma per un straniero? È un grande, gigantesco, immane, indescrivibile casino. Da non madrelingua, bisogna rassegnarsi che non si parlerá mai e poi mai questa lingua intricatissima alla perfezione. Mettiamoci il cuore in pace (Liegen wir das Herz in Ruhe!!! eheheheh) e accontentiamoci di un livello di conoscenza della Sprachealto, ma non 100% teutonico. Io, che da piccolina il tedesco lo suggevo come fosse latte materno, e mi ci sono anche laureata, ancora non ho interiorizzato completamente la differenza tra "mitbringen" e "mitnehmen": non mi viene spontaneo usare uno dei due parlando, ma ci devo pensare una frazione di secondo. E qualche volta, canno. Eh oh, pazienza. Eh oh, Geduld!

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  2. cone me sfondate una porta aperta! sarà per questo che i fisici dopo la seconda guerra mondiale optarono per l'inglese come lingua franca? ora che leggo libri scientifici in tedesco mi stupisco ancora di quanto sia precisa come lingua e quando un verbo possa cambiare il significato di certi concetti, tant'è che alcuni non sono stati tradotti in inglese ma si usa ancora la parola tedesca..

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  3. quanto è vero. Una delle cose che ho realizzato in questo espatrio (e che in altre esperienze precedenti, sarà che ero giovane e "fresca" di studio matto e disperatissimo del tedesco, non avevo mai davvero pensato) è quanto sia ostica questa lingua! ma la amo tanto lo stesso :)

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  4. Ma taci va, che ogni volta il "mettere" mi mette in crisi, poi in qualche modo ci giro intorno cosi che siano loro a finire la frase e tirarsi le loro conclusioni. Mica posso pensare a tutto io caspita!! Però stranamente nonostante tutto sento che capisco meglio e alcune frasi mi escono ormai in automatico. Quindi questi timidi risultati mi invogliano a migliorarmi e impegnarmi oggi più di ieri e domani più di oggi! Come l'Ugolatrice ha saggiamente detto: Niemand ist als Meister geboren.

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  5. 'Mazza. Paradossalmente però il tedesco di tutti i giorni è più difficile da capire che non quello specifico. Mi ricordo che studiando i libri in tedesco per gli esami in uni era quasi più comprensibile il tedesco tecnico che non quello ai laboratori di lingua. Forse perchè il ted. tecnico ha tanti prestiti da inglese e latino, quindi in qualche modo ce la si fa a capirlo. A differenza dell'italiano che più è tecnico e meno lo si capisce. Mah, ennesimo mistero della scienza e della tecnica!

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  6. Hai trovato la parola giusta Alessandra: ostica. Sarà proprio questa sua caratteristica a spingermi a non arrendermi e vincere la sfida che questa lingua mi lancia. E si, mi rendo conto che più la parlo e più sento che comincia ad appartenermi, che nella testa qualcosa si muove in automatico, senza star li a spingere, soppesare ogni minima parola ecc ecc. Io non la amo ancora perchè sono ancora profondamente innamorato dell'italiano, ma diciamo che comincio a volerle bene ^^ ...

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  7. ciao Torquitax! E' vero il tedesco tecnico per noi latini è più semplice da capire. Invece ho notato che alcuni tedeschi avevano difficoltà a capirmi quando io utilizzavo parole "latine" per semplificarmi la vita. Ad esempio per l'italiano garantire io dicevo garantieren e se non capivano mi correggevo in buergen (scusa sempre per umlaut). Oppure "sparavo" un provisorisch sperando prima di tutto che esistesse davvero e poi di farmi capire, invece di dire voruebergehend....(temporaneo).
    Io ho odiato profondamente le preposizioni, sia quelle con i verbi, ke quelle con i sostantivi e ovviamente i doppi significati ke avete esposto tu ed Eireen. Aggiungerei "toccare" beruehren (anche per astratto), anfassen , ergreifen e streifen./A seconda dei casi). Io ovviamente ne usavo solo uno sperando nella comprensione (totale!) altrui. Invece adoravo le metafore, soprattutto quando io stessa le usavo. Per me significava un bel passo in avanti nel mio tedesco. Le mie preferite: "Es ist Schnee von gestern!" (è passato, nn mi interessa +) e "Ich habe die Nase voll!"(ne ho le palle piene).....
    katia

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  8. Che fighi questi modi di dire, spetta che me li segno, che alla prima occasione buona li tiro fuori. A me fin´ora hanno insegnato
    -ich habe keine Bock (non c´ho cazzi);
    -ich bin satt von dir (non ne posso piú di te), una simpatica variante di ich bin sauer;
    -scheibekleist (approssimativamente "vaffanbrodo e affini");
    Per il farmi capire quando non ne esco dico la parola in inglese alla Tutor, che padroneggia very good la lingua d´Albione, e ci capiamo. Anche se ci sono volte che vorrei avere un traduttore accanto a me che mi faccia da interprete...

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  9. eh, la grammatica tedesca è l'inferno... io ho ancora problemi con le declinazioni (sui casi da applicare, faccio sempre attenzione alle proposizioni dei verbi che spesso aiuta!).
    però le differenze di significato, per quanto complicate, sono anche affascinanti: in questo lo studio del tedesco ha una sua raffinatezza che non si trova in altre lingue e personalmente mi ha arricchito molto.
    anche se tutt'oggi certe gaffes non me le toglie nessuno... (la migliore, tornando dalla prima gita a Monaco durante lo scambio in quarta liceo fu quando dissi ai miei ospiti che "München hat mir geschmackt" anziché "gefallen"! ricordo ancora le loro facce dubbiose-e per fortuna avevo almeno assaggiato la cucina tipica!)

    due annotazioni: anche io sapevo che "Beratung" avesse un senso più professionale, come "consulenza" mentre "Empfhelung" fosse più amicale;
    "dürfen" mi risulta significhi "potere", non "dovere", sempre nel senso di avere la facoltà/ permesso di fare qualcosa.

