E' stato un avvio lento. Io tutto euforico, con i festoni di benvenuto, munito di chiavi simboliche della città in borsa, entusiasta di vedere/conoscere questa donna dopo ben 2 anni e mezzo di frequentazione chat. Lei amorfa. Dire che ho dovuto cavarle le informazioni con le tenaglie è dir poco. I primi discorsi son dovuto andare a prenderglieli in fondo ai tacchi con la pinza da disinnesco bombe. Poi, vedendo che rispondeva alle domande tipo compiti delle elementari (a domanda segue risposta concisa), mi son detto che bisogna seguire l'onda. Taci finché non parla, intrattienila se apre bocca. Prima tappa obbligatoria: l'Arena. Il suo commento: “ma non è grande come il Colosseo”. E li mi sono un attimo indispettito, ho arricciato il naso a fisarmonica. Della serie cominciamo a fare confronti non graditi. Oh bella, se ti va bene è così. Ringrazia che l'Arena sia ancora in piedi e non sia tre pietre a lato della piazza con il cartellino sghimbescio "Arena" appiccicato sopra. Siamo entrati. "Il Colosseo è più imponente". Recidiva la tipa. É scattato l'atteggiamento muro di gomma: rispondere ok a oltranza. Che ti piaccia o no Verona è questa e basta. Take it or leave it. Continuava ovviamente l'atteggiamento monosillabico barra conversazione ridotta all'osso. Io mi adatto, so essere flessibile.
Proseguendo il tour "sulle tracce di Verona romana, scaligera, veneziana, medievale...tutta la Verona che c'è da vedere insomma" la ragazza ha cominciato a mollarsi, a sbottonare quel cappotto di rigida circospezione germanica che si portava addosso. Tanto che nel momento della pausa pranzo era lanciatissima. Non so se siano stati la passeggiata o i resti romani o il Balcone di Giulietta o i mercatini di Natale a sciogliere il ghiacciaio. Chissà. Fatto sta che una slavina stava per colpirmi in piena fronte. Non la fermavi più. Aneddoti a pioggia, discorsi variegati (e nel frattempo io cercavo di starle dietro, che son 2 mesi che tedesco...ehm ehm), impressioni di viaggio, gossip sul suo Gastgeber rovigotto. Parlava velocissima. In certi momenti non sembrava neanche che tirasse il fiato. Da paura. E io a starle dietro sembravo quello del milionario tanto ero concentrato, mi mancavano solo le cuffie nere in pelle a tutt'orecchio e a posto. Il tutto accompagnato da una cascata di sudore dallo sforzo: fronte imperlata e ascelle che sfiatavano come altiforni industriali. Poi la scena epica: "ma vedo che mi segui bene però, che capisci quello che dico” - eh bhe, non lo parlo da 2 mesi, ma per 10 mesi non ho parlato/ascoltato/letto altra lingua - "ma io non mi riferivo a quello, io parlo pochissimo in Hochdeutsch, ora sto parlando sächsisch". Immaginatemi con gli occhi ingigantiti a 2000pixel, gli occhi del porca troia. Vi assicuro che ero allibito. Non tanto per il sassone, quanto perché era più comprensibile del monacese-bavaro. Infatti mi pareva strano che parlasse così bene, ma io pensavo che avesse fatto un atto di carità: parlo semplificato per non farti sentire gnucco che non capisci quello che dico. Tutto il contrario. Lei parlava bellamente in dialetto. Robe da matti.
E per rilanciare aggiungo che la ragazza, oltre a essere benedetta dal dono della gnocchitudine, era dotata di una voce da usignolo. Meno male, meno male, meno male. C’avevo un pensiero che potesse avere la tipica voce da trans delle donne tedesche, che al solo pensiero mi mettevo le mani nei capelli.
Per il resto una donna instancabile. Abbiamo girato Verona in lungo e in largo, abbiamo toccato tutti e quattro i punti cardinali, sceso e scalato le colline che circondano la città e lei non ha emesso un fiato. Non ha avuto il fiatone, non si è lamentata di avere le gambe stanche, non ha fatto un plissè. Altroché un'infermiera, quella li secondo me è un'alpina scelta, un membro onorario dei corpi d’armata d'élite. E difatti si è lasciata andare a rarissimi momenti di entusiasmo, espressioni di apprezzamento. Le mostravo le porte romane, le ex-terme, le piazze principali, i palazzi degli Scaligeri e lei niente. Annuiva, ascoltava, emetteva un suono monosillabico (aha, ok, gut) e scattava un paio di foto. Mah. Tipica teutone: erano ammessi pochi slanci emotivi.
Però poi è arrivata la soddisfazione: Verona ist schöner als Venedig (Verona è più bella di Venezia). Ho immediatamente fatto una chiamata al vescovo e alla Diocesi per dire loro di suonare tutte le campane della città dal giubilo. Quando i barbari germani si lasciano andare a complimenti bisogna festeggiare!!
Mentre il buio calava sul centro storico, le luci si accendevano, svelando il lato “invernal-chic” della città. Gli occhi non le si sono sgranati dall’emozione, va da sé. Ma non mi è sfuggito quell’involontario brillio infantile. Eh no cocca bella, verrai anche da una gran bella città, ma Verona è come una di quelle nobili signore d’altri tempi: indigente, ma di gran classe.
Unico effetto collaterale: ora ho una carnegrea (Muskelkater) da chilo. Mi sento le gambe come filamenti di finocchi: rigide e secche. Sti tedeschi hanno sempre un effetto distruttivo sul sottoscritto.
Oggi meritato riposo!! Che il mio dovere di rendere merito alla famosa ospitalità italiana l'ho fatto!