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  10. Io, non so perché, adoro "ich hab' die Nase voll". Non appena posso, lo uso, come se piovesse. Mi fa ridere, non ne capisco il senso, ma mi pare efficace. Un po' come il nostro "mi esce dalle orecchie".

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  11. La mia gaffes preferita (Torquitax la sa già) avvenne un anno e mezzo fa, al mio arrivo a Monaco. Intorno al tavolo a bere il tè con tutto il parentame tedesco. Mia cugina, tedesca, stava per ripartire per l'Olanda, dove vive da 8 anni. Io me ne esco con un bel: "Morgen fährt sie ab" (domani parte). Cala il silenzio in sala. Io non capivo. Il giorno dopo mio zio mi ha spiegato: "Abfharen significa sì partire, ma si dice solo dei mezzi di trasporto, tipo "il treno parte alle 15" e mai riferito alle persone." Mi sarei voluta sotterrare; ma io che ne sapevo? Die Sprache ist blöd, nicht ich. Ecco.

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  12. A me invece manda in bisibiglio il loro modo di dire "noooooooooooooooooooo", manco per sogno. Dicono il famoso ne con la bocca stretta, cosi diventa nuuuuuuuuuuuuuu, gar nichts! Troppo figo caspita!

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  13. La mia figura di beeeeeeep è fresca di ieri. Stavano parlottando su non so che e a un certo punto mi fanno "appena possibile ti facciamo assaggiare .... (cibo non pervenuto perchè non ho capito che era) ". Al che io ho risposto "ich bin schon fertig" (sono già pronto). Mi hanno guardato malissimo. In sostanza ho detto che non ci pensavo proprio ad assaggiare il piatto misterioso. Avrei dovuto dire "ich bin schon bereits". Avendo usato il fertig ho sottinteso "sono già a posto, no grazie". Verdammt!
    Concordo con quanto dici. Da un certo punto di vista, in tutta questa specificità si nasconde una certa raffinatezza. In fatto di caso, numero e genere io vado ancora a culo. Se ci imbrocco benissimo e se no amen...

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  14. Confermo: "ich bin fertig" vuol dire "ho finito", mentre "sono pronto" si traduce con "ich bin bereit!". "ich bin schon fertig" lo puoi dire anche, che ne so, quando ti sei vestito e sei pronto per uscire, perché il senso diventa. "ho finito di vestirmi, quindi sono pronto, andiamo". Questa è una di quelle cose che sentivo spesso da piccola e sulle quali non mi confondo, me le sento nello stomaco. Ma vai tranquo che questa gaffes, secondo me, loro lo sanno che gli stranieri le fanno. Te ne dico una che ho fatto io due giorni fa, anche se è in inglese, ma il principio è lo stesso. Un mio collega inglese adora dei biscotti che io mi tengo sempre nel cassetto e così, quando passa dal mio ufficio, gliene offro uno. Qualche mattina fa è passato da me e io gli faccio "How are you?". Lui: "Hungry!" (affamato). Io niente. Lui .... "Non é che hai quei tuoi meravigliosi biscotti nel cassetto eh?". Io: "aaaaaah ecco che cosa volevi dire con hungry, non avevo mica capito il tuo INNUENDO". Lui mi ha guardata con aria asai perplessa, un po' infastidita e non ha risposto. Allora mi sono venuti dei dubbi e ho controllato il significato di "innuendo" sul dizionario. Io credevo di avere detto "allusione", mentre invece gli avevo detto "insinuazione" in senso negativo, tipo "stai forse insinuando che sono una bugiarda?". Mi sono tanto vergognata...

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  15. Sempre meglio di Trapattoni ai tempi del Bayer Monaco ke disse: "Ich habe fertig!" Ci fecero pure una maglietta in germania.
    katia

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  16. Katia scusa la mia domanda, ma please questa di Trapattoni spiegamela perchè giuro che non l'ho capita. Come scusante posso dire che sono ancora fulminato dopo sei ore di traduzione dall'inglese al tedesco. Grazie!

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  17. Adesso non so esattamente se il Bayer monaco avesse perso la partita perchè non seguo il calcio, ma so che Trapattoni invece di dire "Ich bin fertig (ho finito) in un intervista, ha detto Ich habe fertig (sono finito ...) ke non esiste, ma l'errore lo ha fatto perchè in italiano si usa il verbo avere (ho finito) mentre in tedesco il verbo essere. La T-Shirt che è uscita in germania era una presa in giro all'errore grammaticale, dato che Trapattoni comunque il tedesco lo parla. Raffigurava un individuo caduto a terra con la scritta appunto "ich habe fertig"
    Le tue colleghe dovrebbero saperlo, prova a kiedere
    katia

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  18. Forse Torquitax è troppo giovane, ma io quella del Trap del 1998 me la ricordo eccome. Alla fine di un discorso alla folla concitatissimo, tutto in tedesco, disse convintissimo, con marziale decisione e andandosene via di scena coi fogli degli appunti in mano, proprio il mitico, indimenticabile, irresistibile: "Ich habe fertig!". Ahahahahhahaha, vale la pena guardarlo su You Tube!
    http://www.youtube.com/watch?v=qzfq2HxAkrk&NR=1&feature=endscreen

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  19. Dimenticavo: minuto 3:22 del video.

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